Il nostro nome di battesimo è Sana E Robusta Prostituzione, dove Sano è il divertimento che offriamo e Robusto è il nostro apporto alla causa; la parte venale del nome è una velleitaria speranza di vivere da musicisti, quindi fondamentalmente di diventare dei venduti.
Povera Estate è un brano che sarebbe nato molto prima e saremmo stati felici di non vederlo diventare attuale e contemporaneo: per noi è un concetto senza tempo, siamo sempre senza denaro e senza denaro dove si va?
Non è assurda ma serve a catalogarci come sex symbols: qualche anno fa in campeggio a Ostuni (siamo degli ipocriti, lo abbiamo già detto che puntiamo a diventare dei venduti!) il nostro bassista Amedeo, mentre lavava i piatti, è stato oggetto di apprezzamenti sessuali da parte di attempate signore pugliesi che lo avevano scambiato presumibilmente per olandese.
A meno che esista qualcuno che sia in grado di non sognare ed essere comunque felice, sì: Cindie è una persona, un oggetto, un lavoro, una meta, ciò che uno desidera.
Del resto ognuno di noi è il film porno di qualcun altro.
L’abbiamo già detto che siamo ipocriti: dal barbiere si fanno discorsi su barba, capelli, pallone e un argomento a piacere tra motori (se il parrucchiere è altolocato), donne (se il parrucchiere tendenzialmente non ne vede), politica (se il parrucchiere tende al verde). Questo è anche il motivo per cui un vero barbiere di fiducia non lo ha nessuno di noi.
Però un barbiere filosofo esiste davvero, Cinzio ci è andato qualche mese nell’ormai lontano 2016: non sbagliava tutti i proverbi, ma buona parte sì.
I giovani sognano cose che non conoscono, come i vecchi, solo che i vecchi sono disillusi mentre i giovani si illudono ancora. Noi siamo over 25 e under 30, l’abbiamo definita Seconda età (perché contro alla pedagogia noi pensiamo che dopo i 30 sia tutto una terza età a perdita d’occhio), e in questa Seconda età si sognano le cose dei giovani ma poi ci si accorge che in verità si sta diventando come i vecchi di Giancane.
La fortuna aiuta i fortunati, gli audaci fanno da sé e quindi fanno per tre.
Abbiamo voluto dedicare una canzone a Steven Bradbury perché se lo merita. Magari non si meritava una nostra canzone, ma una canzone sì.
Un rapporto intimo, amichevole, duraturo. Si dice in giro che ci sia del tenero, ma sono solo illazioni, siamo ottimi amici e non cerchiamo relazioni congiunti o affetti stabili.
I PTN sono la cosa bergamasca più nazionalpopolare dai tempi di Donizetti: non sono loro a non essere più indie, è l’indie che non esiste: a meno di perdersi in considerazioni filosofiche, l’indie è nazionalpopolare da Calcutta in poi, o da Riccione in poi (se hanno ragione Le Coliche).
Essere indie alla fine vuol dire fare pop, anche un bel pop, senza preoccuparsi di contaminarlo con cose più o meno alternative. In questa definizione oceanica (che è soggettiva, ma non crediamo di sbagliare) nuotano in tanti, compresi noi.
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