PH: Ufficio Stampa
“Violante, dimmi quello che vuoi” è una storia in quattro atti che nasce con il colpo di fulmine per una ragazza misteriosa e piena di fascino che da perfetta sconosciuta diventa un sogno estivo, un amore che vive sotto al sole per spegnersi con i primi giorni di freddo lasciando addosso tanta malinconia.
Sereno s’immerge all’interno di questa relazione scavando all’interno di se stesso e delle proprie insicurezze cercando nell’altra persona un isola felice che rischia però di diventare uno tsunami capace di distruggere ogni sintomo di prudenza e resistenza della ragione. Le sonorità pop punk del disco esaltano la sensazione di sospensione dell’incredulità dove il tutto può succedere diventa sempre più desiderio e meno realtà con il passare del tempo. Tante volte può capitare di riporre mille speranze in una relazione che in realtà esiste solo nella nostra mente, anzi può capitare che il possibile partner sia totalmente all’oscuro del nostro amore.
Quanto è difficile quindi domandare qualcosa e poi non volere accettare la risposta?
Sereno è un soprannome che mi dava una persona quando mi sentiva fare discorsi nostalgici pregni di malinconia ma con un pizzico di gioia, riguardanti momenti molto lontani ma anche recenti. Il concetto sta proprio qui, nell’unione di due sensazioni apparentemente lontane ma che vivo come un’unica cosa. Credo di non essere mai stato totalmente sereno, per questo lo scrivo sbarrato quando posso, come una negazione. Nella mia testa ci sono sempre un po’ di nuvole, a volte troppe, ma dall’altro lato ho sempre la sensazione che probabilmente un cielo sereno mi annoierebbe.
Ad oggi ti direi che non voglio spoiler. Ha talmente tante sfaccettature l’amore che spero soltanto di conoscerne il più possibile, perché ogni volta è una scoperta devastante, una botta di vita.
Possono esserlo sicuramente, dipende da quanto peso gli si attribuisce, e questa è una cosa soggettiva diversa per ognuno. A volte le aspettative fungono da bussola in una relazione, condizionano comportamenti, scelte, modi di vivere un momento e forzano l’andare in una direzione che non è detto sia quella buona per entrambi.
È esattamente il ritorno di fiamma del colpo di fulmine. Prima di chiamarsi “Di nuovo tu” il titolo provvisorio era “Violante (Parte 2)” essendo una sorta di estensione di “Violante”, poi assumendo una sua identità le ho dovuto dare un titolo vero.
Niente è facile quando di mezzo ci sono errori da ammettere a se stessi o errori da accettare mettendosi nei panni di una persona diversa da noi. Penso che un grosso aiuto lo dia l’ammissione dell’errore, o il pentimento, che venga dall’altra persona o da noi stessi. Da soli è difficile perdonare fino in fondo.
Per me razionalità e sentimento dovrebbero viaggiare su binari diversi, osservandosi, rispettandosi, sapendo di potersi affiancare in determinate occasioni, ma senza invadere l’uno lo spazio dell’altro, se non il tanto che dovrebbe bastare per stare in equilibrio. A dirla così sembra pure una passeggiata ma sono entrambi difficili da tenere a bada, i sentimenti sono un fiume in piena e la razionalità una serie di paletti che cercano di arginarlo. È un bel casino.
Canzoni tristi, passeggiate ed Evangelion.
La maggior parte delle nuove generazioni non l’ha nemmeno potuta sviluppare un’abitudine all’ascolto di un disco dall’inizio alla fine e credo che molti di quelli che un tempo la avevano l’abbiano persa gradualmente. Le piattaforme di streaming hanno portato sicuramente l’accessibilità alla discografia ma con il compromesso di rendere la musica talmente fruibile da diventare usa e getta per tanti. Il mio EP è breve dai, sono solo dodici minuti di canzoni, un po’ malinconici per l’estate ma passano in fretta.
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