Zic, 23enne cantautore italiano, ha da poco pubblicato il suo ultimo singolo “Poeta di Corte”. Un pop-psichedelico il suo, frutto di anni di ricerca, introspezione a duro lavoro, affiancato dal “mentore e guru” Pio Stefanini. La scrittura di Zic attinge a piene mani da ciò che gli smuove l’anima. Un viaggio introspettivo per poi uscire di nuovo e raccontarlo al suo pubblico. Zic definisce la sua musica è umorale, per questo quando comincia a scrivere non sa mai di preciso dove arriverà.
“I miei migliori amici sono sintetizzatori anni 70 , registratori a bobine, chitarre elettriche e drum machines. Insieme passiamo notti meravigliose. Mi piace la decadenza di fine secolo, il taglio di capelli di Mononoke, il berretto di Tom Morello, il sangue di Fight Club, i colori di Wes Anderson, lo charme di Mastroianni e gli occhi della Vitti. Mi piace suonare strumenti che hanno una storia da raccontare e mi piace la pioggia perché sa esattamente quando cadere.”
Zic restituisce un’immagine poetica, ma allo stesso momento estremamente concreta, del suo nuovo brano “Poeta di Corte”:
“Un cervo abbagliato dai fari è fermo, non riesce a muoversi. Sta lì in mezzo di strada e ti guarda perché non può fare altro. In questa canzone sono io quel cervo spaesato.
C’è stato un momento quest’anno in cui ho avuto paura di perdere tutto, e questa canzone descrive quelle sensazioni non lasciando niente indietro. Credo che chiunque possa capire di cosa sto parlando, almeno una volta nella vita tutti siamo stati quel cervo.”
“Poeta di corte” è una confessione, una presa di coscienza, un’ammissione di colpa. Una canzone impregnata tanto di amore quanto di depressione, in cui si alternano momenti di tenerezza e momenti di dichiarata violenza. “Poeta di corte” canta il dolore di una perdita e la paura di non poter sfuggire a noi stessi.
Il mio percorso artistico parte nel 2018 con l’uscita del mio primo album “Faceva caldo”. Dieci tracce che sono l’esatta espressione della mia adolescenza. Ogni volta che mi capita di riascoltare quel disco provo sempre un po’ di nostalgia. A quasi quattro anni di distanza molte cose sono cambiate me compreso e ad esser sinceri mi manca un po’ quella sana ingenuità con cui ero solito affrontare la vita.
Segue nel 2020 il mio secondo album “Smarties”, lavoro che amo associare alla mia indipendenza. Quattordici tracce di sfrenata ricerca, che mi hanno portato molto lontano nel mio immaginario a volte fin troppo Sono tuttora molto fiero di pezzi come “Top level”, “Over the top”, “Rotelle”, “Spaqqa”, tutti momenti di vita vera e di musica vissuti al massimo, ricordi ancora vivi che mi fanno sorridere.
Oh si, almeno io ho attraversato momenti in cui ho avuto davvero paura di non farcela.
Possibilmente in un posto che ancora non c’è.
Io sono cresciuto con la musica dei miei genitori, gli anni 70′ e 80′ sono stati la colonna sonora della mia infanzia. Per anni ho vissuto il mio presente accompagnato da dei suoni e delle atmosfere che non facevano parte di esso. Penso che questa sia tuttora la mia forza, aver scoperto la musica contemporanea con una cultura del passato sulle spalle piuttosto ampia, mi ha dato la possibilità di vivermi la musica in maniera un po’ diversa, almeno credo. Per questo è sempre stato difficile chiudere la mia musica dentro ad una singola casella.
In quanto a consigli, la musica è davvero molto vasta, troppo per scegliere.
Posso però dire i dischi che ultimamente sto ascoltando di più, “Donda” di Kanye West, i nuovi lavori di The Weekend e Travis Scott, “Montero” di Lil Nas X.
Di italiani ho adorato “Simpatico, solare, in cerca di amicizie” di Vipra, “Obe” di Mace, “Magica musica” di Venerus “Blu celeste” di Blanco, joan Thiele, Emma Nolde e tanti altri.
Progetti per il futuro tanti, vorrei ricordare che questo è solo il primo singolo perciò sicuramente vi posso dire che ne vedrete delle belle.
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