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Un tuffo nella musica di Nico Arezzo | Indie Talks
L’acqua è un composto chimico di formula molecolare H2 O, ciò significa che due atomi di idrogeno sono legati all’atomo di ossigeno. Lasciando da parte la scienza noi sappiamo riconoscere l’acqua nelle sue varie forme e anzi Nico Arezzo ha saputo inserire questo tema nel suo disco “Non c’è mare” nel quale si racconta goccia a goccia tra serate in discoteca, lacrime salate e tramonti sulla spiaggia.
Questo è stato il concept dell’album e di questa intervista stessa. Se volete gettarvi tra le onde delle emozioni e uscirne rinfrescati ecco alcune domande e risposta da manda giù tutto di un fiato, ascoltando le canzoni per trovare un po’ di refrigerio dentro questa calda estate.
NICO AREZZO X INDIE TALKS
C’è stata una goccia che ha fatto traboccare il tuo vaso e ti ha dato il là per un grande cambiamento?
Da anni collaboro con il Take away studios di Modena, uno studio di amici a cui voglio bene. Andavo/vado a fare ascoltare miei brani e restavamo tutta la notte a parlare di qualsiasi cosa. Mi è stato detto che ciò che raccontavo in nottata non era rappresentato bene da ciò che scrivevo, mi consigliavano semplicemente di raccontare ciò che vivevo. Consiglio tanto semplice quanto giusto. Ho iniziato a scrivere, descrivere quello mi passava per la testa senza filtri e senza dover cercare il modo più giusto o coerente rispetto a ciò che c’è fuori. Non solo mi veniva più facile, mi divertiva di più e il pubblico mi capiva meglio.
È difficile cambiare forma e adattarsi alle conseguenze?
Senza dubbio ma l’alternativa è l’abitudine. Per questo motivo cambio forma spesso, non so se sia una specie di iperattività o semplicemente noia. Mi capita di cambiare disposizione dei mobili di casa solo per il gusto di entrare in camera e sentirmi quasi destabilizzato, come se fossi in un altro posto. Te la faccio semplice, sei ad una festa in cui non conosci nessuno e sai che devi restare lì un po’ di tempo. Qualcosa succede, magari nulla, ma Bologna mi ha insegnato che se sei disposto a restare 5 min in più, l’indomani avrai qualcosa da raccontare.

Sei d’accordo con la filosofia di Bauman quando parla di società liquida?
Assolutamente si. La velocità, la rapidità della società in cui viviamo è ormai poco controllabile, si è persa l’attenzione nelle piccole cose, il fermarsi un secondo in più e cercare di apprezzare ciò che si ha tra le mani. Dall’altra parte rimanere fermi, solidi, mi da come l’idea di poca curiosità. Non provo neanche lontanamente a consigliare come sia giusto affrontare tutto perché non ne sono in grado ma razionalmente penso bisognerebbe cercare di seguire il cambiamento, nuotarci dentro ma ogni tanto fermarsi e prendere fiato.
Hai vissuto tsunami emotivi nelle relazioni?
Certo. Le relazioni con le persone, che siano semplicemente amic* o no, sono difficili. Si tratta di persone diverse, con storie diverse, con pensieri diversi, di compromessi, sensi di colpa, momenti meravigliosi. La cosa meravigliosa è che di questi tsunami non se ne riesce a fare a meno.
“Fossi nato gemelli” è una delle tue canzoni più celebri, hai mai pensato però se fossi nato sotto un segno d’acqua?
Non ne capisco veramente niente ma mi hai fatto venire il dubbio, forse. Credo di avere un po’ di paura verso le persone che ne sanno, appena ti inquadrano parte come una psicoanalisi e inizi a fare domande che non avresti mai pensato e hai la necessità di avere risposte. Bellissimo.
Per te il bicchiere è sempre mezzo pieno o mezzo vuoto?
Ci sono volte che non vedo neanche il bicchiere. Altre volte lo vedo doppio. Hai citato Teste di nicchia, io Vicoli di sale, ma la risposta a questa domanda è Tutto va come viene.
Ti piace l’immagine che le lacrime sono le onde delle emozioni?
Mi piace parecchio, l’immagine dell’onda/lacrima non l’ho mai visualizzata, potrebbe essere merch. Se ci pensi una cosa piccola come la lacrima può essere tutto, una dolcissima emozione, la liscìa (che in sicilia è quando sei disintegrato dalle risate), la tristezza. Rimane sempre lacrima ma riesce ad essere tutto questo, sicuramente è una cosa potente.
C’è una canzone che ha scritto sotto ad un temporale?
Mi piacerebbe dirti di sì ma credo di essermi fermato ad una pioggia leggera.

Hai mai immaginato Bologna, città dove ti sei trasferito dalla Sicilia, come una città sull’oceano?
Prendo un secondo prima di rispondervi per ringraziarvi. Non abbiamo parlato prima di questa intervista ma avete centrato in pieno il cuore dell’album. Volevo che ogni brano avesse dei riferimenti liquidi e voi, oltre a focalizzare l’interista su questo, avete proprio sgamato dei dettagli che vengono trovati da chi sta attento. grazie. A Bologna manca la famiglia, la mia storia, e sicuramente il mare. Bolo è un oceano che mi ha completamente stravolto la testa, me ne sono innamorato. Nascere e crescere in una città con il mare, però, è un’altra cosa.
La percezione del mare può cambiare se lo si osserva d’estate o d’inverno?
Il mare quello è, da sempre. Cambia tutto ciò che è attorno. A luglio/agosto sto in un paesino sul mare in Sicilia che d’estate è vita, d’inverno sembra abbandonato. La percezione credo sia la stessa, è che ti cambia il modo di pensare, come se desse soluzioni diverse, possibilità diverse in base a quando e come lo guardi.
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