La Musica Italiana che verrà | Le previsioni del team di IIM

Negli ultimi giorni abbiamo assistito al proliferare di post e articoli increati su “I migliori brani del decennio”, “I migliori artisti indie del ventennio” e tematiche affini. Un corsa forsennata alla realizzazione degli annales della musica italiana dal 2000 ad oggi, quantomai lecita, che ha inebriato le webzine del settore, mosse da una spasmodica necessità di storicizzazione. Come se dal 1 gennaio le profezie di Greta dovessero divenire realtà e le acque dovessero alzarsi a tal punto da distruggere ogni memoria del mondo attuale.

Ma non disperate!

La sindrome del re-cap ci ha risparmiati. L’angelo protettore della musica italiana ci è apparso in sogno e ci ha intimato di non cadere nella trappola, e volgendo l’indice verso est ci ha sussurrato “Qui non siete per rimembrare ciò che è stato con struggente nostalgia. Stracciate le classifiche del decennio e datele in pasto al futuro.”

Dopo una riunione fiume, il concistoro di Indie Italia Mag ha studiato, interpretato e assimilato le parole del vate travestito da Renato Zero-mascherato-da-Achille-Lauro con i capelli di Levante e gli anfibi di Appino.

Non avremmo mai potuto sottostimare i consigli dell’angelo, ci avrebbe punito con un CORRO, CORRO, CORRO di Emma Marrone per il resto dei nostri giorni. Per questo, abbiamo deciso di concludere l’anno con le nostre speranze per il 2020 che verrà, editor per editor.

NDR: nessun editor è stato maltrattato per la realizzazione di questo numero.

2020 in musica | Cosa vorremmo ascoltare?

“Oh, algoritmo che sei nei server
Manda il mio pezzo nella Top 10 e il mio video nelle tendenze”

Basterebbero questi versi tratti da QUELLI CHE NON PENSANO, brano del nuovo album di Marra, per rappresentare la mia idea sulla musica che è stata e che sarà. Oggi però è la fine dell’anno e credo che abbiate tutto il tempo per leggere le mie nenie.

La vita è troppo complicata per essere incastonata in una rima baciata, relegata nei racconti in musica di universitari stropicciati, nostalgici del borgo natìo che si trovano a contrastare la frenesia delle metropoli del Nord Italia ricordando la Silvia leopardiana lasciata in paese.

La realtà che ci circonda è così variegata, conflittuale, paradossale e luminosa in certi aspetti della vita sociale, tanto che precludersi di non voler crescere risulta riduttivo ed autoreferenziale. L’arte è fatta di idee, creatività e contaminazione: passiva e attiva.

Mettiamo da parte gli algoritmi e diamo spazio alla diversità, all’eclettismo o alla semplicità devastante. La musica di qualità resta e si sedimenta nelle esperienze e nella memoria del pubblico.

Nel 2020 vorrei ascoltare una musica che rispecchi i tempi che stiamo vivendo, che non sia uguale a se stessa e che sia in grado di stupirci, sia da un punto di vista delle sonorità che dei testi. La mia non è una guerra contro le hit ma un messaggio propiziatorio per la realizzazione di “hit d’autore”.

Margherita Vicario, Tha Supreme, Dimartino, Mai Stato Altrove, Venerus, Marracash sono gli artisti che durante il 2019 hanno rispettato le mie aspettative di ascolto.

Salvatore

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Il 2019 è arrivato agli sgoccioli ed è il momento dei consueti buoni propositi per l’anno che verrà. Mi piacerebbe credere che nel 2020 tutti gli album verranno scritti per un bisogno artistico, che i testi delle canzoni siano frutto di ricerca del Bello, che dietro l’arte ci sia l’Arte; aggiungerei al calderone ingredienti come “mi auguro la pace nel mondo, felicità ed amore” per rendere quest’utopia ancora più patinata e scintillante. Tuttavia mia mamma mi ha insegnato che “chi vive sperando muore Ca***do” e quindi non vivo di aspettative così grandi!

Ma un sogno, un piccolo grande desiderio, per il 2020 ce l’ho: vorrei che i concerti tornassero ad essere concerti e non enormi karaoke.

