PH: Alessandro Conti
“L’amore resta” segna il ritorno di Dominic dopo l’ultimo brano “Vino Veritas” pubblicato lo scorso anno. Questa canzone è rimasta lì, ferma negli archivi segreti dell’artista, adesso però è uscita come segnale che certe cose possono stare ferme senza però sparire. Succede che alla fine di una relazione si possa prendere due strade separate, non salutarsi neanche più e fare finta di nulla. La verità che certi sentimenti rimangono lì ancorati al cuore, magari in quantità diversa, ma ci sono.
Se si sono provate certe emozioni, vivendo alcuni ricordi è impossibile che tutto si cancelli, anzi talvolta capita di intestardirsi trovando rifugio nella ragione, non pensandoci più. La verità è che “L’amore resta” e questo brano di Dominic lo ricorda anche chi non vuole più credere al romanticismo.
Sono andati via il rancore e la delusione ma soprattutto quella sorta di lutto che proviamo per qualcosa in cui abbiamo creduto e che si è sgretolato proprio davanti ai nostri occhi o che magari abbiamo cooperato a sgretolare. Quando “la polvere si assesta” e riusciamo a scorgere la nuova forma che ha assunto un sentimento, allora più che alla distruzione penseremo all’evoluzione e alla crescita.
Questo brano mi ha fatto provare molte sensazioni: in un primo momento, quando ho concepito il pezzo come una classica ballata piano e voce, ho avvertito la nostalgia e la solitudine. In seguito, quando in studio è diventato un pezzo più “upbeat” ho riscoperto sensazioni di ottimismo e di adrenalina, è un po’ come se producendola avessi compiuto anch’io quel viaggio che ho descritto dalla delusione all’evoluzione.
Lo stai chiedendo ad un cervellotico patologico che tende a voler razionalizzare, persino vivisezionare, sempre qualsiasi cosa. Ma col tempo inizio a pensare e soprattutto a incamerare, l’idea che non tutto può essere razionalizzato, non se vuoi vivere a pieno la vita e le sensazioni che arrivano.
Sì, ci credo. Non dico che è sempre possibile perché ogni caso è a sé e non dico nemmeno che possa essere un’amicizia come convenzionalmente si pensa che sia. Laddove c’è stato vero amore, si crea come un filo invisibile che unisce due persone in modo indissolubile: può mutarne la robustezza e la composizione, ma quel filo rimane.
Beh, io consiglierei senza dubbio Fred Astaire di Margherita Vicario, che descrive l’amore in tutta la sua prorompente semplicità facendoti dimenticare la “pesantezza” dei grandi classici e riportando l’amore ad una sfera più “terrena” però altrettanto viscerale.
Beh questo dipende da diversi fattori: quanto tieni sotto chiave i tuoi sentimenti e quanto reggi l’alcol? In linea generale, direi che un bel bicchiere di rosso aiuta sempre a sciogliersi e sentirsi più disinibiti.
Il disordine è il senso della vita; la vita è governata dalle regole del caos (che già di per sé può sembrare un paradosso) ed è inutile voler mettere in ordine o cercare di interpretare il disordine, è qualcosa di cosmico fuori dalla nostra portata ma anche incredibilmente stimolante ed eccitante! Per questo il caos va abbracciato: è quando smetti di volerlo controllare che accadono le cose più interessanti!
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