Un artista “fuori posto” che lascia il segno, una goccia alla volta. In questa puntata di Indie Talks abbiamo incontrato M.E.R.L.O.T, cantautore dall’anima intensa, per scoprire il suo nuovo EP, “Ofiuco”. Come il tredicesimo segno zodiacale, misterioso e incompreso, M.E.R.L.O.T riflette in musica la sensazione di essere fuori dagli schemi, ma con una determinazione che scolpisce emozioni profonde, canzone dopo canzone. Tra percorsi personali, collaborazioni e il potere evocativo dello zodiaco, ci ha raccontato un universo musicale fatto di autenticità, fragilità e voglia di lasciare il segno.
Mi sento molto legato a Ofiuco, non tanto per le sue caratteristiche zodiacali, quanto per il fatto che non viene accettato. Ho scoperto l’esistenza di questo segno solo qualche mese fa, grazie a un post su Instagram in cui si parlava del rifiuto generale di includerlo tra i segni dello zodiaco. Questa situazione mi fece sorridere e, con un pizzico di ironia, iniziai a usarlo per descrivermi. Spesso, infatti, mi sento fuori posto, un po’ come Ofiuco. Quando è arrivato il momento di scegliere il nome per il mio EP, non ho avuto dubbi: le canzoni che contiene sono dedicate a chi, come me, si sente sempre incompreso o fuori dagli schemi. In poche parole, “un po’ Ofiuco”.
Penso Fegato e Cuore, descrive perfettamente come mi sento e penso sia la canzone che più mi rappresenta.
Acqua, perché anche delle semplici gocce, con la giusta costanza, possono scalfire la roccia. È esattamente ciò che sto facendo: canzone dopo canzone, lascio cadere una goccia. Per gli altri può sembrare insignificante, ma io sono certo che, prima o poi, riusciranno a lasciare il segno. Magari ci vorranno dici, trenta anni o forse ancora di più, ma so che accadrà.
Assolutamente, io mi adatto al luogo in cui mi trovo, cambiando pensieri e umore a seconda dell’ambiente che mi circonda.
Sinceramente non seguo molto l’astrologia, a volte mi capita di leggere qualcosa riguardante il mio segno e mi lascio influenzare, ma diciamo che in generale non ci sto molto dietro.
Mi affido all’universo, quindi diciamo di sì. Romanticamente è bello affidarsi alle stelle.
Diciamo un po’ tutti: ho condiviso pezzi di me con ognuno di loro. Forse, se devo dirla tutta, sono rimasto molto colpito da Piazza Bologna con cui ho scritto Lily, ha esternato una sua parte che tiene nascosta ma, a parer mio, invece, è fortissima.
Sempre, ormai vivo alla giornata, non ho piani precisi e non so cosa succederà domani. No vabbè dai, domani sì, però tra tre mesi no.
Fregatevene, agli altri non importa nulla di cosa facciamo e come lo facciamo quindi fate quello che vi fa stare bene, vivete per voi stessi e non per gli altri.
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