Vorrei sentire arrangiamenti diversi rispetto a quelli di Spotify, vorrei vedere chitarre a cui saltano le corde e bacchette che si spezzano sui piatti per superare il muro di suono degli amplificatori. Vorrei ascoltare cantanti immersi nelle cose che loro stessi (?!?) hanno scritto, vorrei poter credere anche per un solo momento che stare sul palco piaccia anche a loro e non sia un contentino per management/label/booking/pubblico.

Magari chiedo troppo, anzi, sicuramente sono un sognatore, “but I am not the only One” avrebbe detto John Lennon. Però, amici miei, qualche volta sarebbe proprio bello sentire un accenno di jam sul palco, guardare il bassista ed il batterista che si chiamano le chiusure dei pezzi a ca**o di cane guardandosi con quel sorriso da “ce l’abbiamo fatta anche stavolta”. La vita è troppo corta per non godersela, soprattutto se hai la fortuna di poter toccare l’anima di migliaia di persone, ogni giorno.

Vincent

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Cosa aspettarsi dal 2020:

– Tommaso Paradiso vince Sanremo

– Gazzelle fa un pezzo Trap

– I Comacose  si lasciano e si dedicano canzoni d’amore a distanza

– Pogare sul nuovo brano punk dei Canova 

– Calcutta  scrive una canzone su Parigi 

– Liberato alla fine è Frah Quintale

– Tizio sconosciuto pubblica brano su YouTube e crea un nuovo genere musicale

– Franco 126 diventa allegro

– Niccolò Contessa si è rotto i coglioni e fonda una tribute Band dei I Cani

– Coez naufrago all’isola dei famosi

Nicoló 

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“E sto come una bomba. E,si, come una bomba. Ma mica in senso buono, nel senso che domani esplodo.”

Che il nuovo anno faccia esplodere le nostre orecchie con nuovi sound, nuovi testi. Via ogni banalità, abbiamo bisogno di novità, di alzare le casse dello stereo per cantare a squarciagola ciò che desideriamo.

Sarà l’anno di una bomba ad orologeria, quella di Colapesce e Dimartino, forse un piacevole solletico il nuovo progetto di Brunori Sas. Ma l’attesa è tutta per loro: i missili silenti. Chi saranno? Mi appello alle donne CRLN, Rosita Brucoli, VV e a tutte le altre donne della musica italiana emergente.

Prendete e conquistate la scena! 

Alessandra 

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Aprendo la playlist di Spotify dei miei ascolti di questo 2019 ho tirato giù alcune considerazioni e speranze per il futuro in ordine sparso:

  • Dobbiamo darci un taglio con questi cazzo di synth vintage e ridare spazio alle chitarre elettriche. Rievocare costantemente le sonorità di Vacanze di Natale ’86 può farci sembrare ridicoli.
  • Credo  che dovremmo prendere atto che la nostra vita sociale sia direttamente collegata ai nostri ascolti.  Nel 2020 sarebbe opportuno evitare di fissarci con l’ennesimo clone di Calcutta che, in stile Antonello Venditti compromesso dalla senilità, canta di quanto sia brutto non riuscire a scopare.
  • Penso davvero che Tommaso Paradiso abbia tutte le carte in regola per diventare segretario nazionale di Italia Viva.
  • Pippo Sowlo è la vera speranza della musica italiana.
  • Franco126, Drone126, Ketama126. Direi pure che basta così.
  • Spero che nel 2020 Andrea Laszlo de Simone faccia coming out e confessi di essere effettivamente Frank Zappa. Altresì spero che Davide Toffolo possa diventare il direttore artistico di Sanremo.
  • In tutto questo mi auguro poi che i prezzi dei biglietti dei concerti possano essere sempre accessibili dato che più di qualcuno, dopo due singoli andati bene, si è fatto prendere un po’ la mano. Si spera inoltre che vengano organizzati molti più concerti al sud visto che per alcuni organizzatori , bene che va, l’italia finisce a Bari.

