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Galeffi: “Che belvedere il pubblico ai live ” | Indie Talks

Un artista non può vivere senza il pubblico, non è lo stesso produrre una canzone o cantarla live davanti a centinaia di persone così diverse, ma così unite in quel preciso momento.

Lo sa bene Galeffi che ha girato la penisola italiana portando le sue canzoni in viaggio, regalando emozioni e adrenalina. Ora che il tour estivo sta quasi per finire, c’è già spazio per un briciolo di malinconia.

Il cantautore romano attraverso ad un pop intimo e viscerale, riesce a far emozionare e creare un contatto con chi aspetta il prossimo brano per cantare con qualche lacrimuccia, eliminando ogni confine tra arte, vita ed storie personali.

 

GALEFFI X INDIE TALKS

Tornare in tour e vedere le persone al di là del palco che effetto ti ha fatto?

È sempre bello tornare in tour e vedere la gente che canta sotto il palco. Devo dire che quest’anno non posso lamentarmi anche per l’empatia e la chimica che abbiamo raggiunto praticamente in tutte le date. È stato un tour entusiasmante finora, per fortuna.

Che rapporto hai con la tecnologia?

Con la tecnologia ho un pessimo rapporto, nel senso che per ovvi motivi lavorativi non posso farne a meno, quindi “sono stato costretto” a dover imparare le basi. Tendenzialmente però non sono uno pratico, ho sempre degli amici a cui chiedo una mano quando devo fare cose tecnologiche come, non so, il back up del telefono. Dico la verità, sono ahimè un boomer.

Sei fan della “Divano Nostalgia”?

Sono fan del divano, forse più che della nostalgia. Come tutti conosco il sentimento della nostalgia, ma non solo quello. Diciamo che conosco meglio il sentimento del divano (ride), inteso come casa, casa come famiglia e amore. Il divano è, nell’appartamento in cui vivo, un po’ il centro di tutto, sia per gli amici che vengono che per la sera quando ti guardi un film, ti vedi una partita o ti sdrai e basta, chiacchieri e bevi un bicchiere di vino.

Fammi una foto con il cellulare come fosse un segreto”. I social in realtà ci hanno levato l’intimità?

Si più o meno quella frase lì l’avevo intesa in quella chiave. Mi piacciono le foto rubate, i momenti in cui fotografi l’altro o l’altra senza che se ne accorga. Di base vengono anche foto un po’ mosse, non esteticamente perfette, ma riesci a cogliere certi lati del carattere che magari una persona un po’ più impostata che sa di dover fare una foto tende a perdere. Mi piacciono anche le foto che poi uno si salva sul telefono e se le guarda, si ricorda quel momento lì, le sfoglia come se fosse un diario.

La bellezza è un fattore che va oltre l’estetica in sé?

Penso di sì, non ci avevo mai pensato da questo punto di vista un po’ filosofico, comunque che per quanto mi riguarda la bellezza è una fonte di ispirazione costante. Ricercarla negli altri è anche andare un po’ oltre, se vogliamo. “Belvedere” come nome del disco è stato scelto perché avendo scritto quelle canzoni per l’80-90% durante il periodo pandemico, di sicuro, la chiusura forzata in casa e la non possibilità di vedere persone o posti ha alimentato in me questa voglia di bellezza, di vedere il bello e il bene, di vedere anche al domani. Mi piaceva infilarci questa risposta alla tua domanda, detto ciò, le cose belle fanno bene al cuore e alle persone e la bellezza è in qualche maniera una forma d’arte.

L’intelligenza artificiale imparerà mai la follia e la creatività dell’essere umano?

Ovviamente no, l’intelligenza artificiale non può arrivare alla follia e alla creatività dell’essere umano per fortuna, altrimenti sarebbe un problema. Poi non so se tra 100 anni simuleranno un cervello umano o se lo hanno già fatto e io mi sono perso la notizia, ma di sicuro non è ancora in commercio a dei prezzi sostenibili per una persona di ceto medio. In ogni caso non mi interessa, possono anche inventarla ma non per forza va utilizzata.

PH: Elsa Campini

Hai mai provato la sensazione di vivere in una distanza emotiva?

Si, nella vita è capitato a tutti di passare delle fasi in cui ti senti distaccato dalla realtà o in cui senti meno le cose, è anche un modo per tutelarsi, il corpo e la mente ti chiedono di fare un passetto indietro, certe volte è più conscio, altre è più istintivo. Tutte le persone che hanno un po’ di cervello e di cuore hanno un minimo di controllo del proprio corpo e delle proprie emozioni di sicuro lo fanno, non dico settimanalmente ma una volta al mese secondo me succede.

“Ed in mezzo a questo buio puoi trovarmi solo te”. Ti è capitato di perderti e non riconoscere te stesso?

Si, è una lotta continua in realtà questa per me da qualche anno. Di sicuro anche il perdersi ha i suoi vantaggi, quella sorta di libertà, apparente passività. Credo che comunque anche il fatto di lasciarsi andare in qualche maniera sia comunque una scelta e secondo me, in certi momenti della vita in cui te lo puoi permettere, è bello anche un po’ sperimentare la sensazione del perdersi nell’ignoto.

L’estate ti ha portato nuova felicità?

Di sicuro mi ha portato una bella vacanza, sono andato una settimana a Stromboli e una settimana in Trentino, questa combo mare più vulcano e poi montagne, passeggiate e natura mi ha dato un po’ di energia perché ero arrivato fritto dal tour. Abbiamo fatto l’ultima data l’8 agosto e sapere che davanti a me avevo 15 giorni di nulla, di telefono off e spensieratezza… la vacanza è quello, al di là del posto che vai a visitare.

Nicolò Granone

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