New Indie Italia Music Week #200

New Indie Italia Music Week fa 200! Un traguardo importante per la community per una rubrica che da quattro anni si occupa di scovare e recensire i migliori brani e i migliori album settimana per settimana.

Un’attività vitale per il team degli editor di IIM, che ci permette di osservare da vicino le evoluzioni cicliche della musica italiana, molte volte identificando progetti che adesso sono noti al mondo del “main stream”. Un punto di vista  che ci consente di testare il polso dello scenario della musica indie italiana e di condividere con voi, fervidi lettori e ascoltatori, tramite le recensioni di questa rubrica, impressioni e opinioni su progetti artistici poco conosciuti che a nostro avviso meritano di essere ascoltati anche da voi, splendidi conoscitori della scena musicale italiana alternativa.

Un obiettivo reso possibile dall’impegno e dalla dedizioni delle editor e degli editor che in questi anni hanno scelto il New Indie Italia Music Week come hobby preferito della domenica, da voi lettori che continuate a seguirci e che ci date linfa vitale per andare avanti con questo progetto editoriale e da tutti gli artisti e le artiste che nonostante le difficoltà ci regalano ogni giorno nuovi spunti creativi e soprattutto nuovi brani da ascoltare.

Eccoci con 200esimo numero di New Indie Italia Music Week!

Sul più bello

Svegliaginevra torna al suo minimalismo dell’immenso. Inizia da un particolare e vola nell’universo di emozioni caratterizzanti le storie d’amore. In Sul più bello, sigla dell’omonima serie in arrivo su Prime, la sua malinconia è perfettamente cadenzata, come ci ha abituati nei lavori precedenti. Così la dichiarazione d’amore mancata, dal momento che viene uccisa (ma forse esaltata) dal suo andarsene “sul più bello”, viene quasi misurata, concretizzata per volerla mostrare: in “tre metri quadri”, nella Torino notturna. O nella fine di una cena, con un cameriere che viene a presentarci il conto del non fatto, sanzionando la fine di un tempo che ci pone davanti al bilancio dei risultati a cui ci ha portato la nostra irrisolutezza.

Un misto tra Show don’t tell e la descrizione esplicita dei sentimenti.

(Stefano Giannetti)

Svegliaginevra: 8

Una serie di sfortunati eventi

 

Che succede quando un amore tormentato entra nel quotidiano, nel quale siamo convinti di avere già troppe sfighe? Che diventa la sfortuna più grande, accentua le sue sorelle minori e rende le giornate più difficili da superare. Con la testa che fa più male del piede che sbattiamo contro il comodino. Ci rende più intolleranti del solito, tipo coi bambini quando “danno del lei”.

È un pop cadenzato ma con una conduzione continua, dolce nella sua incazzatura. Con esempi citazionisti efficaci, tipo “Hello Goodbye” dei Beatles, descrive perfettamente chi se ne va da noi senza andarsene mai, per sua stessa indecisione. O semplicemente perché quando qualcuno, passando, incrocia la nostra strada, lascia una traccia da cui non ci libereremo presto. E siamo costretti a vedere la nostra “serie di sfortunati eventi” sotto nuovi punti di vista. A notare dei nei nella nostra esistenza che chissà dov’erano prima. “Bella sfiga”.

(Stefano Giannetti)

Claudym: 8

Scherzo eterno

All’insensatezza della vita e all’esigenza di saperne di più Stegosauro risponde “urlando”. Il suo nuovo album Scherzo eterno è intriso di punk rock. L’album si compone di due tracce: Bar Sport e Scherzo eterno.

“Vuoi partire con me? Per vivere in un altro posto, fare il giro del mondo per scoprire che ovunque è lo stesso” con queste parole in “Scherzo eterno” Stegosauro esprime come sia difficile abituarsi all’assurdità del mondo per vivere.

Collaborano all’album anche Alberto Calabrese e Roberto Colombo. “Scherzo eterno” è la scelta giusta per chi si sente un po’ arrabbiato e ha voglia di non abbattersi ai primi ostacoli in un percorso alla ricerca di risposte.

