Lo scorso 6 novembre Blank si fa sentire al mondo dell’indie urlando la sua ultima uscita “Armi Pari”, uscito per UMA Records, un grido contro la paura che squarcia ogni silenzio. Se sono state molte le condizioni dolorose a far muovere la penna, e la voce, dell’artista, è anche vero che la musica è stato il suo calmante e medicina per il panico.
Dopo una serie di demo uscite durante il primo lockdown, Blank ci confida che “Armi pari” è solo il primo di una lunga serie di canzoni che non vede l’ora di farci ascoltare e che magari, chissà, parleranno anche di cose felici.
Nell’attesa di poter conoscere le nuove canzoni, assaporiamo con lei la sua ultima uscita e le belle parole che ci ha rilasciato.
Quasi per tutte direi. Quando sono felice difficilmente mi metto a scrivere, di solito penso a godermi il momento, mentre quando soffro la musica mi fa star meglio. È una sorta di auto medicazione.
Confermo. Certo, sarebbe carino scrivere una canzone felice ogni tanto, chissà magari a fine lockdown.
Aspetto con ansia i live veri, quelli dove puoi vedere e sentire il tuo pubblico, perché è sempre un’esperienza pazzesca. Però non escludo live streaming, è un bel modo per mantenere il contatto, e di questi tempi ce n’è proprio bisogno.
Diciamo che è un genere che ho sempre ascoltato, di conseguenza mi è venuto naturale riproporlo nonostante la mia base sia più classica. Nei prossimi pezzi però mostrerò un lato diverso, più introspettivo e con suoni meno trap, vedrete.
I lockdown freestyles sono stati un ottimo modo per connettermi al mio pubblico in maniera veloce ma sentita. Erano pillole di canzoni scritte in poco tempo, e credo siano state apprezzate soprattutto per la loro autenticità. Anche durante questo lockdown sto scrivendo tantissimo, ma stavolta non voglio pubblicare demo di un minuto ma canzoni vere, il progetto sta pian piano prendendo forma.
In realtà no, quando ho pubblicato i post su Instagram le richieste del mio pubblico erano sempre quelle di pubblicare le canzoni intere, quindi credo ci sia tanta voglia di ascoltare musica e non spezzoni. Certo, è anche vero che la vita media delle canzoni è calata inesorabilmente soprattutto per gli emergenti data la quantità di uscite settimanali. La cosa non mi dispiace troppo, scrivo molto e pubblicare più di frequente mi consente di avere una relazione più stretta con l’ascoltatore.
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