Se possiamo immaginare la vita come un percorso che parte dalla nascita e finisce, ahino,i con la morte, bisogna considerare tutte le tappe che attraversiamo e queste non sono fatto solo di momenti storici, ma si costruiscono con persone, luoghi, azioni ed emozioni. Ogni tanto è inevitabile anche non riconoscersi, sentendosi dispersi nel mondo. Si ha quindi la necessità, quasi primordiale di tornare a casa, anche se può capitare di non trovarla.
Arianna Pasini descrive questa ricerca di protezione addirittura materna e familiare, esordendo con un disco che ha bisogno di essere riascoltato più volte per entrare all’interno di certe dinamiche non solo sonore, ma anche emotive.
Verso una casa è uno spazio sicuro dove esprimere il sé, riflettendo su quanto sia importante avere un rifugio per ripararsi da ogni tipo di tempesta. Nel corso degli anni questo luogo potrà cambiare forma, dimensione o geolocalizzazione, arrivando con la conoscenza e il rispetto dei propri difetti a convivere dentro ognuno di noi.
È un viaggio introspettivo. In partenza credevo di dover giungere ad una casa fisica per trovare accoglienza, protezione, pace. Dopo traslochi e trasferimenti per ragioni di studio e amore, ho capito che il nido dovevo cercarlo altrove.
Ancora è la prima canzone che ho scritto, nel 2013, e da allora ho continuato a comporre spontaneamente e in modo discontinuo quando ne sentivo il bisogno. Ha quindi gettato le basi per la creazione di un contenitore che ospita dieci brani chiamato Verso una casa.
Mi muovo delicata e leggera nello spazio, senza calpestare ciò che mi circonda, tentando di non sprecare il tempo che ho a disposizione.
Io e Luca ci conosciamo da circa tre anni, quando mi ha contattata per prendere parte alla sua band live come chitarrista, bassista e seconda voce. Abbiamo legato da subito musicalmente e umanamente, condividendo molte esperienze dal vivo e in studio, e non vedo l’ora di risuonare insieme. Nel ritornello di Tempo la sua voce era l’elemento mancante, sono felice che abbia preso parte alle registrazioni.
Trovo sia giusto concedersi il lusso di cadere senza giudicarsi troppo, avendo poi la forza di rialzarsi.
I giganti che cito nel mio brano sono esseri che non hanno paura.
“Settembre” è conclusione e rinascita ed è forse il mio mese preferito per questa doppia personalità.
La nostalgia è parte fondamentale del vissuto di ogni essere umano; a volte i ricordi riaffiorano attraverso luoghi, odori, suoni, ed è giusto accoglierli.
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