PH: Enrico Parrinello

Warco: “Anacardi al gusto di illusione” | Intervista

Molto spesso nei film l’estate fa da sfondo ad un rito di passaggio nel quale i protagonisti crescono senza neanche accorgersene, diventando inconsapevolmente adulti. Nella vita di tutti tutto avviene con più calma, e anzi è la malinconia a sviluppare dentro noi stessi sentimenti contrastanti.

WARCO, descrive questo senso d’impotenza nel suo nuovo singolo “Anacardi”, davanti ad una vita che scorre troppo veloce, provocando una spaccatura tra illusione e realtà. Probabilmente per istinto di sopravvivenza e paura degli errori cerchiamo di mantenere un distacco emotivo con il mondo esterno, rischiando però di essere solamente spettatori e non protagonisti.

 

INTERVISTANDO WARCO

L’estate che sentimenti rappresenta?

Vivo in un posto in cui l’estate è così lunga da darti tutto il tempo necessario per odiarla: parti felice a maggio, ti godi l’inizio a giugno e aspetti con trepidazione luglio e agosto, perdendo la dimensione del tempo nell’euforia generale tra amici giù dal nord, festini, nottate e poi di colpo la sveglia torna a suonare alle sette del mattino del primo settembre, neanche il tempo di sapere che sapore abbia la frustrazione ed ecco l’esasperazione di ottobre che arriva infliggendoti il colpo di grazia con un’ultima estenuante ondata di caldo e zanzare mai stanche: implori pietà e preghi per un filino di tramontana.

Quando si capisce che ci si sta innamorando?

Si concentra tutto in un istante un po’ casuale in cui realizzi di aver fatto qualcosa di significativo per un’altra persona in maniera assolutamente spontanea, quando ricevi dei feedback sempre più chiari e meno ambigui. Credo succeda quando uno spiraglio di lucidità fende la tempesta dell’infatuazione. Capirlo penso sia istintivo quanto muovere una mano: lo fai e basta, pensi solo in seguito a quanti muscoli hai sollecitato per farlo.

Ti è mai capitato di vivere alcuni giorni come illusione?

L’illusione per me è sempre figlia della speranza e dell’attesa, manipola la percezione che ho del tempo e filtra una realtà quotidiana, la mia, spesso monotona e spoglia. Credo serva proprio a rendere credibile ciò che scrivo, come una sorta di additivo in un impasto, per cui penso sia più difficile immaginare in una mia “giornata-tipo” la totale assenza dell’illusione, spontanea o indotta che sia.

Che rapporto hai con i tormentoni?

Mi manca un po’ l’ignoranza di “Asereje”, “Chihuahua” e “Dragostea Din Tei”, quando il fattore “casualità” incideva di più e si sentivano pezzi veramente improbabili ma che in qualche modo funzionavano. Adesso li vedo molto più studiati a tavolino, credo si sia persa la magia.

Perché la musica cambia a seconda delle stagioni dell’anno?

Perché la musica si muove sempre a seconda dei venti che soffiano, delle idee, del meteo sempre mutabile e del gusto di chi ascolta.

PH: Enrico Parrinello

Che effetto fa drogarsi di Anacardi?

Gli anacardi sono un’alternativa esotica ai pop corn che sgranocchi durante un film, con la differenza che stavolta si diventa spettatori e attori allo stesso tempo di una vita che ci mette di fronte immagini meravigliose, un po’ deturpate da qualche dinamica poco felice di una trama comunque bellissima, anche se imprevedibile. Abusandone, si rischia di restare distesi sul divano a guardare passivamente il tutto, oltre ad ingrassare.   

Hai mai avuto la sensazione di dare poco peso alle incomprensioni?

Purtroppo sì e ho anche pagato per questo ma certe situazioni mi hanno aiutato ad essere quello che sono, purtroppo bisogna un po’ passarci per crescere. La comunicazione è fondamentale in ogni genere di rapporto, è un ponte che non può essere interrotto.

Chi ascolta le canzoni di Warco in che mare si tuffa?

Un mare simile a quello del Previto, a Favignana: verde smeraldo, freddo ma invitante, nel quale è facile acclimatarsi, in cui è bello nuotare ma dal quale è difficile uscire senza tremare, perché ti rendi conto solo dopo di quanto la realtà sia più fredda dello stesso mare.

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