PH: Ufficio Stampa
Ogni persona cerca di costruirsi il proprio futuro, facendo scelte per progettare il proprio domani. Ecco, Chicco Noir cerca la sua “Luna propria” guardandosi all’interno di esperienze e sensazioni provate sulla pelle, con la malinconia e la nostalgia di un giovane che deve diventare grande, anche se sa che questo tipo di processo non sarà sempre facile.
Le sei canzoni presenti all’interno dell’Ep hanno una leggere tristezza che si mischia nelle influenze musicali dell’indie pop, la rabbia della musica rock e il coraggio delle barre rap. L’artista si sofferma sull’insicurezza di una generazione che davanti a tante domande ha la sensazione che tutto può cambiare, non per forza riuscendo a realizzare una stabilità necessaria e ricercata.
Nostalgia e amore sono alla base dell’arte.
La mia musica è prettamente nostalgica. La nostalgia può sembrare triste come sentimento ma non è altro che un ricordo vissuto e positivo che sai che non tornerà ma rimane nel tempo; così definirei la mia musica: un viaggio nella nostalgia. Le mie canzoni sono le tipiche canzoni che ascolti da solo/a o con persone con la quale hai un legame intimo e stretto, non in gruppo.
Oltre a me e al me da bambino, voglio dar voce a tutte quelle persone che vivono in contesti sociali che li rendono insicuri e a tutte quelle persone che hanno una guerra propria interna, a chi lotta contro l’invisibile, a chi ha tante domande per poche risposte.
Sì.
Penso sia fondamentale vedere il positivo nel negativo e trasformarlo in qualcosa di più grande rendendolo quasi un punto di forza. Il mio EP Luna Propria nasce proprio da questo alla fine.
Penso che ogni tipo di ‘’credenza’’ o ideologia possa cambiare la vita delle persone, è ovviamente soggettivo. Ammetto che mi mancano tante informazioni a riguardo ma è un mondo che nell’ultimo anno, grazie a tante conoscenze, mi affascina (magari per la prossima intervista avrò più informazioni e potrò rispondere in modo più decente hahaha)
Va a momenti. Sono felice e grato di poter vivere in una città caotica e affascinante come Barcelona. A volte mi manca stare in paese, per disconnettere dal caos della città, però so che non ci tornerei a vivere (spero questa intervista non la legga mia mamma).
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