EUROVISION 2022: Le Migliori 10 Proposte Artistiche in Finale

EUROVISION 2022: Le Migliori 10 Proposte Artistiche in Finale

La bici di diamanti riuscirà a prendere il volo questa sera sul palco degli Eurovision di Torino?

Mahmood e Blanco sapranno  a mettere all’angolo, come fanno i pugili, i determinatissimi artisti delle altre nazioni partecipanti?
Se consideriamo gli streaming nelle piattaforme digitali della coppia italiana, i due avrebbero già vinto a man bassa la competizione, tuttavia nel corso delle semifinali abbiamo identificato diversi  altri validi candidati alla vittoria finale.

Aldilà del risultato, è stata una settimana in cui l’Italia ha dimostrato all’Europa e al mondo di saper organizzare i grandi eventi in maniera impeccabile.

Eurovision non è stato soltanto un evento di intrattenimento ma una vetrina di esposizione importantissima per la bellezza, per l’arte e per il turismo italiano, grazie ai videoclip mandati  in onda prima dell’esibizione degli artisti che mostravano alcuni dei migliori luoghi di arte e paesaggi italiani.

Vanno riconosciuti dei meriti anche ai tre presentatori di Laura Pausini, Cattelan e Mika.

Laura Pausini ha dimostrato ancora una volta di essere una vera e propria star in grado di intrattenere il pubblico con professionalità talento e simpatia.

Non ci resta quindi per tirare le somme di questa edizione italiana dell’Eurovision.

Ecco a voi, le  migliori 10 proposte artistiche tra i 20 finalisti in gara scelti e recensiti dalla redazione.

Qual è il tuo artista preferito?

 

Brividi

La coppia italiana formata da Mahmood, per la seconda volta all’Eurovision (la prima nel 2018 dopo la vittoria sanremese con “Soldi”), e dall’amatissimo enfant prodige Blanco la conosciamo bene e non ha bisogno di troppe presentazioni.

“Ti vorrei amare ma sbaglio sempre” recita “Brividi”, parlando di una storia tormentata dalla paura di sbagliare e dall’incapacità di parlare dei propri sentimenti. Anche al PalaOlimpico i due sono raffigurati come il bianco e il nero, lo Ying e lo Yang, su uno sfondo che si spoglia di tutto e non lascia altro che un pianoforte, una luce “di diamanti” e la tensione tra i due, che arriva forte e chiara anche da dietro lo schermo.

L’accoppiata, per quanto adorata e sicuramente vincente, non ci regala niente di diverso da quello che abbiamo visto a Sanremo e rivisto in altre situazioni e, benché non ci siano dubbi sull’enorme talento dei due, forse ci aspettavamo qualcosa di diverso questa volta.

(Benedetta Fedel)

Mahmood, Blanco: 7,5

 

Stefania

 

Un omaggio prezioso e romantico alla propria mamma, è così che il cantante Oleh Psjuk ci ha presentato il brano. Un inno alla figura materna che facilmente si collega al tema della lacerata madrepatria, in modo nemmeno troppo celato dal momento che vengono menzionati i proiettili. Con la prima si ricerca una connessione perduta in passato, attraverso le strade dissestate della seconda. Una celebrazione sincera a chi ci ha sempre cresciuto, protetto e cullato per entrambi i casi.

Il trio, conosciutosi grazie ad un post su Facebook, è capace di riempire il palco., anche se così distanziati a ballare fa quasi effetto just dance.

I suoni riconoscibili delle ballate dell’est si intersecano con il rap moderno, e la canzone funziona perciò anche a livello musicale. Speriamo solo che un suo piazzamento meritevole in classifica non venga interpretato unicamente come un atto del politicamente corretto.

(Bianca Cela)

Kalush Orchestra: 8

 

Miss You

In Belgio è un calciatore e ha vinto l’edizione 2021 di The Voice Belgio. Non se la cava nemmeno male a ballare… Jérémie Makiese è veramente un tuttofare.

Sul palco dell’Eurovision ci interessava solo una cosa: la sua musica. “Miss you” è un pezzo internazionale con una melodia dolce, un’emotività alla Sam Smith e il solito testo tormentato ed ermetico. Niente di dirompente, ma piacevole.

Jérémie la canta in un tripudio di luci, circondato da quattro ballerini che, insieme alla sua giacchetta argento, contribuiscono al mood figo-pop dell’esibizione.

(Vernante Pallotti)

Jérémie Makiese: 7,5

 

Rockstar

Figlio di musicisti statunitensi e nipote di cantanti lirici, Malik Harris è il concorrente all’Eurovision arrivato alle seconde semifinali e rappresentante della Germania.

Un artista pop che affonda le sue radici nella musica americana e in modo particolare in quella rap. Amante di Eminem, Malik lo dimostra con la sua “Rockstar”: un brano perfettamente eseguito che mescola pop, hip hop e rap.

“Rockstar” sembra ricordare a tratti “Rap god”, passando però per uno dei brani di James Blunt. Beh, detta così suona male, eppure, assistendo alla performance, Malik riesce a fondere bene insieme due tratti ben diversi della sua personalità musicale.

(Ilaria Rapa)

Malik Harris: 8

 

Fulenn

Il gruppo tutto al femminile Ahez accoglie Alvan per esplorare un antico mito bretone legato alla storia di una giovane donna che voleva ballare anche se non le era consentito.

