Alessandro Furlan dopo essersi tuffato dentro le sue paure con il singolo Scappa, (qui l’intervista,) con questo nuovo pezzo sposta il suo sguardo sul mondo che lo circonda, nella quale essere diversi sembra fare quasi paura.
Viviamo in una società omologata, dove tutti cercano di essere la copia delle persone che ammirano il problema però che questo principio in teoria potrebbe avere anche una sua filosofia condivisibile, nella pratica diventa tutt’altro e i punti di riferimento si trasformano in soldi, moda e social.
Secondo l’artista trevigiano “L’inverso è una riflessione sul fatto che spesso cattura di più
l’attenzione della gente la musica facile e immediata ma scritta con poca arte e
originalità” motivo per cui le sue canzoni vogliono essere un gesto, perché no ribelle, da far arrivare a più persone possibili con l’obiettivo non solo di ballare ma anche di pensare e vedere le cose con occhi diversi.
Spesso bisogna mettersi in discussione, crescere e osservare le cose cambiando punto di vista. Quando siamo convinti di andare nel verso giusto, però, non dobbiamo farci condizionare dalle tendenze e dobbiamo seguire il nostro percorso.
Perché la matematica non è un’opinione.
Direi proprio di sì, tutti i pensieri hanno un peso, non tutti lo stesso. Dipende molto anche da chi formula questi pensieri, ogni persona ha la propria sensibilità e dà il peso alle cose in modo differente.
Spesso i social network vengono utilizzati in modo troppo facile, leggero. L’immediatezza che li contraddistingue invita poco a riflettere.
Penso che certe tendenze siano frutto dell’originalità di alcuni singoli che la moda la fanno. Molte altre volte sono delle proposte a scopo commerciale preparate a tavolino, più artificiose e forzate.
Ci sono artisti palesemente controcorrente come i Måneskin che con la loro attitudine aggressiva e di rottura fanno un rock che non si sente da anni. Altri artisti sono altrettanto controcorrente perché seguono la loro identità musicale in continuo divenire senza lasciarsi influenzare dalle tendenze del momento; penso a Daniele Silvestri, Max Gazzè, Caparezza, Cesare Cremonini.
A volte lo faccio, è un po’ scomodo ma anche divertente. È un modo per vedere le cose da una prospettiva diversa.
Solo se si mente a sé stessi. Le cose si confondono quando manca la consapevolezza o l’accettazione di quello che siamo.
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