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Helle: “La poesia come aspirazione alla trascendenza” | Intervista

Helle, pseudonimo di Lisa Brunetti, è una giovane cantautrice bolognese che ha da poco pubblicato il suo primo EP:Romantik“.

A dispetto del titolo che Helle ha deciso di dare al suo primo lavoro, le cinque tracce contenute non trattano esclusivamente sentimentalismi romantici.

Si spazia infatti da brani che trattano di disturbi alimentari e problemi psichiatrici, fino ad un dialogo immaginario fra “la perfezione della natura e la parte più distruttiva dell’essere umano”. Questo è proprio quello di cui tratta l’ultimo singolo estratto dall’EP di Helle: “Who are you” che nonostante il titolo in lingua inglese è, come gli altri brani, scritto totalmente in italiano.

Il brano è accompagnato da un video-clip davvero particolare in cui, grazie ad un “mostro di argilla” viene rappresentata la dicotomia uomo/natura.

Helle è una artista poliedrica, con una naturale propensione alla scrittura, perfezionata anche con gli studi al Dams. Questo elemento caratterizza il “processo creativo” della giovane cantautrice bolognese, e lei stessa afferma che questo aspetto le ha permesso di “entrare in aree della sua mente che credeva inaccessibili e di mettere ben a fuoco il suo percorso artistico”.

Tra sonorità pop che tendono al classico e influenze decisamente più attuali caratterizzate da un sound molto più elettronico “Romantik” è un lavoro che alterna momenti di toccante profondità a una leggerezza implicita che alla fine caratterizza lo sguardo verso il domani.

Abbiamo contattato direttamente Helle per farle qualche domanda e conoscerla meglio.

INTERVISTANDO HELLE

Ciao Helle! Parlaci un po’ di te, come sei arrivata ad essere a tutti gli effetti una cantautrice?

Ciao Indie Italia Mag! Ci sono alcune strade nella vita che imbocchiamo per caso – quasi innocentemente direi – e nelle quali ci si ritrova ancora dopo anni di distanza.

Il cantautorato mi è piacevolmente capitato. Non ho idea di quanto quest’esperienza possa durare, ma come ogni cosa bella spero non finisca presto.

La seconda curiosità è sul nome. Da dove deriva “Helle”?

Il mio nome comincia con la lettera “L”: da lì è stato coniato “elle”. Un caro amico mi ha poi suggerito di inserire la lettera “h” davanti: l’ho trovata una buona idea.

Da poco è uscito il tuo primo EP “Romantik”. Le sonorità di questo tuo primo lavoro variano dal pop più classico all’elettronica più moderna. Quanto lavoro c’è stato per arrivare a questa varietà di sound?

La varietà di sound è stato il motore che ha azionato il progetto – insieme alla poesia che la accompagna. Ho scritto altri tre album oltre questo, ma “Romantik” è senza ombra di dubbio il più sperimentale dei quattro.

Ho voluto creare questo caleidoscopio di colori (musicalmente parlando) in modo da poterne collegare ogni canzone tramite una scrittura più unitaria.

Hai dichiarato che con Romantik hai preso una posizione poetica di un certo tipo. Come descriveresti la tua poetica a chi si approccia a te per la prima volta?

La poesia secondo me è aspirazione alla trascendenza.

Esistono molti modi in cui fare poesia, ma penso di non averne mai conosciuto nessuno che non andasse oltre il sensibile (anche reinterpretando la realtà in qualche modo la si trascende).

In questo progetto ho voluto inserire tematiche puramente romantiche, lavorando molto su ciò che un’immagine può trasmettere a livello metaforico, oltre che puramente estetico.

Who are you” è il primo singolo estratto. Nonostante il titolo in inglese la canzone è in italiano. Come mai questa scelta?

In quasi tutte le canzoni dell’EP ho inserito delle frasi in inglese, per due motivi:

  1. La cultura anglosassone come nessun’altra ha saputo influenzare la mia musica
  2. E’ una lingua che, ammettiamolo, suona maledettamente bene

Hai descritto questo pezzo come “un dialogo fra la perfezione della natura e la parte più distruttiva e oscura dell’essere umano”. Da dove è nata l’esigenza di affrontare questa tematica?

“Who are you?” è il dialogo fra la parte superiore e assoluta della natura dell’uomo e la parte piccola, pusillanime e inetta che c’è in ognuno di noi.

Il video di “Who are you” è davvero d’impatto. Da dove nasce l’idea di dare questo taglio?

Ti ringrazio per il complimento.

L’idea del mostro m’è venuta praticamente subito, in effetti. La parte più difficoltosa è stato metterlo in atto: con tutta quell’argilla addosso ed il gelo pietrificante che c’era nella foresta non sembrava un’impresa facile a farsi, ma l’abbiamo scampata.

C’è un disco nel prossimo futuro di Helle?

Eccome: ce n’è più di uno. Il prossimo sarà molto, molto diverso da Romantik.

Avremo modo di vederti live prossimamente?

Ci stiamo lavorando su! Grazie per la domanda.

Grazie mille per l’intervista, ragazzi! E’ stato un piacere.

Ascolta Helle nella playlist Spotify di Indie Italia Mag

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