PH: Andrea Boccalini
Per cambiare idea serve coraggio, per adattarsi bisogna capire come andare oltre ostacoli e imprevisti, riuscendo a trovare non solo un posto dove stare, ma anche un modo come stare.
Tommaso Di Giulio, pubblica Dinosauri, il suo nuovo album, per urgenza artistica dovuta alla necessità di confrontarsi con diverse tematiche che nascono dalle relazioni esterne e da ciò che succede nella vita delle persone intorno a lui, colpendolo però di riflesso in una maniera così forte e inaspettata da portare l’autore a ricercare dentro di se nuove visioni.
Il titolo di questo disco è evocativo e rimanda all’idea che davanti al futuro solo chi ha il coraggio di adattarsi ha le capacità per resistere e andare oltre, oppure per farcela bisogna rimanere legati talmente forte alle proprie convinzioni in modo da non farsi scombussolare dagli eventi, anche se il più delle volte, questo tentativo non riesce a portare ad una forma di evoluzione.
La scoperta, e di conseguenza la novità. sono metodi interessanti per vedere lontano, scoprire nuove strade, sviluppando una forma d’interesse positivo verso la vita, senza essere costretti a subirla passivamente.
Spero di no. Però la sensazione è quella… C’è sempre meno voglia e capacità di esprimere al massimo i propri sentimenti, come se fosse “cringe” essere romantici nella vita vera. Io, finché campo, cercherò di non far sfigurare la categoria.
Potrei citare Gazzè e sottolineare che “non è vero che il tempo fa il suo dovere e aggiusta le cose”, ma credo che sia un moto speculare: noi cambiamo, il tempo ci cambia. Però, e torno alle citazioni con Bowie: “time may change me but i can’t trace time”
“Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza”
Certo. Soprattutto gli imprevisti. Ma credo che su questo non si possa essere in disaccordo, no? In un modo o nell’altro tutto Dinosauri parla degli orizzonti di possibilità che si possono aprire a partire da un cambio di rotta, da un inciampo, da una deviazione inaspettata, da un imprevisto.
Non credo di essermi mai “adattato” alla mia musica, per quanto possa essere schiavo di una frequente urgenza espressiva. Non so se ho interpretato bene ciò che intendi con questa domanda, ma dal giorno zero posso dirti che la mia musica è cambiata e si è arricchita (o ha sentito il bisogno di riposare) grazie o a causa di ciò che la vita mi ha portato ad affrontare.
Si, più che i limiti, credo che sia fondamentale sfruttare le nostre paure come trampolino per superarle. Nel mio caso, perché credo sia opportuno non parlare per assoluti, l’affetto, la tendenza all’accudimento, l’apprensione (e un bel po’ d’ansia) nei confronti delle persone a cui voglio più bene sono spesso determinanti per innescare una scintilla di cambiamento che, in alcuni casi fortunati, porta ad un miglioramento personale.
“Five years” di David Bowie
“Once in a lifetime” dei Talking Heads
“Breve invito a rinviare il suicidio” di Franco Battiato
Qualche mistico ci riesce. Per quanto mi riguarda…Magari!
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