Creatività, lungimiranza, tenacia; sono queste le chiavi del successo dell’uomo contemporaneo. Oggi vi parleremo di un direttore creativo che ha conquistato il mondo della moda e non solo.
I gusti, le preferenze, e quindi le scelte stilistiche dei soggetti che compongono la società odierna, sono caratterizzati dal così detto effetto pop up: desiderare, ottenere, consumare, dimenticare.
La nostra quotidianeità, infatti, è un flusso in divenire di mode e trend che si susseguono e che si stratificano a ritmi incessanti.
Uno scenario gorgogliante ma allo stesso tempo liquido, imprevedibile, cangiante che richiede quindi una spiccata visione di insieme rispetto alle dinamiche che determinano le sorti della società odierna.
Moda, cucina, musica, arte, design: sono questi i settori maggiormente coinvolti in questo andirivieni di talenti creativi in un perenne stato di eclissi artistica determinato dalle preferenze mutevoli e mai lineari della domanda internazionale, sempre più imprevedibile, sempre più pretenziosa.
Tuttavia, ci sono alcuni talenti che sono destinati a lasciare il segno. Personalità che con caparbietà, visionarietà ed eclettismo sono riusciti ad affermarsi nel tempo e soprattutto ad imporsi in contesti che ormai da anni erano permeati dall’indirizzo di stilistico dei soliti, ridondanti brand legati al mondo della moda, del design e dell’arte in generale.
Riuscire ad emergere e soprattutto ad affermarsi in settori legati alla creatività e al design del bello, richiede una forte determinazione, una giusta dose di fortuna, ma soprattutto un grande talento che evidentemente a qualcuno non manca. Di chi stiamo parlando?
Marcelo Burlon nasce in Argentina, precisamente nella regione della Patagonia, da padre italiano e madre libanese. Un melting pot socio-culturale non indifferente che non può passare inosservato nel profilo di questa personalità così produttiva e coinvolgente.
Nel 1990, però, la famiglia Burlon si trasferisce in Italia, nelle Marche. Lì, il padre e la madre iniziano a lavorare in fabbrica. Anche Marcelo dopo la terza media inizia a dare il suo contributo come operaio in settimana, e come animatore nelle discoteche.
Alla fine degli anni Novanta Marcelo si stabilisce a Milano per frequentare i corsi del MAS (Music, Arts and Show), inizia a fare selezione alla porta dei Magazzini Generali, locale frequentato anche da quelli che sarebbero poi diventati i big player della moda contemporanea come: Domenico Dolce, Stefano Gabbana e Raf Simons, oltre alle modelle e ai fotografi.
Dopo tanta gavetta, Marcelo entra nel mondo delle pubbliche relazioni nella clublife di Milano. Questa sua nuova esperienza lavorativa gli permette di interagire con diversi profili, eterogenei e influenti, della Milano di quegli anni. Un rete di contatti capillare e in continua espansione che ovviamente si incrocia con gli ambienti legati al fashion.
Dolce&Gabbana prima, Alessandro Dell’Acqua poi: Marcelo si occupava di gestire le star internazionali che vestivano il marchio ed era anche impegnato come organizzatore di eventi e deejay. La sua popolarità cresce sempre di più.
Da zero a 16 milioni di euro in due anni grazie a una linea di T-shirt. Questo il riassunto delle fasi iniziali dell’esordio di Marcelo nel mondo della moda.
Vediamo insieme le tappe fondamentali della costruzione di questo brand che ha rivoluzionato i trend del mondo della moda rivolta agli under 30, imponendosi prepotentemente nelle preferenze dei consumatori a dispetto delle critiche dei puristi del settore.
L’Argentina, in particolare la Patagonia, rappresenta uno dei caratteri distintivi delle linee e dei motivi grafici utilizzati nel design e nelle texture dei capi d’abbigliamento da lui disegnati: falchi, lupi, piume; tutti simboli dello sciamanesimo e della tradizione degli indigeni della Patagonia.
Queste t-shirt hanno fatto la fortuna, almeno inizialmente del brand da lui cofondato, e ancor’oggi sono molto richieste poichè rappresentano una sorta di status quo per le nuove generazioni.
L’eclettismo e soprattutto il carisma coinvolgente dell’onda di Marcelo Burlon, fa gola ai brand della moda ma anche di altri settori relazionati al lusso: Alpha Industries, Starter e Ilariusss, Lamborghini, Kappa e quindi Reebok solo per citarne alcuni.
Di seguito alcune immagini dei capi d’abbigliamento e dei prodotti caratterizzati dal design di County Of Milan:
Marcelo Burlon, ad oggi, può essere considerato come uno dei maggiori fautori dell’esplosione del fenomeno trap music in Italia: un genere musicale che sta ormai appassionando un pubblico sempre più folto di giovani italiani ma anche di appassionati al di fuori dei confini nazionali.
Sembra proprio che il cofondatore di County Of Milan sia una sorta di sciamano per le nuove generazioni. Le sue linee, i suoi outfit stanno ormai diventando un cult e sono sono destinati a lasciare il segno nella storia della moda di questi anni ‘10.
Il creativo italo-argentino, infatti, è il primo dei mecenati della Dark Polo Gang; gruppo trap composto da quelli che sono ormai le icone indiscusse dello showbiz nazionale: Tony Effe, Pyrex, Wayne, Side e il producer Sick Luke. Ha anche collaborato con Sferaebbasta che ha sfilato per County Of Milan.
Gli outfit sfoggiati dai giovani trapper capitolini sono una chiara espressione della famelica voglia di successo e di popolarità che ha caratterizza le tematiche chiave di questa nicchia dell’hip-hop e in generale degli esponenti della trap music.
Tutti giovani arrembanti che senza alcun di team di comunicazione alle spalle, sono riusciti a raggiungere numeri da record, sia a livello di ascolti che di seguito sui social. TONY EFFE ha appena raggiunto i 500 mila followers su Instagram.
Marcelo negli anni, grazie all’esperienza maturata come PR nei locali di Milano, potenzia delle innate doti organizzative e sviluppa un forte spirito imprenditoriale. L’appellativo di designer declinato a Mr Burlòn appare quindi improprio.
“Sono un creative director che dirige un gruppo di designer. Metto assieme i pezzi, come ho sempre fatto in altre occasioni.”
L’aurea creativa di colui che dal New York Times nel 2011 venne definito come “pioniere del multitasking”, convince e stupisce fuori dai confini nazionali.
Nel marzo 2011, la testata americana ha pubblicato un video sul creativo argentino dal titolo Marcelo Does Milan, definendolo “a pioneer of multitasking.” Da quel momento la figura poliedrica di Marcelo ha iniziato ad essere apprezzata anche dai connazionali.
Il 19 luglio 2017, Forbes pubblica un articolo dal titolo “How this DJ Went From Creating Milan’s Most-Wanted T-Shirts, to Building a Global Streetwear Empire” che riassume la parabola ascendente del poliedrico creativo italo-argentino.
Arriva da Parma una ventata d'ottimismo e forte energia positiva grazie a "Bellissimo", terzo album…
"Please stay. I want you, I need you, oh God. Don't take. These beautiful things…
Un ponte è una costruzione che unisce due sponde di un fiume, attraversarlo significa quindi…
Se possiamo immaginare la vita come un percorso che parte dalla nascita e finisce, ahino,i…
Non la avverti tutta questa realtà ovattata? Tutto così CUTE, tutto così giusto, TOP! Ne…
Lorenzo Dal Zotto o meglio dalz8, è un cantautore umbro che ha pubblicato come brano…