Questo brano cantato nella lingua della loro regione, e non in francese, rievoca il passato mescolando il medioevo con la musica elettronica degli anni 2000.

La band entrerà direttamente in finale, grazie che rientrano nel gruppo dei big 5, e sperano di convincere giuria e pubblico con il loro messaggio femminista.

Questa canzone però sembra essere la sigla perfetta per un episodio di Game of Thrones, ma forse non il brano ideale per vincere l’Eurovision.

(Nicolò Granone)

Alvan & Ahez: 7-

 

Boys Do Cry

A portare alta la bandiera della Svizzera all’Eurovision Song Contest 2022 è Marius Bear con un brano interessante già dal titolo: con Boys Do Cry, infatti, Marius Bear non solo si discosta dalla celebre Boys Don’t Cry dei The Cure, ma lo fa raccontandoci di una sensibilità e di un’impotenza che purtroppo ancora oggi sono attribuiti solo alle donne, ai deboli.

Questa dichiarazione, di cui (diciamocelo!) c’era veramente bisogno, è accompagnata dalla voce calda, profonda ma a tratti anche ruvida, di Marius Bear e da un sound pop-folk che ricorda molto la maniera di artisti come George Ezra. Con il suo giacchetto di pelle e dei modestissimi giochi di luce Marius Bear ci ha regalato una performace davvero indimenticabile, ricordandoci che anche senza troppo esibizionismo o ostentazione si possono veicolare messaggi importanti.

(Eva Ceccarelli)

Marius Bear: 9

 

Space man

Il rappresentante del Regno Unito all’Eurovision è la star di Tik Tok Sam Ryder, che sa sicuramente cosa voglia dire coinvolgere le persone con il suo sound alla Passenger ed il falsetto perfetto che sfoggia in “Space man”.

La performance introspettiva di Sam, che brilla come la sua onesie tempestata di perline, esplode durante il ritornello che l’artista canta con sicurezza e carattere. Si diverte, adora essere al centro del palco e con l’ultimo falsetto riesce anche ad abbattere le barriere della scenografia fatta a gabbia che si apre mentre Sam ci delizia con un piccolo assolo di chitarra, infiammando la folla.

La performance si chiude con l’artista che canta sulle note del pianoforte e ci ricorda che nonostante a volte ci sia il desiderio di distaccarsi dalla realtà che ci fa soffrire, quello di cui abbiamo realmente bisogno è ritrovare la via di casa.

(Margherita Ciandrini)

Sam Ryder: 9

 

River

Ochman, cantautore polacco con una potenza vocale invidiabile ed un timbro caldissimo unito ad un falsetto impeccabile, con “River” porta un po’ di Imagine Dragons all’Eurovision.

La performance dell’artista punta tanto sull’introspezione del brano, con i musicisti dal vivo che accompagnano l’esibizione e guidano i numerosi falsetti di Ochman che non scende mai dalla sua pedana.

Nonostante l’innegabile bravura dell’artista, il brano risulta forse troppo pesante per un contesto come quello dell’Eurovision, (“Gonna take my body down, right down, down, down to the river”) con Ochman non particolarmente coinvolgente, ma sicuramente degno della semifinale.

(Margherita Ciandrini)

Ochman: 7,5

 

Saudade, Saudade

La giovanissima artista portoghese Maro porta sul palco dell’Eurovision una storia d’amore struggente, fatta di abbandoni ma anche di consapevolezza.
La sua storia parte quando all’età di 19 anni decide di andare via dal Portogallo per portare avanti il sogno di fare musica. Trasferitasi a Los Angeles pubblica i suoi primi dischi per poi essere notata da Jacob Collier che la convince ad unirsi alla sua tournée. Da lì in poi una continua scalate che la porterà infine a solcare i palchi dell’Eurovision.

“Saudade, Saudade” è il brano che decide di portare in competizione. Un brano che, con parole dolci, racconta la nostalgia di un amore disperso ormai da tempo e di come senza quel sentimento l’essere umano sia vuoto.
Il sound del brano è più che perfetto. Riesce a trascinarsi dietro la cultura portoghese con il suo stile latino, ma al tempo stesso essere alla portata di tutti risultando molto accattivante con delle contaminazioni pop, forse frutto dei suoi studi in America.

Maro porta sul palco questo brano senza effetti speciali o coreografie appariscenti, semplicemente perché non ne ha bisogno. Basta la sua sola voce per trasmettere al meglio ciò che vuole raccontare, e di certo ci è riuscita.

(Filippo Micalizzi)

Maro: 8

 

Slomo

La Spagna è rappresentata dall’artista di origine cubana: Chanel Terrero. L’interprete della canzone “SloMo” ha conquistato il pass vincendo il concorso Benidorm Fest, molto seguito in terra iberica.

Dopo aver ascoltato il brano e dopo aver visto le prove ufficiali della Terrero, sorge una domanda: è davvero la proposta artistica migliore che la Spagna potesse offrire?

Un sound già sentito tra il pop e il reggaeton, un’intenzione artistica poco originale, insomma un surrogato di Rosalìa di certo non basterà per sbaragliare la concorrenza. Lo sentimos España.

(Salvatore Giannavola)

Chanel Terrero: 6-