Stegosauro: 6,5

Los Angeles

Dopo Mirtilli, in cui fondeva le sensazioni amorose per una persona con quelle suscitate dall’ambiente a cui è indissolubilmente legata, Lucrezia in Los Angeles ipotizza, in un malinconico pop dalle tinte folk, una fuga verso la città americana.

Los Angeles intesa come sradicamento. Inizia così un elenco di ipotesi e ripensamenti, una fuga mentale dal concetto stesso delle mete che elenca nel brano.

Il desiderio reale, il bisogno vero, è di trovare un luogo dell’anima in cui essere protetti da “ansie e stress”. Ma non è certo che un altro luogo, o il viaggio stesso, ci liberi dal peso della vita. Conclude quindi con un laconico “ci penserò”.

(Stefano Giannetti)

Lucrezia: 7,5

Il senso dell’umorismo

“Umorismo o rottura di coglioni”?

L’estate è la stagione che più odio, non tanto per il caldo, il sole che non si oscura mai oppure per la pioggia che dura solamente pochi minuti. Io odio l’estate per l’ipocrisia delle facce felici che vedo ogni giorno sugli schermi. Dovrei prenderla con più umorismo? Scherzando ci sopra, disegnando me stessa come la fautrice del mio star male nella stagione più pesante delle 4? 

Odio i tormentoni estivi, ma mi piacciono comunque le canzoni spagnole.

Odio il caldo, ma lo stesso tempo odio anche il freddo.

In questi giorni senza condizionatore ho provato a pensare a vivere la mia vita seguendo quello che è il file rouge di quest’album, credendo di parlare dello strampalato umorismo come se fosse l’antidoto all’insopportabile applicazione del meteo che mi consiglia di non uscire nelle ore più calde. 

Fin quando ho capito che però, anche in quest’album, l’umorismo è maschera dell’acidità della società in cui siamo costretti a vivere: emblema di tutto questo è “intermezzo, ragazzo di campagna”. 

Non è il solito album estivo, frivolo con motivetti strampalati tra risate e troppe birre di troppo, è un album che dá voce a tutte le persone che d’estate, piuttosto che godersela tra le onde, preferiscono viverla di notte con i soliti vecchi amici. 

Veniamo scaraventati nel mondo di Brattini, un mondo diverso e sicuramente non convenzionale che vuole far rivivere i primi albori rap. Periodi corti, storie di classica vita non da copertina, i “fra che sognano di notte” che sperano di non diventare “gente fallita che non chiede più niente alla vita”.

Che poi nonostante i nostri vent’anni, speriamo ancora di essere dei “bimbi felici pronti per partire verso l’isola che non c’è” (sperando sia mono stagionale).

Più siamo forti, più siamo abrasivi.

(Viola santoro)

Brattini: 8

Felici così

“Felici così”, brano realizzato dal sodalizio artistico di Liquore con Powv_fsk e Polvere, racconta la difficile relazione con la vita e il dover affrontare le vicissitudini e le difficoltà quotidiane che caratterizzano la quotidianità. Come se la vita fosse il partner di una relazione che non funziona ma che in qualche modo ci rende felici lo stesso volente o nolente.

Con sonorità indie-pop e pop-rock, il brano riflette perfettamente il sound del trio anticipando così l’uscita del primo progetto di Liquore prodotto dai due.

“Non so restare ma tu dici che è per sempre. Io farò finta di niente. Non so ballare e tu mi porti al centro della pista. Non voglio urlare ma tu mi porti al centro del litigio”.

“Felici così” è il terzo brano di Liquore, un nuovo tassello che testimonia l’interessante evoluzione di questo progetto artistico.

Liquore: 8

Palla

Vittorio Coppola, anche conosciuto sotto il nome Vittorio Poli, classe ’00, torna questo venerdì con il suo nuovo singolo intitolato “Palla”.

