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fabiè: “Birra in lattina che sa di malinconia e tristezza” | Intervista

Sarà capitato a tutti di buttare giù un’altra birra in lattina o di sedersi al bancone del bar come cura per un dolore emotivo, scordandosi che esagerare con l’alcool può provocare altri effetti collaterali.

fabiè racconta questa esperienza nel nuovo singolo, lasciandosi trasportare da un flusso di coscienza per affogare tristezza e malinconia.

Purtroppo non si possono evitare certi momenti no e in quel caso si sente l’esigenza di trovare uno sfogo, reagendo in maniera impulsiva, andando alla ricerca di una cura immediata.
“Birre in lattina” è un inno alla delusione con la speranza di chi, la prossima volta, vuole entrare al bar non più per piangere ma per divertirsi e festeggiare.

INTERVISTANDO fabiè

L’attesa è una sensazione difficile da mandare giù soprattutto per i giovani?

In un mondo che va sempre più di fretta ormai saper attendere sembra una cosa molto difficile da fare soprattutto per un giovane che ha fame di ottenere qualcosa che possa migliorare la sua vita. Però penso che  l’attesa vada interpretata anche come un momento dove poter riflettere e avere l’opportunità di fare ordine nella testa o nella propria vita e arrivare alla fine con le idee ben chiare.

“Birre in lattina” è un modo per guarire da una delusione?

Birre in lattina” è un modo per alleviare una delusione ma non guarire. Guarire una delusione per me significa far sparire una delusione, ma non spariscono mai, restano come cicatrici sul corpo. Si rimarginano, però poi rimangono li, sono presenti anche se non fanno più male, ma sono quelle che poi alla fine ci rendono più forti e ci aiutano a crescere e perché no anche a migliorare.

A chi vorresti dedicare questo tuo ultimo brano?

Il brano è un “inno” dedicato a tutti quelli che almeno una volta si sono persi nei bar,  che hanno aspettato una persona cara a lungo senza che essa si sia mai presentata o dopo aver passato una brutta giornata e rimangono lì, sole, di fronte al bancone del solito bar a confessarsi con il barman come fosse un prete o il migliore psicologo in città, con la solita birra in lattina gelata da mandare giù quasi come fosse un’anestetico per l’anima.

Hai mai fatto prendere una sbronza al tuo cuore?

Avoja! Il cuore si sbronzava e io ero quello che poi finiva a vomitare in bagno.

Con quale artista sogni di bere al bar?

Non saprei in realtà sono sincero, avrei qualcosa da chiedere ad ogni artista che seguo e la lista è abbastanza lunga e non so se riesco a reggere tutti questi drink.

In amore ti capita di fare paragoni o non esisterà mai un’altra te?

Fare paragoni in una relazione o in amore, la trovo una cosa un po’ assurda. Ognuna è diversa dall’altra per questo penso che “un’altra te”, fortunatamente, non esiste, perché per quanto magari una possa somigliare all’altra, ti lascerà sempre qualcosa di nuovo o che sia in piccolo o in grande, in meglio o in peggio. Ci sarà sempre qualcosa di diverso che la differenzia, che ti colpisce, che ti fa stare bene o male, chissà..

Dai brutti momenti e dagli errori che lezioni hai imparato?

Che circondarsi di persone positive è il segreto per rinascere, quelle che sono pronte a tirarti su quando tocchi il fondo e che sono sempre pronte a rispondere “presente!” quando ne hai bisogno. Ho imparato a non ripetere gli stessi errori e a far si che io possa rimanere in piedi più a lungo possibile senza cadere in brutti momenti di nuovo.

Che emozioni prova un cantante a sentire il prossimo inedito che sta per diventare una canzone nuova?

Adrenalina. Adrenalina pura. Soprattutto quando passi la giornata in studio mentre sta nascendo quel nuovo pezzo. Quello in assoluto il momento più bello.

 

Nicolò Granone

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