Ogni giorno dura 24 ore, composte sempre da 60 minuti e ogni minuto è formato da 60 secondi, ma alcune giornate sembrano scorrere più lente, mentre in altre appena svegli è già l’ora di andar a dormire o viceversa.
Viviamo in una società sempre più frenetica, confusa e insofferente all’attesa, complessi socio culturali del quale anche la musica ne risente. Le canzoni sono sempre di più, ma durano sempre meno.
Johann Sebastian Punk, con “24 ore”, si scaglia apertamente contro questo sistema criticando con rabbia e ironia, il comportamento di chi invece di fare preferisce giudicare.
Rientrare all’alba è sbagliato, mentre uscire di casa alla stessa ora per andare a fare lo schiavo è fortemente raccomandato.
Forse bisognerebbe imparare a perdere tempo inseguendo la bellezza, e chissene frega se arriveremo troppo tardi ai traguardi della vita. Ecco per Johann Sebastian Punk è più importante godersi il viaggio piuttosto di raggiungere in tempo la destinazione.
Nelle vite da incubo di molti miei coetanei (svegliarsi presto, lavoro otto ore, tornare a casa e ritrovarsi sempre la stessa insopportabile persona, cena a domicilio ordinata tramite qualche servizio schiavistico e serie TV sclerotizzante) forse troppe, ma per me sono poche; non dormo, e ho troppe cose da fare. Quando sarò stufo di questa vita mi dedicherò a tempo pieno alla politica attiva fondando un movimento per l’estensione delle ore del giorno da 24 a 36; ci permetterebbe di avere più notte dentro il giorno sempre in momenti diversi… pensa che bella l’alba a metà giornata!
Per risponderti dovrei essere un artista e avere un orologio. Intendo dire un orologio al di là delle mie collezioni di Breguet e di Vacheron Constantin che non metto mai per timore di essere scippato.
La produttività appartiene alle macchine. Ma in generale ho sempre preferito la notte, e non solo perché di notte si fanno le cose più interessanti, ma per una questione puramente olfattiva. A me della notte piace innanzitutto il profumo.
Più che aumentare il senso normalmente inteso di frenesia, hanno generato un nuovo tipo di frenesia fatto di intorpidimento e narcisismo. Dopotutto “Narciso” e “narcosi” derivano entrambi dal greco antico nárkē, che significa “sopore”. Ho parlato giusto?
Non ho idea di cosa siano queste tre cose, non sono sicuro di poterti rispondere accuratamente.
Credo che questa frase l’abbia usata per la prima volta un tizio che si chiamava Vladimir Jankélévitch, e che poi hanno ripreso Luigi Nono, Mark Fisher, Johann Sebastian Punk, in ordine crescente di importanza. Diciamo che innanzitutto suona bene, qualsiasi cosa voglia dire. E poi che mi sembra appropriata a quest’era di stasi culturale, in cui l’idea di futuro ci è stata sottratta.
Tutte le età sono buone per ignorare i consigli degli altri. Soprattutto quelli buoni, che sono i più dannosi.
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