
New Indie Italia Music Week #238
“La pioggia cade su di noi. La gente non sorride più
Vediamo un mondo vecchio che. Ci sta crollando addosso ormai
Ma che colpa abbiamo noi … Sarà una bella società
Fondata sulla libertà. Però spiegateci perché
Se non pensiamo come voi. Ci disprezzate, come mai
Ma che colpa abbiamo noi”
(Che colpa abbiamo noi – The Rokes)
Correva l’anno 1966 e una giovane band cantava un mantra che a distanza di 60 anni non passa mai di moda. Ci sarà sempre qualcuno più adulto di te che avrà qualcosa da ridire rispetto ai tuoi pensieri, alle tue inclinazioni , ai tuoi ideali e persino rispetto alla musica che ascolti.
Ma non ti curar di loro, guarda, non fare gestacci, e passa. Sarà una bella società la nostra, fatta di libertà e di musica!
Acquista consapevolezza della tua autenticità!
Proteggiti dalle intemperie sociologiche attraverso la scoperta dei migliori nuovi brani #IndieItalia della settimana, scelti e recensiti dalla redazione.
Sciallà
“Sciallà” resta addosso come il sole che non se ne va nemmeno dopo il tramonto. È un invito sussurrato a lasciar perdere, a non rincorrere niente, a togliere peso alle cose, ma senza mai perdere il controllo del ritmo. I Nu Genea tornano con un pezzo che sa di sudore e brezza salata, di corpi che si muovono lenti in una sera d’estate che sembra non finire mai. La struttura è precisa, levigata, ma non smette di vibrare sotto la superficie. Ogni suono sembra arrivare da un altrove che conosci già, anche se non ci sei mai stato.
Non c’è nostalgia, non c’è pretesa. Solo un modo tutto loro di stare nel presente: percussioni che pulsano, tastiere liquide, voci che si rincorrono senza mai raggiungersi davvero.
E in mezzo, quel “sciallà” che non è solo un titolo, ma un piccolo gesto di autodifesa. Una carezza che sa diventare distanza.
È un brano che ti prende per mano e ti porta via. Non importa dove, basta che si balli.
(Serena Gerli)
Nu Genea: 8,5
Il Mago
“IL MAGO” è una canzone pop dal sapore estivo dove CIMINI racconta, in un intreccio di chitarre acustiche, tastiere e bassi decisi, un amore intenso e fugace, che brucia come un fiammifero e si spegne con un soffio di bugie. Il ritornello gioca con l’immaginario della magia per descrivere il disincanto di un momento che sfugge, come una goccia scivola in una mare di sbagli.
L’autore ha spiegato che Il Mago è una canzone che affronta i contrasti dell’amore, utilizzando immagini forti e ruvide come denti che si toccano, dita che affondano nel cuore e corpi che si sfiorano per accendersi come fiammiferi. Ha aggiunto che il ritornello rappresenta una via di fuga, o forse soltanto un tentativo di allontanarsi dai propri errori, “che ritornano again and again”. Secondo lui, melodia e armonia riescono a tenere insieme questi contrasti in modo naturale.
Cimini: 7.5
‘U Pisci Spada
Dopo la vittoria a Musicultura 2024 e la pubblicazione del suo album d’esordio Non c’è mare, il giovane cantautore siciliano Nico Arezzo continua il suo percorso di sperimentazione sonora con un omaggio alle radici e alla tradizione della sua terra. Il 27 giugno esce per Artist First la sua reinterpretazione di “’U Pisci Spada”, brano scritto da Domenico Modugno nel 1970, ispirato da un articolo di cronaca che raccontava la struggente storia di due pesci spada inseparabili.
Una canzone che parla d’amore, di perdita, di mare – elementi centrali anche nella poetica di Arezzo.
«Era una sera qualunque – racconta Nico – avevo voglia di suonare senza schemi. Tra suoni, odori e sapori che mi riportavano a casa, ho incontrato questa canzone di Modugno. La sua voce mi ha condotto su un peschereccio siciliano, tra reti e attese, in una storia che sentivo mia. Ho voluto prenderne in prestito parole, melodia e delicatezza, con la speranza di aver avuto la stessa cura con cui lui, inconsapevolmente, mi ha riportato a casa.»
