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Daniele Vagnozzi: “Una cena alla fine del mondo” | Intervista

“Vivo di ironia, sorprese e nostalgia” dice Daniele Vagnozzi su se stesso. Che poi sono gli stessi ingredienti che troviamo anche nel nuovo singolo prodotto con Andrea Mei, “Con questa faccia qua“.

C’è qualcosa di più snervante di un litigio silenzioso? Sapete quello in cui si percepisce che qualcosa non va, ma il partner si rifiuta categoricamente di parlarne, costringendovi a incastrarvi in uno spazio passivo-aggressivo e confuso e in monologhi costruiti sul “parlami” e su risposte fatte di niente?

Ecco. Prendete questo scenario, aggiungete che il mondo va a rotoli e che potrebbe finire tutto stanotte. Condite con un pizzico di ironia e di cinematografica. Avrete ottenuto il nuovo pezzo di Daniele Vagnozzi.

Originale e dal cantautorato pungente, “Con questa faccia qua” vuole essere un invito a non prendersi troppo sul serio, perché non lo sappiamo se effettivamente il mondo finirà stanotte.

Quindi, se ogni momento potrebbe essere l’ultimo, forse ci conviene prendere la vita per quello che è, dirla quella cosa che vogliamo dire e imparare a sorridere di tutto, anche di quello che non va.

INTERVISTANDO DANIELE VAGNOZZI

L’ironia regna sovrana nel tuo nuovo pezzo. Quanto è importante saper ridere anche delle cose brutte?

Direi che è tutto. Ho sempre amato l’ironia negli artisti, che fossero cantautori, attori o cineasti. Mi sembra una chiave per entrare ovunque. Mi appassiona così tanto che mi sono laureato in psicologia con una tesi dal titolo “Effetto Comico e meccanismi della risata”. Inoltre nel mio lavoro di attore e regista è uno sguardo fondamentale che mi serve per entrare nelle storie, lo stesso vale per quando scrivo canzoni.

PH: Ruben Albertini

La musica ti aiuta a farlo?

Un certo tipo di musica sì. Ma l’ironia regge sempre e solo quando c’è qualcosa da raccontare e da alleggerire, da contraddire. Se sotto non c’è niente non può esserci ironia. La musica è immediata per cui riesce a darti leggerezza anche quando parli di cose importanti.

“L’amore non è bello se non è litigarello” si dice. Sei d’accordo?

In generale no, ma credo che il confronto sia una parte essenziale di una storia d’amore. L’incomprensione mi interessa di più rispetto al litigio perché è motore di qualcosa, come in “Con questa faccia qua”.

Quanto è importante la comunicazione in una coppia?

Direi che è più importante la non comunicazione, ahah. Almeno nel caso di “Con questa faccia qua”. Lei ha chiaramente qualcosa di irrisolto con lui ma non gli dice cosa sia, lui la prega di parlare chiaro ma non riceve risposta, solo sorrisi, e così si dice in testa un buffo monologo di ciò che vorrebbe dire.

Così è nata l’idea del pezzo.

Lo scenario in cui prende luogo “Con questa faccia qua” è un’ipotetica fine del mondo. Come mai te la sei immaginata così?

La primissima idea del pezzo è nata durante il primo lockdown e la prima stesura in musica durante il secondo, le ultime rifiniture dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Ho risposto? Ahah.

Ovviamente poi la fine del mondo è anche in senso metaforico, è un invito a non dimenticarsi che le cose potrebbero finire da un momento all’altro e a viverle senza perdersi troppo in amarezze e litigi quotidiani.

PH: Ruben Albertini

“E se fosse l’ultima volta, l’ultima notte prima della fine”, cosa faresti?

Probabilmente farei una grande cena con le persone a cui voglio bene, metterei su “Non ci resta che piangere” di Massimo Troisi e Roberto Benigni e chiuderei con un brindisi ascoltando “Monna Lisa” di Ivan Graziani. Infine ci metteremmo ad aspettare belli tranquilli giocando a Taboo.

Sei partito raccontandoci di “Tutte le lacrime che hai” e ti ritroviamo “Con questa faccia qua”. Cos’è cambiato nel frattempo?

Ti direi niente. Sono sempre io, sia nell’una che nell’altra, due facce della stessa persona, quasi anche dello stesso periodo. Tuttavia se stessimo montando un film metterei prima la scena dipinta in “Con questa faccia qua” e poi quella raccontata in “Tutte le lacrime che hai”. Al contrario di come le ho fatte uscire. Ma ovviamente non finisce qui, seguitemi nei prossimi mesi perché il film continua!

ASCOLTA DANIELE VAGNOZZI NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAGAZINE

Benedetta Fedel

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