Lost Kids è un interessantissimo nuovo progetto, nato grazie alla collaborazione tra Morow e Atoker, due giovani artisti romani che hanno deciso di sperimentare insieme.
La loro musica varia tra sonorità indie, basi trap elettroniche e testi introspettivi che fanno da sfogo ai sentimenti e alle paure. Qualcuno gli ha già paragonati agli Psicologi, ma loro promettono che questo e solo l’inizio. Siamo sicuri che saranno capaci di stupirci augurandogli di suonare la prossima estate sui palchi di quei Festival che ci piacciono tanto.
Gate 27, uscito il 4 ottobre, è il primo estratto del loro album, affronta la tematica dell’abbandono in varie fasi della vita, dai banchi ad oggi, da quando si era troppo giovani per capire a quando è troppo tardi per farlo. Il tema centrale dell’album è il rifiuto della teatralità della vita, ma l’inevitabile prender parte a questo. La contrapposizione fra autocompiacimento e autocommiserazione, fra fallimenti e voglia di riscatto, fra ciò che erano prima i due autori e ciò che sono ora i Lost Kids.
Siamo un duo di artisti romani di 23 e 24 anni, cantiamo e produciamo i nostri pezzi, non incarniamo un genere in particolare ma spaziamo dall’indie, con contaminazioni elettroniche, ad una trap più emotiva. Il progetto nasce due anni fa dall’esigenza di sperimentare e confluire le esperienze pianistiche e da band di Morow con quelle da dj e producer di musica elettronica di Atoker.
Si, alcuni ce l’hanno fatto notare dopo l’uscita di Gate 27 e apprezziamo il paragone, ma non ci riconosciamo solo in quel genere, come vedrete presto, il cambiamento è alla base del nostro progetto.
Letteralmente la canzone tratta della scomparsa di una persona molto cara ad uno di noi mentre era fuori in vacanza e il conseguente senso di abbandono che nasce al ritorno, proprio fuori dal gate dell’aeroporto. In senso figurato, il Gate rappresenta il punto di raccordo fra la vita e la morte, sottintendendo quale sia il prezzo di ricongiungersi coi propri cari.
Senza dubbio rimorsi, se oggi siamo qui a fare ciò che amiamo è solo grazie ad una serie infinita di sbagli.
Ci sentiamo di poter parlare di ciò che vogliamo e viviamo senza nessun tipo di restrizione, un linguaggio diretto e tematiche personali sono alla base della nostra scrittura. La museruola di cui parliamo è quella che si indossa ogni giorno, per paura dei giudizi, la musica è il nostro mezzo per liberarcene.
Si, la scrittura ci aiuta ad esorcizzare i nostri mostri, è un mezzo per scoprirsi, scendere a patti con se stessi e imparare a convivere con i propri trascorsi. La composizione di un testo è frutto di una ricerca emotiva e di lavoro in studio. Alle volte può venire tutto in una notte, anche se in genere impieghiamo settimane.
È difficile a dirsi, crediamo che il rap rifletta sempre l’andamento dei tempi di cui è figlio, si spazia dalle droghe alle notti insonni, dal sesso all’apatia.. non c’è un chiaro confine tra ciò che si vuole dire e ciò che il pubblico vuole che tu dica.
L’album c’è ma non ha un titolo, probabilmente verrà rilasciato a giugno. Essendo frutto del nostro passato e interessando generi diversi va pensato come una vecchia cassetta trovata in soffitta.. infatti per ora lo chiamiamo “LOST TAPE”
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