SANTAMARIA è un trio italo-pop nato tra le radici campane e l’elettricità torinese, dove i synth abbracciano l’anima e raccontano fragilità con stile. Con la voce magnetica di Francesca Saladino, le corde evocative di Benedetto Salamone e i synth sognanti di Alfonso Buono, il progetto vibra tra poesia urbana e riflessione intima.
Già quattro i singoli all’attivo, tra beat ovattati e melodie notturne che sussurrano trasformazioni, inciampi e rinascite. SANTAMARIA non suona soltanto: cura le ferite danzando, accende mondi interiori e invita a perdersi per ritrovarsi.
Oggi, li intervistiamo in occasione del loro ultimo singolo dal titolo “Tropicana”: un singolo che narra di una storia che volge sul finire disperdendosi progressivamente con l’estate, sempre più rarefatta e impalpabile ma allo stesso tempo, portatrice di nuove consapevolezze.
Raccontando alcuni punti di vista forse un po’ scomodi penso sia inevitabile, ma non è un qualcosa di ricercato. Diciamo che può capitare, però il nostro intento è più quello di spingere l’ascoltatore a riconoscersi nei testi e magari elaborare una riflessione interiore inespressa.
Il coraggio è relativo se in quelle idee ci credi davvero, ci saranno sempre persone che ti amano e altre che ti odiano, il punto è: qual è l’obiettivo? Il nostro, ad oggi, è ancora l’autenticità e spero possa continuare ad essere così anche in futuro, nel nostro piccolo.
Ne esistono moltissime in realtà, ma siamo bravissimi a non accorgercene e a mentire a noi stessi pur di non affrontare la nostra autenticità. Le nostre canzoni sono un po’ una sorta di ricerca di questa autenticità.
Ci piacerebbe far uscire un EP, anche se siamo ancora dubbiosi sulla strada da intraprendere. (BENNY)
Superare i nostri limiti, reali o supposti che siano. (ALFONSO)
Volevamo raccontare una storia vera e propria, che parte da un incontro e finisce in un addio, un amore violento e breve nel tempo di un temporale estivo, e sarà presto disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Ogni oggi è stato un domani e ogni domani sarà presto un oggi, ma soprattutto ogni domani dipende strettamente dall’oggi, nel senso che ogni passo sta tracciando la nostra strada giorno dopo giorno. Nonostante questo, pensiamo che gli errori di ieri non dovrebbero definire il domani come se fosse una foto, ma piuttosto un video: quel che sono stata ieri mi ha portata dove sono oggi, ma oggi io sono altro. (SOLE)
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