PH: Marcella Magalotti
Il 22 settembre, Dente sarà ospite alla prima festa Oltremare organizzata dall’associazione in Viaggio con Cilea a Varazze (Liguria), evento che nasce come occasione per riprendere contatto con la natura e con i suoi ritmi. Si arriva a piedi, con una passeggiata di circa un’ora, si guarda il tramonto sul mare, si ascolta lo stile crepuscolare delle canzoni di questo artista dal fare un po’ romantico, accostandosi con delicatezza alle bellezze dell’entroterra della riviera ligure e si torna a casa prima che faccia buio.
In occasione di questa manifestazione ci siamo confrontati con Giuseppe Peveri, in arte Dente, per capire il rapporto tra arte e natura, tra l’artista e il mondo esterno, tra luoghi ameni e città ingarbugliate.
Allora io non ho ancora visto il posto, ma da quello che so è una collina a strapiombo sul mare. Sicuramente farò una canzone che mi viene voglia di fare in posti molto belli, che in realtà esulta un po’ dal mio repertorio classico. Si chiama “Questa libertà” e faccio spesso in luoghi che mi fanno venire questa sensazione.
La libertà è una cosa difficile, Come diceva Lucio Dalla è faticosa. Ognuno credo che abbia la sua idea, non ne esiste una sola e unica. Io in quella canzone descrivo la libertà universale come dicevi tu. L’ho scritta durante la pandemia, quando ci siamo resi conto, in quel momento, che il mondo non è fatto di confini, il pianeta non è fatto di stati, nazioni o macchie colorate su una cartina ma è un tutt’uno. Forse ci siamo chiusi dentro queste cose perché abbiamo paura di tutta questa libertà che diciamo ce la stiamo un po’ togliendo perché ci spaventa.
Io non ho luoghi dove scrivo meglio, dove mi trovo meglio, dove faccio meglio. Sicuramente mi piace molto viaggiare e sono contemplativo. Posso stare almeno due ore su uno scoglio a fissare il mare. Mi piace scoprire posti nuovi che non ho mai visto e posti dove l’insediamento umano non è arrivato o è rimasto fermo nel tempo. Fatico quando vado nei posti e ci vedo quello che vedo a Milano o in qualche posto civilizzato. Quando vedo luoghi che diventano parcheggi per turisti quello mi dispiace. Sono sempre alla ricerca di luoghi veri.
La musica si può adattare a qualsiasi paesaggio nel senso che per ogni paesaggio c’è una musica che può calzare a pennello. Faccio spesso di scegliere la colonna sonora per le situazioni. Se sono sotto un tramonto in macchina, che sto guidando su un isola mi viene in mente magari una canzone, se è inverno e scende la neve ne viene in mente un’altra. Mi piace molto scegliere una colonna sonora per quello che sto vedendo. Musica e paesaggio sono due cose che possono andare molto d’accordo.
Non credo forse perché non mi sento mai apposto. Sono abbastanza irrequieto, soprattutto dentro, anche se da fuori non si vede, e sembro molto pacifico e tranquillo. Quindi non credo che ci sia un luogo specifico, ma riesco a trovare in ogni luogo l’irrequietezza, quindi ti direi di no.
Sicuramente. È molto utile entrare dentro le tempeste ed è molto utile uscirne anche diversi, magari ammaccati. Le tempeste servono a cambiare secondo me, e cambiare è una cosa molto utile da fare nella vita.
Mi piacerebbe molto saperlo, mi dispiace non vedere cosa succederà tra 100 anni. Io ho sempre immaginato il futuro come in alcuni libri di fantascienza viene immaginato, con una grande rinascita e la fine di un modello di vita e la scelta di un nuovo modello che si rifà al passato con una certa convivenza con la natura, di cui noi, non dimentichiamocela siamo fatti. Vedo un futuro molto green con energie pulite e rinnovabili, questo è quello che mi auguro per chi verrà dopo di noi.
Non sono molto ottimista, quindi non so se succederà per davvero.
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