Furia: “Argento, Amianto ed il loro posto nel mio mondo” | Intervista
ARGENTO__37°11’N|13°45’E| è il primo singolo di FURIA, giovane cantautore milanese. Il brano mescola suoni elettronici con atmosfere che richiamano il folk, sintetizzatori , banjo e un pianoforte ovattato.
Furia è stato ispirato da una riflessione introspettiva sul concetto di rassegnazione: un uomo inerme che guarda in faccia la sua vita, la scopre codarda e piena di errori. Le coordinate 37°11’ N – 13° 45’ E, parte integrante del racconto, sono solo la prima tappa di un nuovo percorso.
Da poco FURIA ha pubblicato anche AMIANTO_|39°54’N|116°23‘E|_, che precede l’EP in uscita il prossimo autunno.. Il tema autobiografico é quello di una relazione arrivata al capolinea, che proprio come l’amianto si era presentata sicura per poi rivelarsi tossica e dannosa.
“Nuvole d’Amianto sopra le lenzuola segni di una storia ai titoli di coda”
Le coordinate |39°54’N|116°23’E| di questa seconda tappa portano a Pechino, dove Furia ha vissuto per lungo tempo, città ideale per ambientare questo racconto.
INTERVISTANDO FURIA
Cosa ti ha ispirato per l’immaginario di “Argento”?
Prima di tutto la musica di Nick Cave e le sonorità dei Radiohead, tra le mie band preferite. Sono molto affascinato dal loro mondo sonoro un po’ cupo e dissonante.
Se Argento fosse un film sarebbe sicuramente ispirata all’immaginario visivo della Sicilia, terra che conosco molto bene. Ho passato tante estati lì da bambino, e seppur la storia che racconta il brano non è propriamente felice, non riesco a pensare ad un luogo più adatto dove ambientarla.
La storia invece è stata ispirata ad una vicenda di una persona a me molto vicina.
Qual è la connessione tra le coordinate di “Argento” ed “Amianto”?
Le coordinate di entrambi i brani portano a luoghi che conosco molto bene. Se Argento porta in Sicilia, Amianto, invece, è ambientata a Pechino, dove ho vissuto per lungo tempo. Tra le coordinate e il brano c’è una connessione sia sensoriale che semantica. Sono il luogo che ospita il racconto, ma anche il simbolo del racconto stesso.
Ad esempio, la tossicità è il leitmotiv di AMIANTO: La tossicità della relazione che racconto, la tossicità di Pechino (una delle città più inquinate al mondo) e la tossicità dell’amianto. Tutto è interconnesso.
Dobbiamo aspettarci nuovi punti di riferimento presto?
Assolutamente si! Ogni brano dell’EP che uscirà il prossimo autunno sarà connesso ad una coordinata specifica, che avrà un legame fortissimo con il brano e un momento della mia vita.
Vorrei che fosse una sorta di mappa sonora che possa fungere da strumento in più per definire al meglio ogni brano e il suo mondo di appartenenza e che possa aiutare l’ascoltatore ad immergersi a pieno in quello che sto raccontando nell’EP.
C’è mai stato un momento nella tua vita in cui hai pensato “Stavolta non torno”?
Due volte nella mia vita ho pensato “stavolta non torno”.
La prima volta quando arrivai Xiamen, una città bellissima a sud della Cina con spiagge chilometriche e templi incantevoli.
La seconda volta fu nel nel 2016. Ero in Cambogia, più precisamente a Siem Rip, una città molto piccola che però si trova in un punto nevralgico del turismo cambogiano perché vicino a Angkor Wat. Stavo camminando tra i vicoli di quella città e fui preso di forza da un gruppo di uomini , e si, quello è stato decisamente il momento in cui ho pensato “ stavolta non torno”.
Se potessi collaborare con un artista italiano ed uno internazionale per una tua canzone, chi sarebbero e perchè?
Di internazionale sicuramente Justin Vernon. E’ un artista che segue molti progetti nei quali è sempre riconoscibile la sua impronta sonora, dai Bon Iver ai Red Machine. Se potessi collaborare con una band sceglierei i The National perché hanno esattamente il tipo di sound che si mischierebbe perfettamente con il mio.
Un’artista italiana che stimo molto è Levante, sia per il suo senso melodico che per i suoi testi mai banali. Ho avuto anche la fortuna si sentirla cantare live e trovo che sia pazzesca, ha un’intensità fuori dal comune.
Come è venuta l’idea di proporre “Argento” su OpenSea sotto forma di NFT?
L’idea è venuta a mio fratello in realtà. Mi ha fatto capire che Il mondo NFT sia il presente, ne abbiamo la prova andando semplicemente in un museo d’arte moderna dove è già possibile trovare opere in NFT. E’ stato anche un modo per mettermi in gioco in un campo che non conosco particolarmente bene ma che trovo molto affascinante.
Come vedi il futuro della musica in un mondo sempre più etereo e digitale?
Penso che sia iniziata una nuova stagione per l’arte e la musica. Probabilmente si andrà verso un mondo più distaccato dal concetto tradizionale che abbiamo di usufruire delle arti. Al contempo, però, la cosa interessante è che potremo raggiungere sempre più ascoltatori anche nelle parti più remote del globo.
Il mercato musicale ha abbracciato già da qualche anno la via della decentralizzazione, ne sono la prova evidente le maggiori piattaforme di streaming. Attraverso uno sguardo attento si capisce che molto probabilmente il mondo del <non fungible token> potrebbe rappresentare la naturale prosecuzione di questo iter. Insomma sono due mondi, quello tangibile e quello digitale, a parer mio completamente diversi ma che se sfruttati con criterio assolutamente complementari.
Se dovessi scegliere solo uno dei due? Sicuramente non rinuncerei mai alla connessione che si crea con un pubblico reale durante un concerto dal vivo.
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