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I Trillici: “Musica potabile per palati sensibili” | Intervista

Fare quattro chiacchiere con I Trillici è un po’ come ingoiare una pillola magica o indossare un paio di occhiali psichedelici. Il tutto, su un volo di sola andata per No Sense City.

Un punk a suon di ukulele e tematiche che spesso hanno a che fare con cibi succulenti come la pasta al forno, che è anche il nome del loro ultimo singolo, fuori oggi su tutte le piattaforme.

Non c’è da stupirsi che il loro punto di riferimento musicale siano i Pop X, con cui condividono un immaginario fatto di abbinamenti meravigliosamente improbabili, colori forti e sfrenati flussi di coscienza.

Il 17 dicembre uscirà “Paura Huevos Y Leche”, un album che vi farà rivalutare il concetto di “paura”.

INTERVISTANDO I TRILLICI

Ciao! Chi sono i Trillici?

Ciao regaz! Manzoni ci ha detto che in soffitta oltre allo scartafaccio dei Promessi Sposi, ha trovato questo: “I Trillici sono una band”. Le dita medie dei piedi: ecco il significato del nome (prima che ce lo chiediate). E qual è lo scopo? Diffondere il battito animale a suon di belligeranti skitarrate punk e idilliaci cinguettii di ukulele. Tutto questo, ma dentro a una balera di Rio de Janeiro a ferragosto. Come la vedete? Provate a venire ai concerti.

Un punk a suon di ukulele è più punk dell’heavy metal. Qual è (se c’è) il messaggio che vorreste mandare con la vostra musica?

L’ukulele lo suoniamo con la tessera sanitaria, se poi prendi contro a una distorsione succede questo, un bel PASTICCIOTTO AHAH. La nostra musica, più che avere un messaggio, vuole essere un massaggio auricolare, distruggere per creare baby, questa è la nostra vita e ve la sappiamo raccontare solo così: male. 

Cosa ha ispirato la trama di “Siena”?

Siena è la love story tra un’aliena, un essere umano e un parco carino che però è comunale (che però è comunale). L’ispirazione di base non è un elemento coaudiuvabile in un unico atto comunicativo: praticamente è ET, però limonano. 

Il cibo è una costante nei vostri brani. “Insalata al Mc Donald”, “Pasta al forno”, “Paura Huevos Y Leche”. Come mai?

Sì, è vero. Beh che dire, il macchinario dadaista de I Trillici funziona come un paio di mandibole (mascelle? ma ascelle?) che triturano il nostro quotidiano e lo vomitano addosso a chi si degna di ascoltare. Musica potabile per palati sensibili, fratelli… così, in sostanza, ci piace mangiare ecco.

(Foto di Greta Perdomini)

Cosa hanno in comune una spiaggia e un piatto di pasta al forno?

Se sei al mare e la pasta al forno ti cade per terra, l’analogia è finanche cristallina, limpida, nitida, pura, tersa, trasparente.

Potete anticiparci qualcosa su “Paura Huevos Y Leche”, il vostro album che uscirà a dicembre?

Abbiamo fatto un meeting con la nostra manager, Benedetta Parodi. Quando ci ha detto che “paura” non è un ingrediente commestibile l’abbiamo licenziata perchè noi di paura ne mangiamo a palate, senza latte, sai le intolleranze. Comunque il disco è bello, orecchiabile, cioè ci sono i primi piatti, la bossa nova, i dessert, il punk. Bella questa brezza marina, fa un po’ caldo, joao puoi spegnere il termo per piacere?

Chi stimate di più a livello musicale in Italia e perché?

Come si sa, d’altronde, ad occhio, si stima che nel Novembre 2021 è uscito il nuovo disco pazzo meraviglioso di Pop X, che bello, che bellissimo. Davide Panizza Possiedici!

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