PH: Chiara Mirelli
La razionalità tipica dell’essere umano può essere messa in discussione dalle variabili che non dipendono dalla propria volontà. Tante volte si cerca di affidarsi addirittura alle aspettative, andare oltre le difficoltà e i pensieri del quotidiano con uno slancio di ottimismo.
Come canta Willie Peyote, in tour estivo con tappe a Genova (Balena Festival), Torino (Flowers), Milano (Mi Ami), Bologna (Oltre) e varie date, “In teoria, tutto è più facile in teoria”.
Capita spesso di giocare con il proprio destinato, esponendosi in prima persona con sentimenti, relazioni, progetti e desideri, arrivando poi a concludere qualcosa di positivo o a rimanerci delusi come tutti quelli che rimangono fermi, in attesa che arrivi l’occasione giusta, senza però avere la voglia di andare in giro a cercarla.
Willie Peyote è un artista che passo dopo passo, brano dopo brano, ha saputo mettersi in gioco, andando con la sua musica oltre le apparenze, anche contro ad un mondo patinato solo ad un primo sguardo superficiale, riuscendo a rimanere autentico con rime da rapper e un cuore da sognatore.
Diciamo che ho voluto reinterpretare, nel ritornello della title track, la famosa immagine dello stare seduti sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere dei nemici aggiungendo che a forza di stare ad aspettare si rischia di vedere passare anche il proprio. Oltre ovviamente al riferimento ad un luogo iconico di Torino che si trova proprio sulla riva del fiume e che da sempre ha una grande importanza per la musica della città, i Murazzi.
Beh dai, comunque meglio del giorno dopo le ultime elezioni politiche. Lì veramente fu un giorno pesante. C’è da dire però anche che la deriva verso l’estrema destra che sta caratterizzando tutta l’Europa dovrebbe farci riflettere tutti.
No, credo che l’aspettativa errata sia pensare che se si cambia si cambi sempre in meglio. In generale credo che il cambiamento di per sé non sia una forma di aspettativa, ma credo debba essere un obbiettivo o qualcosa a cui si aspira, il senso della vita è cambiare nel senso crescere, conoscere, scoprire cose che non si sanno e di conseguenza esserne trasformati.
Non saprei se definirli assurdi, ma sicuramente oggi è un periodo storico nel quale occorre essere più presenti e esserlo in un modo diverso rispetto a quando ho iniziato, che si debba imparare a conoscere e utilizzare nuovi mezzi di comunicazione e che probabilmente altri ancora ne nasceranno nel breve periodo, quindi bisogna essere pronti a cambiare nuovamente. È cambiato il modo di ascoltare la musica e non può che di conseguenza cambiare il modo di farla, è naturale.
Perché in fondo per come sono strutturati ci hanno portato a metterci in un certo senso costantemente in vetrina, a mostrarci e a confrontarci con gli altri più di quanto credo sia necessario. Hanno ulteriormente amplificato il valore assoluto dei numeri come unico metro di giudizio collettivo e penso che questo non possa che portare ad aumentare anche l’individualismo in generale
Spero di sì, se è amore spero proprio che li sconvolga. Pensare di poter schedulare o pianificare l’amore è una forma di costruzione che lo uccide prima ancora di nascere. Per mia esperienza l’amore arriva quando non te lo aspetti e da lì in poi puoi solo lasciarti portare, ed è la parte più bella, no?
È la cosa più facile e contemporaneamente più difficile in assoluto. È facile perché in realtà succede senza che ci si possa fare nulla, si cresce, si invecchia ecc, ma torniamo al discorso del cambiamento di prima, come si diventa in realtà è un percorso che possiamo indirizzare. È sicuramente difficile ma dipende molto da come lo si vive..
Io ho un approccio molto razionale ai sogni, paradossalmente, perché credo che un sogno non realizzato possa diventare un vincolo e un macigno da gestire. Credo che i sogni vadano bilanciati da una buona dose di obiettività e calibrati in base alla loro effettiva possibilità di avverarsi. Detto ciò, i sogni sono un grande motore che ci spinge a fare e per questo sono convinto siano fondamentali nella vita di tutti noi.
Beh dai, non credo serva una scusa per puntare a stare bene. Anzi, capovolgo il punto, secondo me la possibilità di essere felici o comunque di stare bene, anche solo per un attimo, è un’ottima scusa per non avere paura di provarci. E di non smettere di provarci nonostante magari le precedenti esperienze non sono andate bene. Mi riferisco al campo delle relazioni umane, non solo sentimentali, perché sono convinto che non si possa essere felici da soli.
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