Dopo sei mesi intensi in cui ha girato l’Italia cantando dal vivo – tra la promozione del suo album di debutto Non c’è mare e l’apertura delle date messinesi del tour di Laura Pausini – Nico Arezzo torna con un nuovo brano, confermando la sua continua crescita artistica e il profondo legame con la Sicilia, terra che resta una costante fonte di ispirazione per la sua musica.
Nico Arezzo: 7.5
Musica elettronica
Musica elettronica non è fatta per distrarre.
Ha dentro di sé la consapevolezza di continuare a manifestare. Di resistere.
Queste parole sono il messaggio con cui lei stessa sceglie di presentare il nuovo brano.
Miglio non è un artista banale che fa le cose tanto per fare o perché lo chiede il mercato. La sua consapevolezza è qualcosa di sporco, oscuro, tagliente e profondo, che parla di abbandono, speranza e nuovi orizzonti. Il buio pian piano lascia spazio all’energia e al suono, in questo caso, di musica elettronica che esplode in lontananza.
(Nicolò Granone)
MIGLIO: 8
Dove ti porto?
Il cantautore salentino Carmine Tundo torna con “Dove ti porto?”, un brano intenso e viscerale disponibile dal 25 giugno 2025 per Discographia Clandestina. Più che una semplice canzone d’amore, è una confessione carnale e poetica, un inno alla sopravvivenza dove eros e fragilità si intrecciano. Il ritornello, “Dimmi dove ti porto?”, è un’ossessione emotiva che spinge alla fuga e alla scoperta reciproca.
I paesaggi del Salento diventano metafore interiori: porti reali e dell’anima in cui l’amore nasce, si perde e si trasforma. Tra immagini evocative come una sirena col cuore rotto, il protagonista si racconta come un naufrago dell’esistenza, alla ricerca di senso e verità. La passione non è decoro ma sostanza viva, mentre il finale sussurrato lascia spazio a una rinascita possibile.
È una ballata salata, sensuale e cruda, che interroga chi ascolta e continua a pulsare anche dopo il silenzio. Un viaggio emotivo che parte dal Salento ma tocca chiunque abbia amato senza riserve.
Carmine Tundo: 7.5
Desgraçado
«DESGRAÇADO è uno dei brani a cui sono più legato di tutto il progetto. È un pezzo che nasce da una frattura emotiva profonda, ma prende vita in una forma baile funk sporca, movimentata, malinconica, quasi contraddittoria. Amo questa traccia perché riesce a tenere insieme due estremi: da una parte la rabbia, dall’altra l’ironia.
«È un brano che ti fa muovere anche mentre ti spezza il cuore, che ti fa sudare mentre ti racconta una storia triste. Questo cortocircuito tra tristezza e movimento è il cuore della traccia.
DESGRAÇADO è una ferita che balla. Ed è per questo che resta uno dei capitoli più importanti del disco, prodotta insieme a Vincenzo de Fraia, produttore italiano con base a Londra», racconta Ethan.
Ethan: 8.5
La Tempesta
Il cantautore e producer MET torna il 29 giugno con La Tempesta, il quarto brano estratto dal progetto discografico attualmente in lavorazione.
La Tempesta è un brano che unisce il cantautorato italiano a sonorità elettroniche e suggestioni pop internazionali, dando vita a una traccia intensa e dinamica. La cassa dritta e le chitarre incalzanti – tratto distintivo dell’artista – si intrecciano a testi che esplorano temi come il cambiamento, le connessioni umane e la trasformazione.
Il brano nasce durante un periodo di scrittura trascorso in Brasile, nella magica cornice di Jericoacoara: un luogo di vento costante, kite surf e incontri carichi di significato. Esperienze vissute in prima persona da MET e tradotte in musica e parole con autenticità e profondità.
Con La Tempesta, MET conferma la sua capacità di creare un ponte tra emozione e ritmo, invitando l’ascoltatore a ballare, riflettere o semplicemente lasciarsi attraversare.