Marco

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È stato un anno ricco di nuova musica che alla fine tanto nuova non si è rivelata. La maggioranza degli artisti si sono presentati al grande pubblico con sonorità trite e ritrite e non mi va che la musica italiana torni ad essere ripetitiva come nel più recente passato.

Sono stanco di sentire sempre gli stessi quattro accordi, il depressissimo “la minore” ha rotto il ca*** da un bel pezzo. I testi stanno diventando tutti uguali, tutti incentrati sull’amore della vita smarrito; la vita è molto più profonda di quello che hanno scritto nell’ultimo anno. 

Più che previsioni, posseggo delle speranze per l’anno venturo. 

Spero che i testi tornino ad essere originali e taglienti come un paio di anni fa.

Spero che ci sia qualche artista disposto a dire le cose come stanno senza avere paura del linciaggio mediatico.

Spero in sonorità nuove, mai sentite prima, che siano così belle da farmi venire voglia di riprendere in mano la chitarra come quando avevo 15 anni.

Spero che, come accadeva negli anni ‘70-‘80, qualche pazza band prema un po’ più sulla distorsione inserendo qualche assolo strumentale qua e la.

Spero in qualche artista che mi faccia tornare la voglia di perdere la voce ai live.

Spero.

Claudio


Se è vero che la musica rende liberi (Bob Marley) e che anche la più potente delle armi da fuoco dovrà inchinarsi davanti al suono di una chitarra, prima o poi (Jim Morrison), allora mi aspetto che il 2020 veda una scena musicale che preferisca sperimentare piuttosto che adattarsi. Mi piacerebbe che i cantautori scrivano solo se davvero sentono di avere qualcosa da dire, ché le pause, proprio come sul pentagramma, sono necessarie ad evitare accozzaglie di suoni.

Mi aspetto spontaneità, qualità e novità. Mi aspetto che venga raccontata, tramite sublimi metafore, la situazione in cui ci troviamo oggi. Mi aspetto di ascoltare testi e melodie che un giorno i nostri figli canticchieranno malinconici come noi oggi cantiamo Faber. 

Carlotta

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“Che sia lunga, storta e faccia male/ Tendi questa freccia dritta al cuore” (Fast Animal and Slow Kids) e dal 2020 mi aspetto musica che sia esattamente così: diretta, sporca, ma senza edulcoranti.

Basta con queste canzoni che sanno parlare solo di amori finiti o lasciati a metà, guardati e raccontati attraverso delle lenti Disney. C’è bisogno di autenticità, di toccare con mano le emozioni che provano che gli artisti e che noi tutti proviamo, senza il solito “Imperativo di rimuovere il dolore” (Brunori Sas).

Auguro a noi tutti un anno di musica che non lasci il retrogusto di anestesia.

Vi auguro che la vostra musica sia “come un codice PIN per i blocchi emotivi” (Dutch Nazari). 

Vi auguro di trovare la vostra “Futura ex moglie” (Willie Peyote) e che la musica vi aiuti a non farla diventare ex. 

Vi auguro di sentire tutto, intensamente, e di avere una colonna sonora degna di accompagnarvi in questo nuovo e avventuroso anno. 

Chiara 

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In questo 2019 denso più che mai di parole e suoni, il grido “Fuori dall’hype” dell’omonimo brano e album dei Pinguini Tattici Nucleari, può rappresentare il motivo guida per il futuro di quell’ibrido in continua trasformazione che è l’indie italiano.

È solo oltre le logiche a cui il mercato ci ha abituato e che noi stessi siamo andati a rinforzare, che potremo ritrovare della buona musica e anche noi stessi. Non basta e non basterà puntare il dito contro i soliti quattro artisti per un generale appiattimento di temi e ritmi.

Occorre anche fare mea culpa per non essersi spinti nell’ascolto al di là delle colonne d’Ercole che Spotify ci ha costruito intorno sulla base delle nostre preferenze. Nel panorama musicale nostrano c’è ancora del buono e altrettanto ce ne sarà anche nel 2020, ma toccherà anche a noi avere occhi limpidi per guardarlo, giuste vibrazioni per coglierlo e soprattutto abbastanza voglia per andarlo a scovare. 

Aurora 

E ricorda che questa sera potrai contare sulla nostra playlist!