Se in futuro mi capiterà di reintervistare i Sumeri spero che non avvenga in ” Smart Working”, ma magari in riva al mare, seduti con un paio di birre ghiacciate sottomano. Perché Auroro Borealo e Weird Bloom si sono dimostrati molto abili con le parole rispondendo alle mie domande in maniera intelligente e spiritosa, caratteristiche che si riscontrano anche nella loro musica.
Wilkommen Rimini infatti è un disco molto particolare che al primo ascolto può forse sembrare superficiale, mentre esplorandolo con più attenzione si dimostra un piccolo capolavoro dove convivono sonorità del passato con problemi che viviamo tutti i giorni.
Questo esperimento artistico è nato dalla voglia di Weird Bloom (Luca Di Cataldo) di scrivere in italiano, così ha coinvolto Auroro Borealo (Francesco Roggero), per imparare, come sostiene lui, a farlo nella maniera sbagliata. Sono stati aiutati da Francesco Aprili alla batteria e Matteo Domenichelli al basso insieme con Greg Dallavoce, Francesco Dioni, Diego Magnani e Nicolò Brattoli.
Ne è uscito fuori un album fresco, perfetto contro la calura estiva di questi giorni, dentro il quale i sognatori sono invitati a tuffarsi dentro.
8 Tracce che descrivono feste finite male, amori sconsigliati e incontri con personaggi tutti da scoprire tra alieni e cowboy. Citando la canzone con la quale hanno esordito, Ragazzo triste dimezzato, alla fine si respirerà una cera felicità e sarà un po’ come vedere Albano con Romina.
Assolutamente sì, avrei potuto constatare la teoria degli antichi astronauti. E gli Annunaki? Semplice mitologia oppure i veri creatori?
2/3 settimane in Mesopotamia nel 5000 A.C. all inclusive esperienza imperdibile. Da lì allungarsi fino alla piana di Giza e chiedere un paio di info sulla piramide di Khufu (Keope), trovarla già lì con qualche migliaio d’anni sulle spalle.
Volevamo un specie di benvenuto in stile camping per i turisti tedeschi e austriaci della riviera. Non a caso il disco esce a luglio che è proprio il periodo in cui il turismo germanico è più massiccio. O almeno lo era negli anni ‘90 quando la lira costava poco.
Deve essere tremendo! Triste già fa schifo e in più mettici sopra “dimezzato”, il risultato è quasi grottesco. “Grim”, direbbero gli inglesi. Pure il visconte infatti non è che se la passasse bene.
Questa suona tipo “qual è il rumore di un albero che cade in una foresta dove non c’è nessuno?”.
In generale però è vero che mantenere un figlio (o una nipote nel caso di Mubarak) in Egitto costa meno di un affitto a Milano, Roma, Torino o Venezia. Numero Jolly 11.
Riserva del Grande, estate 2018, 200 € di conto in due. Stavamo in piedi esclusivamente con il vento a favore.
A Bud Spencer e Terence Hill, infatti all’inizio abbiamo inserito una citazione di synth che fa uno dei temi de Lo Chiamavano Trinità.
Il titolo è tratto da una storia vera: l’amico di una nostra amica chiedeva a tutti di essere chiamato Gaucho senza evidenti meriti cowboistici.
Weird Bloom: In realtà no. Non ricordo bene come sia andata, ma forse Francesco mi ha manipolato. Non ci siamo chiesti più di tanto in quei giorni di scrittura. Avevamo poco tempo, troppa voglia e ci conoscevamo da troppo poco.
Auroro Borealo: Ma boh, il titolo è ispirato alla canzone Parlami di te bella signora di Gianni Morandi, solo che al posto di essere bella, la signora è brutta. come noi. Parlami di te brutta signora.
La domanda potrebbe essere “ci sarà il secondo lockdown o sei solo felice di vedermi?”
Weird Bloom: Non ricordo il testo. Comunque la sessualità sta bene ovunque se devi vendere, ma diventa subito taboo se ne devi parlare con tuo figlio o a cena fuori.
Auroro Borealo: Il testo l’ho scritto io in 3 minuti andando per assonanza con il testo originale di Luca in inglese. L’unico taboo è che effettivamente a rileggerlo ha senso quello che dite e di cui noi non ci siamo accorti, cioè che questa canzone parla di sesso.
Weird Bloom: Facciamo scegliere a lui. Se invece ci tocca scegliere a noi io propongo Un concerto dei Fancy Space People (forse si sono sciolti).
Auroro Borealo: Vi giuro che avevo capito che bisognava scegliere l’alieno, non il concerto. In tal caso scelgo i DEVO nel 1978.
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