Oltre la musica, il cinema è una delle mie più grandi passioni. Mi faccio ispirare moltissimo dai grandi classici italiani e hollywoodiani nello scrivere i miei brani. Immagino sempre un’intera sceneggiatura sulle note di ogni mio pezzo. Nel caso di BELVEDERE mi sono ispirato alle atmosfere dei film di Luca Guadagnino, come “Call Me By Your Name” e “A Bigger Splash”, e di Ferzan Özpetek, “Le Fate Ignoranti” e “Saturno Contro”. In questo sfortunato periodo di quarantena consiglio ai lettori di godersi i film di Özpetek e di attendere l’imminente uscita del primo film di Francesco Lettieri, “Ultras”, su Netflix.
L’ispirazione per BELVEDERE mi è venuta riascoltando l’album “Sotto ‘o Sole” di Pino Daniele. Un classico che mio padre mi faceva ascoltare da bambino. Da lì l’idea di fare un pezzo dove l’elemento principale fosse la chitarra acustica. Per quanto riguarda il beat mi sono rifatto ai grandi del Hip-Hop e dell R&B come Pharrell Williams e Kanye West, usando i samples della drum machine TR-808 tipica anche delle produzioni Trap odierne.
Ho sempre fatto musica fin da quando avevo tredici anni. Nel corso dell’adolescenza ho sperimentato come produttore con svariati generi, dalla dubstep alla drum’n’bass alla techno. Nel frattempo scrivevo e registravo pezzi originali rilasciandoli su SoundCloud sotto diversi pseudonimi. La consapevolezza artistica è arrivata dopo tali esperimenti. Da quel momento tutto è diventato più chiaro su ciò che volessi fare come artista. Ho condensato tutte le ispirazioni accumulate nel corso degli anni e le ho racchiuse nel nuovo progetto dal nome SANTO BLUE.
Ho scritto BELVEDERE alle 3 di notte in 20 minuti, ripensando ad una telefonata di qualche mese prima nella quale sono stato brutalmente lasciato dopo una lunga relazione. Ripensai a come mi crollò il mondo addosso e a come mi sentivo annullato. Ho preso subito il telefono ed ho registrato la melodia nelle note vocali, finché le prime parole sono uscite fuori e tutto il resto a seguire in 15 minuti. È stato un atto di liberazione. Il giorno seguente ho contattato il mio collega chitarrista Dario “Dax” Biagiotti ed abbiamo registrato le parti di chitarra in un pomeriggio. È stato molto speciale.
Sicuramente seguiranno altri singoli nei prossimi mesi, i quali saranno poi inseriti in un concept album.
Mi piacerebbe moltissimo portare la mia musica sui palchi. In questo momento storico delicato è un po’ difficile fare programmi sotto quel punto di vista, ma appena le cose si stabilizzeranno non mancheranno le occasioni di vedermi dal vivo.
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