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L’estate pop elettronica ha il Sentore degli Elettrotape | Intervista

Le radici variegate del progetto Elettrotape creano, unendosi insieme, un paesaggio pop elettronico ricco di diverse sfumature. Il primo singolo pubblicato sfruttando la liricità e il suono della lingua italiana si chiama “Sentore” ed è un caldo abbraccio legato all’estate, dove all’improvviso tutto può cambiare, o meglio c’è una nuova energia che agisce e scombussola sentimenti e ragione.

È difficile capire il perché di questo mutamento, resta quindi da provare sulla pelle questa sensazione, vivere questa nuova stagione senza farsi troppe domande.

“No non lo so, cosa mi fa, questo sentore di caldo!”

INTERVISTANDO GLI ELETTROTAPE

Quali sono le vostre influenze artistiche?

Proveniamo tutti da estrazioni diverse (alternative rock, folk pop, prog ecc) ma abbiamo trovato nell’elettronica il file rouge per scrivere brani; come progetti attuali ci piacciono molto Sylvan Esso, Ätna, M83.

Scoprire la scrittura in italiano dopo aver pubblicato brani in lingua inglese è stata una scelta dovuta a quale necessità?

Abbiamo sempre avuto in mente di sfruttare l’internazionalità del progetto anche a livello testuale; Sentore è il nostro primo esperimento ma di certo ce ne saranno altri, magari anche in altre lingue.

Nelle vostre esperienze all’estero avete vissuto un altra musica?

Sicuramente abbiamo conosciuto progetti e musica underground che ci influenza quotidianamente. Anche la scena di piccoli locali di live music è molto seguita e riconosciuta, tanto da pagare spesso un biglietto per vedere una band che non si conosce, cosa rara nel nostro paese.

Che effetto vi provoca l’estate e sentire il sole sulla pelle?

Come scriviamo in Sentore, ci sono emozioni e sensazioni che non si possono spiegare se non raccontando la situazione che l’ha provocata. Ecco che “questo sentore di caldo” è quindi un cambiamento inconscio che non si può descrivere ma da cui ne siamo travolti.

PH: Matteo_Mangherini

Anche le canzoni hanno una loro stagione?

Hanno magari delle vibes, delle sonorità più calde o meno; ma ci troviamo spesso ad ascoltare Bon Iver anche con 40 gradi.

Le emozioni sono qualcosa di concreto?

Non c’è emozione senza un riflesso fisico connesso (mal di stomaco, pelle d’oca, brividi..); quindi direi che c’è molto di concreto in esse.

Come si può spiegare ai più giovani com’era ascoltare la musica attraverso una cassetta?

La cosa che manca di più è forse il prendersi del tempo e sprofondare nella musica, in un album intero, invece che skippare costantemente.

Dentro una “Empty Pool” si nuota tra i pensieri?

Tra pensieri, esperienze, aspettative. Ma a volte svuotare una piscina piena aiuta a ripulire e fare chiarezza.

 

Nicolò Granone

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