Sara Baroni – crescere, cambiare, raccontarsi | Intervista
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la giovanissima Sara Baroni per parlare del suo nuovo EP Dead End. Tra introspezione, esperienze personali e un sound che guarda alle nuove voci del pop internazionale, il suo lavoro racconta una crescita artistica e personale che si percepisce in ogni brano. Un percorso che, nonostante la giovane età, mostra già una cifra stilistica precisa e una capacità di comunicare emozioni autentiche.
Partiamo dal principio: molti dei nostri lettori non ti conoscono ancora. Come hai scoperto la tua voce e cosa ti ha spinta a condividere la tua musica così presto?
«Ho iniziato a pensare di fare musica solo quando mi sono trasferita in Italia. Mia madre mi ha spinta a prendere lezioni di canto e, piano piano, ho iniziato anche a scrivere e creare la mia musica. Prima di allora non avevo mai pensato di diventare cantante in realtà”
Hai debuttato nel 2022 con Those Days e ora pubblichi il tuo secondo EP, Dead End. Come è cambiato il tuo modo di scrivere e il tuo sound in questi anni?
«Molti brani del nuovo EP li avevo scritti nello stesso periodo del primo, quindi per me Dead End è quasi la seconda parte di un’unica opera. È il naturale proseguimento di Again, la chiusura di un capitolo e il segno del percorso di crescita personale che sto vivendo»
Tra le tue influenze ci sono Gracie Abrams, Olivia Rodrigo e Tate McRae. Cosa trovi nella loro musica che senti vicino a te, e come trasformi quelle influenze in qualcosa di davvero tuo?
«Mi colpisce il modo in cui riescono a raccontare emozioni molto personali con semplicità e sincerità, senza filtri. Da loro prendo soprattutto questa naturalezza, cercando però di farla mia, raccontando ciò che vivo io»
Essere così giovane nell’industria musicale può essere tanto stimolante quanto complicato. Quali sono state le difficoltà più grandi finora?
«Avendo iniziato molto presto, trovare un equilibrio tra musica e scuola, ad esempio, non è stato e non è tuttora facile, ed è qualcosa che non trovi scritto da nessuna parte. Riuscire a conciliare il tempo per registrare i brani o fare i live con le lezioni e lo studio non è semplice»
Se potessi parlare alla Sara Baroni più piccola, quella che ancora non sapeva che avrebbe fatto musica, cosa le diresti?
«Le direi di prendere quelle lezioni di canto ahahah che poi avrebbero cambiato tutto»