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Vincenzo Motta: “Cuore e cervello vedono segni differenti” | Intervista

C’è tutta l’energia  del rock nel nuovo singolo di Vincenzo Motta dal titolo “Metti a fuoco”, un brano che descrive una situazione di scontro e incontro che si può avere contemporaneamente, all’interno di una coppia. Se due persone hanno opinioni diverse sui principi della propria relazione, ma soprattutto hanno un modo diverso di provare le proprie emozioni, finirà che uno dei due si farà molto male.

La realtà assume un significato differente quando viene vista da due occhi diversi, e non basterà una notte per allineare lo sguardo.

Quando ci sono idee contrastanti è importante fare un ragionamento comune, ricordandosi poi che è ancora più fondamentale accettare il punto di vista dell’altra persona, anche se siamo contrari. Non ha senso credere in qualcosa che non esiste più, coltivando una speranza che giorno dopo giorno si avvicinerà sempre di più ad un incubo.

INTERVISTANDO VINCENZO MOTTA

Quale scintilla ti ha trasformato in cantante?

Ho iniziato a cantare tardi, non per amore, non per arte, ma per gioco.

La passione si è accesa durante un giorno di festa, festeggiavamo il matrimonio del mio terzo fratello, e la mia dedica musicale ha acceso in me una scintilla fortissima perché mi ha permesso di esprimere in pieno le mie emozioni. Da quel giorno non ho mai smesso di cantare e migliorarmi.

Perché cuore e cervello spesso hanno punti di vista differenti?

Per me il cuore è quello che prende le decisioni per primo. Sì, poi la razionalità prende il sopravvento e da lì nascono le decisioni messe in atto, ma per me le scelte si fanno sempre con il cuore. Potremmo dire che tra cuore e cervello cambia poco perché alla fine è il cuore a comandare.

Vincenzo Motta

Una notte può bastare per innamorarsi?

No. Secondo la mia esperienza non basta una notte per capire una persona, ma è molto importante percorrere anche l’esperienza dell’infatuazione di una notte, perché più esperienze accumuliamo e più il nostro cammino diventa ricco. Ad oggi dico che l’amore non può essere solo chimica, ma dev’essere anche conoscenza, e lo posso dire perché “la notte e via” non mi ha regalato assolutamente niente.

Preferisci vivere il momento o fare programmi?

Sono uno che programma le cose, amo l’ordine nella vita. Nel mondo di oggi ho scelto la famiglia invece dell’avventura, e forse sarà una cosa anacronistica ma per me alcuni valori sono fondamentali. Spero di trovare presto la persona giusta con cui condividerli.

Quanto è importante lo scontro all’interno di una relazione?

Non è tanto importante lo scontro ma la reazione che ne consegue. Sono fermamente convinto che la voglia di risolvere i problemi della vita quotidiana e il modo in cui si risolvono sono parte fondamentale di un rapporto e dimostrano la volontà di costruire qualcosa. Allo stesso tempo, chi “se ne frega” dimostra ugualmente la volontà di non proseguire una relazione. Il modo in cui reagiamo è tutto.

Esiste un tempo massimo per l’attesa?

Il mio primo singolo si chiama “Nell’attesa di un sì” e parla proprio di questo. L’attesa non ha un tempo massimo, ma è un tempo che va vissuto per capire quanto siamo disposti ad aspettare qualcuno e di conseguenza il valore che diamo a quella persona o esperienza.

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Come mai capita di tradire le buone intenzioni?

Questa è una domanda che mi pongo ancora oggi, non capisco come le persone possano “pensare bene ed agire male”. Mi permetto di dare un consiglio: diamo il meglio di noi stessi, con il cuore e l’anima puliti e vivremo meglio tutti quanti. 

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