Napoli, il rap, la vita di DEDU tra delusione e riscatto, crisi di passaggio e voglia di prendersi in mano il futuro. Quali sono le regole per capire come raggiungere i propri obiettivi, riuscendo a mantenere un contatto tra realtà e immaginazione?
DEDU scrive una canzone introspettiva che riflette sulle insicurezze dei giovani d’oggi che spesso sono affascinati dall’idea di mollare tutto, cercando la speranza di scappare altrove, anche se hanno la consapevolezza che per cambiare è importante non solo l’azione, ma anche raggiungere un equilibrio personale, prima di lasciarsi trasportare completamente dagli eventi, rimanendo affascinati dalla possibilità di viverne in balia.
Il coraggio e il furore sono due caratteristiche da non sottovalutare, è importante però anche riuscire a stabilire un focus sugli eventi, senza inseguire la fretta e il desiderio di una rivoluzione.
DEDU è un artista di Napoli che ha iniziato a fare musica per gioco e per divertimento già da piccolo.
I miei genitori mi regalarono a 10 anni una chitarra ma poco dopo mi resi conto che quello che mi piaceva era scrivere e cantare.
La musica rap per la prima volta me la fece sentire mio fratello maggiore.
All’epoca ci sentivamo i Cosang e Marracash ogni secondo e all’età di 14 anni iniziai a scrivere le prime canzoni per provare.
E cosi mi sono innamorato della musica ancora di più fino a volerne fare un lavoro.
Cosi tramite mio fratello conosco Yume due artisti napoletani che producono e iniziamo a collaborare per fare musica.
In questo momento mi sento felice anche se credo che la felicità non sia una cosa continua nel tempo ma che sia fatta di momenti felici raggiungibili solo se sempre in movimento.
La mia vita e la mia musica sono influenzate da Napoli in tutto. Sono nato e cresciuto qua, sono napoletano e ragiono da napoletano sia nella mia vita che quando scrivo.
Credo che senza Napoli ad oggi sarei un’altra persona.
Nella società di oggi si.
Si, cambiare ti da la possibilità di scoprire conoscere e fare tue cose che prima magari ti sembravano completamente in un altro modo.
Secondo me dipende dall’artista.
Anche se mi rendo conto sempre di più che nella musica mainstream si pensa più ai numeri e a quanto vendi rispetto a che cosa stai dicendo.
Basta uno sguardo.
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