Era il 1996 quando Trainspotting, il film tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore irlandese Irvine Welsh (1993), sconvolse il pubblico e la critica di tutto il mondo. Oggi, a distanza di 21 anni esce T2 Trainspotting, adattamento del romanzo “Porno” e capitolo risolutivo che suggella un successo editoriale e cinematografico rilevante che negli anni è divenuto un vero e proprio totem generazionale, un cult gli amanti del genere.
Mark, Spud, SickBoy e Begbie vent’anni dopo
La diffusione di internet, il compimento del processo di globalizzazione iniziato proprio negli anni ‘90, la jihad, i social network, l’orda salutista e l’euro; nell’ultimo ventennio la società è cambiata radicalmente rispetto ai tempi in cui i quattro selvaggi di Edimburgo si aggiravano furtivi per le vie della città in preda agli effetti dell’eroina o di qualsiasi altra droga a buon mercato che gli consentisse di reprimere le paure e le preoccupazioni di una post-adolescenza tribolata, di quelle destinate a lasciare il segno per gli anni a venire.
L’inizio del film è una carica di adrenalina. La scena si apre con il ritmo dirompente di Lust for Life (The Prodigy Remix) – Iggy Pop aprendo tante piccole finestre sulla vita dei selvaggi metropolitani di Edimburgo ormai ultra quarantenni.
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