Met: 7,5
Sympathia
“Sympathia” di SUPERMARKET è un manifesto generazionale che vibra di vulnerabilità condivisa e forza collettiva. Le trame elettroniche liquide insieme al drum and bass, costruisce un tappeto sonoro denso ma arioso, dove ogni beat sembra trasudare dolore e speranza. “Sympathia” è un’eco che parte da dentro e tocca ogni ascoltatore. Un inno silenzioso alla fragilità come forma di resistenza.
(Ilaria Rapa)
SUPERMARKET: 8
Ansia
Disarmante ed estremamente sincero, il nuovo singolo di Matteo Alieno trasforma il malessere comune in un inno gentile ad essere liberi. Tra testi che sembrano confessioni scritte su un diario a fine giornata e arrangiamenti raffinati dal sapore retrò, Matteo racconta con lucidità e ironia il peso delle aspettative e l’urgenza di rallentare. I cori dei bambini, registrati nella sua ex scuola media, aggiunge quel tocco di tenerezza capace di alleggerire anche i pensieri più cupi.
(Ilaria Rapa)
Matteo Alieno: 7,5
Serie Crime
Mameli ritorna con un nuovo brano, un midtempo dal sapore malinconico, che tratteggia una storia d’amore in bilico, tra silenzi carichi di tensione e colpi di scena emotivi. “Serie Crime” descrive un legame che sembra tratto da un romanzo giallo sentimentale: una relazione ad alta tensione con drammi silenziosi ed emozioni che possono ferire più delle parole.
Il mood è sospeso, quasi noir, in cui la produzione minimale diventa spazio per il cantautorato riflessivo di Mameli. Basso e chitarra sono delicati, le tastiere leggere, qui la bassa tensione melodica amplifica quel senso di sospensione narrativa, sembra di essere in una scena girata in slow-motion.
“Colpi di scena e silenzi che fanno piú rumore delle parole” sintetizza l’essenza del brano: le pause, i non detti e i gesti mancati diventano i protagonisti.
Non dobbiamo far altro che lasciarci trasportare da questa storia d’amore che sembra un evento narrativo.
(Benedetta Rubini)
Mameli: 8,5
Senno di Poi
Radiografie attuali sullo smarrimento tra palazzi e piazze, “Senno di Poi” affascina per la sua sonorità urban-pop contaminata da synth notturni e beat soffusi che ricordano atmosfere da road trip. Il testo offre frammenti di vita in città, saturi di rumori, rimpianti e sensi di colpa. Ogni muro, stazione e piazza diventano presenze silenziose che ricordano i passi e le scelte fatte con il senno di poi. È una sorta di geografia interiore, di chi anche nei luoghi familiari si sente estraneo, un’esplorazione emotiva tra la quotidianità e il desiderio di fuga. La forza di questo brano è nell’onestà: è una piccola esplorazione urbana e Provinciale ci racconta che a volte gli errori valgono tanto quanto le scelte giuste.
(Benedetta Rubini)
Provinciale: 8
Pietro Come Fai
Pietro è un alter ego, una persona qualsiasi che rappresenta la nostra generazione sospesa tra precarietà e speranza, voglia di costruire e paura di cadere e fallire. Tutti gli strumenti utilizzati sono in legno, un richiamo vintage che non rinuncia alla freschezza del sound contemporaneo, abbiamo un folk-pop versatile e raffinato. Il testo disegna un viaggio ritmico tra accelerazioni e frenate, c’è un costante movimento ironico e riflessivo. Pugni lancia doppi sensi, lasciando all’ascoltatore la libertà di interpretazione.
“Pietro come fai” è una ballad metropolitana che parla di generazioni, di sogni e piccoli disastri notturni, una ballad che può parlarle a chiunque la ascolti.
(Benedetta Rubini)
Pugni: 8
Call Me Resurging (EP)
“Call Me Resurging” non è solo un EP, ma un punto di rottura. Sei tracce per interrogare il presente, senza mitizzare il futuro. Nessuna estetica retrofuturista, nessun feticismo per la tecnologia: l’intelligenza artificiale qui non è un accessorio creativo, ma un interlocutore vero, scomodo, persino emotivo.
