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Cesare Blanc: “Inseguo l’imprevisto della possibilità” | Intervista

Di situazioni complicate è piena la vita e a volte si finisce come Cesare Blanc, incastrati, in certe “Sabbie Mobili” dentro le quali si rischia di affondare. Ci sono relazioni che s’inceppano, rimanendo bloccate su se stesse oppure si vive in stanze troppo piccole che non riescono a contenere tutti i sogni.

Invece di abbattersi dalle circostanze, si può provare a trovare una soluzione, imparando a respirare anche in fondo al mare.

Una riflessione sull’incertezza del futuro è la traccia di questa canzone che, con il suo stile indie pop, riesce a lasciare un minimo di speranza, e spensieratezza. Se del domani non vi è certezza, vediamo che succede.

INTERVISTANDO CESARE BLANC

Perché alcune relazioni finiscono all’improvviso, ma i sentimenti non si spengono così facilmente?

Penso che le relazioni non finiscano all’improvviso, ma siano un lento processo che piano piano porta a una decisione. Molte volte anche dopo una relazione i sentimenti continuano a durare , si può restare amici, si può essere ancora innamorati , si può non vedersi e parlarsi mai più.

Quello che resta è la certezza che l’altra persona ha fatto parte della nostra vita , che il periodo sia stato breve o lungo,  e che di sicuro ci ha dato e qualche volta anche tolto qualcosa. 

Di conseguenza cerco di prendere e imparare tutto ciò che posso da una relazione che sia d’amore o d’amicizia o di lavoro .

Infatti tutto però è incerto, imprevedibile e può cambiare?

Tutta la vita è piena di imprevisti, ci sono cose che cambiano da un giorno all’altro e cose che cambiano dopo 20 anni, io cerco sempre di accogliere il cambiamento a braccia aperte. Ascoltarmi dentro e capire cosa mi fa stare bene e cosa male è un esercizio che sembra banale ma in realtà non lo è affatto.

PH: Ufficio Stampa

Sabbie Mobili è la paura  di rimanere incastrato dentro certe situazioni?

Sabbie mobili è rimanere incastrati, sentirsi risucchiati dal vortice delle aspettative a discapito dei sogni che si hanno, ma il brano è proprio un modo per cercare la forza di dire no,  di continuare a sognare anche quando questo peso ti schiaccia, quando l’incertezza fa da padrona. Proprio perché l’incertezza è un dramma delle nostre generazioni, non deve spegnerci anzi deve darci la spinta per sognare ancora più in grande. È stato un lungo lavoro di scrittura, l’ho scritto e riscritto tante volte prima di trovare le parole giuste.

Il mio intento era cercare di esprimere quanto possano essere pesanti certe situazioni, ma dare anche una via d’uscita, ribadire che si può sempre e comunque e ancora “volare in ogni favola”. Una menzione da fare assolutamente è al mio produttore Maurizio Mariani che ha messo in musica tutti i miei pensieri su carta in un modo assurdo e ad Aspro dischi che mi ha pubblicato.

Il tuo sogno più grande?

È una domanda alla quale non so rispondere perché ho tanti sogni e ognuno è importante ma credo che tra i sogni più grandi che ho ci sia quello di continuare a sognare per tutta la vita.

I cantautori hanno una tendenza al pessimismo?

Non credo ci sia una tendenza al pessimismo, credo che dipenda anche dall’epoca in cui si vive. Oltre  a questo, parlando personalmente, mi viene molto più facile scrivere di cose “tristi” ma che poi trovano una spazio felice come se scrivere e mettere su carta pensieri più cupi in qualche modo esorcizzi il dolore, renda felicità ciò che non lo è.

A che tipo di persone vorresti dire goodbye?

In realtà non ho un tipo di persone alle quali dire goodbye perché sono convinto che da qualsiasi persona si possa imparare qualcosa e che chiunque si incontra sul proprio cammino aggiunga qualcosa alle nostre vite e ci dia sempre nuovi spunti, nuove idee, nuove visuali.

Non lo faccio più è una bugia che dici spesso?

Non lo faccio più è una bugia che mi sono detto tante volte ma che altrettante volte si è trasformata in verità. Credo sia una cosa che capiti a tutti in qualsiasi ambito dal lavoro, all’amore, alla vita sociale.

Con Roma hai un rapporto d’amore e odio, pensi che sia una città per musicisti?

Il mio rapporto con Roma è senza dubbio più d’amore che di odio è stata la città che mi ha accolto subito dopo la maggiore età e nella quale ho vissuto per 13 anni. Una città che ti lascia senza fiato, ti fa innamorare e che ha un posto riservato nel mio cuore e alla domanda se sia o non sia una città per musicisti risponderei che Roma è una città per tutti. 

 

Nicolò Granone

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