Di Andrei Lepadat
Sanremo Giovani rappresenta un trampolino di lancio verso la kermesse della canzone italiana, e Bosnia è stato in grado di eccellere, arrivando alla semifinale del 10 dicembre.
Filippo Bosnia, in arte conosciuto come Bosnia, è un ragazzo di origini napoletane, classe ’98, rapper e producer. Dal 2006 inizia a comporre i suoi primi versi, prendendo ispirazione da un movimento Hip Hop che stava crescendo in Italia, arrivando a comporre il suo primo brano registrandolo e arrangiandolo in maniera indipendente.
Il cantante gareggia con la canzone “VENGO DAL SUD”, in cui racconta l’esperienza di chi abbandona il nido dei genitori, delle proprie radici, e parte per cercare nuove opportunità. Il brano ci porta a immergerci nelle tradizioni e nella comunità del Sud, mettendole in contrasto con la rassegnazione di chi rimane e la frustrazione di chi decide di partire. La musica richiama i ritmi tradizionali, mescolandosi al genere pop e alla musica elettronica, andando a creare un mix di sonorità che spaziano tra rap in dialetto napoletano e melodie italiane, sfociando in un alternative R’n’B.
Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Bosnia e istaurare un dialogo interessante sul suo percorso artistico e personale, mettendo in luce i suoi lati più sinceri in merito alla sua esperienza a Sanremo Giovani.
“Quando ho ricevuto la notizia, è stato un mix di emozioni: felicità, incredulità e tanta gratitudine. Non me lo aspettavo, perché so quanto sia alto il livello dei partecipanti, ma ci speravo profondamente. È un’esperienza intensa, un sogno che si realizza, ma anche una grande responsabilità. Sto cercando di viverla al meglio, senza farmi sopraffare dall’ansia, ma piuttosto trasformandola in energia positiva.”
“È un traguardo importante, ma soprattutto un punto di partenza. Essere in gara significa avere l’opportunità di portare la mia musica davanti a un pubblico più ampio, far conoscere la mia storia e dimostrare che i sogni si possono realizzare con impegno e dedizione. Per me è un’occasione per raccontare chi sono e da dove vengo, con orgoglio e autenticità.”
“Prima di salire sul palco cerco di isolarmi per qualche minuto, chiudo gli occhi e mi concentro sulla performance. Ripeto mentalmente alcune frasi motivazionali e faccio qualche esercizio di respirazione per calmare i nervi. Inoltre, ascolto sempre una canzone che mi carica, di solito qualcosa che mi ricorda perché amo fare musica.”
“Mi mancano tantissimo la mia famiglia e gli amici. Mi manca anche la lentezza della città, quel modo di vivere il tempo in maniera più rilassata e umana rispetto al ritmo frenetico di Milano, dove mi trovo ora. A volte è difficile, ma cerco di portare con me un po’ di quell’essenza partenopea ovunque vada.”
“Sceglierei Mace. La sua capacità di creare atmosfere musicali uniche e coinvolgenti si sposa con la mia passione per la produzione e la ricerca sonora. Ha un approccio visionario alla musica e sarebbe incredibile esplorare come i nostri due mondi musicali potrebbero unirsi.”
“Penso che la differenza la faccia l’autenticità. Non basta una buona voce o una canzone orecchiabile, serve la capacità di arrivare al cuore delle persone. Se riesci a trasmettere emozioni vere, allora hai fatto centro.”
Nella società del tutto e subito anche le esperienze vengono vissute, e soprattutto processate dall'essere…
"Have you ever been compelled? Under a spell? From a protagonist who knows you far…
Come writers, and critics, who prophesize with your pen, and keep your eyes wide, the…
Per fare una rivoluzione si può iniziare prendendo in mano una chitarra, dando così una…
Gianluca Todisco sperimenta viaggiando attraverso il ritmo, il suono e il silenzio per ascoltare le…
L'arte è un sistema complesso con il quale l'uomo entra in contatto per esplorare nuove…