La collaborazione con Sophia the Robot non è una provocazione, ma il centro di un lavoro che mette in discussione cosa significa creare oggi. I Brucherò Nei Pascoli spingono il loro linguaggio verso territori finora inesplorati: fuori dal rock, dentro un’elettronica densa, stratificata, percorsa da glitch e loop ossessivi che sembrano voler bucare la superficie.
Non c’è estetica dell’eccesso, ma un rigore ruvido. Le tracce si costruiscono su strutture ripetitive e materiali grezzi, rifiutando tanto l’orecchiabilità facile quanto la forma-canzone tradizionale. Tutto il lavoro sembra muoversi in bilico: tra umano e non-umano, tra lucidità e spaesamento, tra corpo e codice.
Call Me Resurging non è un viaggio in territori dove la tecnologia e l’umano si sfiorano, si scontrano, si confondono. È un’esplorazione che lascia aperte domande, ferite e pulsioni nascoste, in cui il suono diventa un linguaggio, capace di raccontare quel che sfugge alle parole. Un racconto sonoro che pulsa tra inquietudine e fascinazione, come un respiro incerto tra macchina e carne, tra presente e futuro.
(Serena Gerli)
Brucherò nei Pascoli: 9
Zona Safe (EP)
Il primo EP di Salvomè si muove tra confini sottili, quelli di un luogo tanto reale quanto emotivo: la “zona safe”, lo spazio in cui si può essere davvero sé stessi, protetti e al sicuro, ma anche pronti a spingersi oltre. Un rifugio che non è solo isolamento, ma tensione continua tra il bisogno di sicurezza e il desiderio di scoperta.
Qui, sonorità urban, pop ed elettroniche si intrecciano a chitarre classiche ed elettriche, modellando un’identità sonora che si fa riconoscibile senza urlare. È un viaggio in equilibrio precario, un dialogo tra intimismo e apertura, tra comfort e rischio: ogni traccia racconta la fatica e la bellezza di mettersi in gioco, di uscire dalla propria bolla per cercare una voce più autentica.
“Zona Safe” non è solo un titolo, ma un manifesto delicato e sincero di chi vuole costruire muri che proteggono, ma anche porte che si aprono. Un esordio che guarda avanti, segnato da un sound internazionale ma mai freddo, capace di far sentire vicini mondi diversi e di restituire quella sensazione rara e preziosa di trovarsi davvero a casa, dentro e fuori.
(Serena Gerli)
Salvomè: 8-
Sceglierei il mio cane
È l’egoismo che porta l’essere umano ad aggrapparsi a qualcosa, quando tutto va male o è solamente un bisogno dovuto dall’istinto di sopravvivenza? Questa canzone nasce dall’amore per il proprio animale domestico che in realtà è la descrizione di un rapporto che va oltre ogni possibile differenza e cresce dalla gratitudine e dalla comprensione anche quando le parole non servono, anzi basta un semplice sguardo a chiedere, e soprattutto dare affetto.
Il cane più che un simbolo diventa veramente una parte importante dell’esistenza, amico sincero con il quale riuscire a condividere diverse esperienze, con la consapevolezza e la sincerità che esistono legami che fanno aldilà di generi e specie. Quando fuori tutto sembra esplodere, ci sarà sempre qualcuno che scodinzolerà al nostro arrivo, rendendo così anche il caos qualcosa di più semplice.
(Nicolò Granone)
RIP: 7,5
PER UN MILIONE DI EURO
Una vita in affitto dove anche l’amore ha un prezzo. PER UN MILIONE DI EURO è il brano estivo di Mazzariello, il tormentone che prende in giro il capitalismo. Con il caldo quanto sono pesanti poi tutti gli obblighi sociali, alzarsi al mattino e andare a lavorare. Anche diventare grandi è una gran fatica. Tutto questo sudore avrà un costo?
Ma per tutto il resto esiste il romanticismo, quello che fa scrivere canzoni, leggere poesie e perché no, tornare a casa ubriachi con il portafoglio vuoti, soluzione e aspirazione che diventa sia antidoto, sia speranza per un futuro migliore, dove ognuno riuscirà finalmente a fare quello che li pare, soprattutto con chi vorrà.
Agnese, salvaci tu!
(Nicolò Granone)
Mazzariello: 7