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Festa | Indie Tales

Sono le 4 del mattino e sto tornando a casa. Da poco ha iniziato a piovere e i miei occhi faticano a restare aperti.

Luca sta guidando con i finestrini abbassati, il braccio fuori, mentre canticchia un altro stupido tormentone estivo.

Matteo invece, seduto nel sedile posteriore abbraccia stretto Sofia, la sua ragazza.

Questa sera sono uscito proprio per non lasciare Luca a fare la candela, anche se però non ne avevo proprio voglia. Si sarò un bravo amico, ma mi sono fatto pregare per bene, prima di mettermi una camicia e farmi trovare puntuale al solito posto, vicino alla farmacia di via Carducci.

Doveva essere un sabato tranquillo, con una birra al bar, due parole, la partita in sottofondo e poi a letto presto. In realtà gli altri avevano sentito degli amici che avevano noleggiato una casa in campagna, per festeggiare l’inizio dell’estate.

Luca ma dove vai il bar posteggiamo qui, il bar è lì dietro avevo quasi gridato io con stupore, ma lui tranquillo mi aveva risposto di non preoccuparmi che i piani erano un po’ diversi.

Piani diversi, oddio. Il mio cervello è in confusione. Il bar era il posto più sicuro del mondo. Una cerchia di persone, sempre le stesse, che sembrava quasi di stare in una società segreta e lei, non ne avrebbe mai voluto farne parte. Quante litigate fatte perché io volevo sempre sedermi su quel divanetto un po’ in ombra mentre lei, preferiva andare il un locale più alla moda e soprattutto più luminoso.

Ci eravamo lasciati da qualche settimana anche se la sua voce mi risuonava in testa e il suo profumo lo sentivo tutte le notti dentro i miei sogni. La nostra relazione da un momento all’altro era finita, un po’ come la notte che diventa giorno mentre sto tornando a casa.

Ora che non sapevo dove mi stavano portando avevo il terrore che ovunque andassi ci fossi anche lei. Come avrei reagito se l’avessi vista con un altro? Avrei voluto sentirmi chiamare da dietro per un saluto e magari aver la possibilità di dire la mia? Magari dopo qualche drink ci saremmo potuti ribaciare? Perché ero cosi pessimista?

Pian piano che ci stavamo avvicinando alla festa, l’ansia stava crescendo dentro di me. Avevo paura e mi stavo incazzando anche con i miei amici. Forse loro avevano organizzato questa sorpresa per farmi svagare un po’, ma il risultato ottenuto probabilmente non era proprio come le aspettative.

Un tuono mi sveglia. Sono sotto le coperte del mio letto. Prendo un bicchiere d’acqua e facendo un movimento brusco, sposto il telefono che s’illumina così vedo alcune chiamate perse da Luca e altri messaggi.

Non ho voglia di leggerli,  soprattutto non ho voglia di litigare visto che alla fine l’ho ignorato tutta la sera, paccandolo all’ultimo minuto con una scusa  banale. Mi sono immaginato tutto, come sarebbe potuto andare anche se poi ho preferito non avere coraggio e non rischiare, rimanendo solo a casa.

Poi però vedo il suo nome in alto sullo schermo.

“Ciao, questa sera volevo farti una sorpresa così sono andata al bar, ma tu non c’eri. Ho saputo che hanno organizzato una bella festa, però senza di te sono sicura che non mi sarei divertita”

Racconto liberamente ispirato al brano Festa dei Flac

 

Nicolò Granone

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Nicolò Granone

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