PH: Luca Falasconi
“Eternità forse un minuto” è un disco nato nel silenzio del mare, durante una notte ricca di pensieri ed emozioni che Bellacapa ha lasciato cadere dentro la sua musica, nuotandoci insieme.
Nella frenesia del tempo è davvero difficile capire e vivere appieno l’importanza di un momento, infatti molte volte sono i ricordi a diventare qualcosa di nuovo nel futuro, andando a ripescare le emozioni del passato. Ecco perché tutto è relativo, legato al contesto del qui e ora, che può essere imprevedibile.
Bellacapa con questo disco sviluppa il tema del viaggio dentro 4 canzoni acustiche che parlano della distanza, della forza d’animo, del tempo.
Bellacapa è Marco, non ci sono distinzioni. Nessuna finzione artistica o maschera di scena, semplicemente me stesso. Forse però, tramite quel nome e la musica che scrivo, riesco a prendermi cura di tutto il resto.
Certo, capita spesso. A volte succede di annegare, altre volte di surfare sulle acque. La sfida è non dipendere da nulla di esterno per riuscire a trovare il proprio equilibrio psicologico. La musica aiuta in questo senso: anche se fuori le acque sono poco calme, mi permette di mettere tranquillità ai pensieri. Sono molto grato alla musica, anche per questo.
Perché è l’orario esatto in cui ho iniziato a scrivere queste quattro canzoni. Ero nella mia cabina, su di una nave, ho ricevuto il messaggio di una persona e tutto è partito. Scrivevo e pensavo e la musica è nata quasi subito.
La differenza la fa per quanto tempo si custodisca nel cuore quei momenti. Anche se apparentemente possano esser durati pochi istanti, nel proprio cervello andranno in onda per giorni, mesi. Il tempo alla fine si riduce ad uno schiocco di dita, volendo. Ma è quanto tu ci credi, sogni e pensi alle cose che fa davvero la differenza.
Anche se la superficie sembra quieta, il fondale potrebbe nascondere tante correnti e movimenti. Questa potrebbe essere un’ottima metafora per descrivere le persone intorno a noi: prestate sempre attenzione alle necessità degli altri anche se dall’esterno possano apparire come dei giganti.
Qualcuno dice che bisogni ‘’morire’’ o comunque cadere ad un certo punto della propria vita. Non credo sia sempre vero però è chiaro che bisogna fare tante esperienze e lungo il cammino è molto probabile farsi del male e cadere. Ma infondo sarebbero soltanto delle lezioni in più e, in un certo senso, dovremmo esserne grati.
Alla fine le cose brutte ci formano, ci fanno capire davvero l’importanza del tempo, della famiglia, degli amici. Quindi più che ‘’nuova versione’’ di sé stessi direi semplicemente che il dolore ci fa scoprire una parte di noi stessi.
Serve coraggio per parlare dell’amore quando è vero, o lo è stato. É davvero difficile guardarsi dentro a volte, figuriamoci a cantarlo agli altri. Quando ci si innamora si diventa sempre un po’ bambini, si riscopre una parte di noi molto fanciullesca. Già questo è una cosa molto intima (e anche divertente), immaginate a doverlo esternare al mondo intero!
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