Il cantante inizia la sua carriera musicale a 12 anni, quando inizia a suonare la chitarra con un sogno nel cassetto, diventare come Angus Young degli AC/DC. Vittorio inizia a suonare per strada, condividendone l’esperienza sui social, arrivando a pubblicare i primi singoli sulle piattaforme digitali. Poco dopo tempo l’artista arriva ad aprire i concerti di Olly, Fulminacci, Mara Sattei, La Maschera e Franco126.

In seguito a questi piccoli passi in avanti verso la creazione della propria carriera, nel 2023 inizia la collaborazione con Artist First con cui pubblica i singoli: “Santa Maria”, “Stronza, fuorisede, bolognese” e “la maggiore età”.

Ed eccoci ad oggi con il singolo “Palla” con Artist First. Nella canzone si gioca con le parole e le bugie che i protagonisti raccontano di sé stessi. Vittorio racconta di come ha scritto il brano in dieci minuti, facendo emergere tutte le bugie che i propri amici gli raccontano ogni giorno, che raccontano agli altri e a loro stessi: “se qualcuno mi dice una bugia, la prendo sempre a ridere. Tanto lo sanno tutti che il mondo è…una grande palla!”

In pieno stile pop-rock, unito a chitarre acustiche ed elettriche, batterie e sintetizzatori si crea un’atmosfera vivace che porta ad un ritornello degno di essere cantato a squarciagola.
Questo brano accompagnerà vittorio nelle sue date del tour, iniziato questa primavera e che proseguirà a sorpresa e nei locali della regione di appartenenza del cantante, la Campania.

(Andrei Lepadat)

Vittorio Poli: 8

Sandy Marton

“Sandy Marton”, il nuovo singolo di Molla uscito il 17 luglio, è un omaggio all’artista “cult” degli anni Ottanta con una canzone di 2 minuti e 50 secondi dalle sonorità indie pop con riferimenti sia nel testo che nella produzione agli anni ’80’ e ’90. Il brano successivamente ha vinto il “Premio InediTO 2024” per la sezione “canzone”. Il premio InediTo – Colline di Torino rappresenta un punto di riferimento in Italia tra i concorsi letterali dedicate alle opere inedite, il quale viene organizzato dal 2002 dall’Associazione culturale Il Camaleonte di Chieri.

(Andrei Lepadat)

Molla: 7

Disordine

Gianmaria Volpato, noto semplicemente come gIANMARIA, classe ’02, cantautore, in seguito al suo debutto con il romanzo Stagno uscito il 28 maggio, torna sulla scena musicale con il brano “Disordine” il 19 luglio. La canzone riflette il disordine interiore di gIANMARIA, promuovendo la fragilità nuda e cruda, senza alcun filtro.

Il singolo indica un segno di apertura verso un nuovo capitolo della carriera musicale del cantautore, in cui sta cercando di scrivere nuova musica attraversando diverse influenze internazionali. gIANMARIA racconta che il brano è un inno alla fragilità e descrive il brano come contorto e difficile da decifrare, in quanto è un flusso di coscienza scritto di getto. La protagonista del brano è una ragazza, una figura importante per la sua vita, a cui viene chiesto di confessare le proprie fragilità nei confronti dell’artista e di aprirsi nei suoi confronti in modo da condividere i propri macigni. “I rapporti sono dei ripari dalla solitudine e delle case dove possiamo abbassare le difese”.”

(Andrei Lepadat)

gIANMARIA: 8

Sobrio

“Sobrio” di Yuman: un brano coinvolgente con sonorità avvolgenti che pone al centro il tema della fuga dalla frenesia e dall’ oppressione della realtà quotidiana.

Il protagonista è stanco e si rifugia in un sogno per far scomparire ogni preoccupazione.

Centrale è quindi la metafora del sogno: “Che se fossi in un sogno non mi voglio svegliare, che la luce del giorno mi fa stare male.”

L’incubo diventa reale e il protagonista si sente solo, incapace di volare.

Cosa fa davvero vivere quando sorridere non basta?

Yuman ci invita ad esplorare la nostra interiorità e ci accompagna verso una maggiore consapevolezza, proprio perché spesso la guerra è anche quella interiore.

(Benedetta Rubini)

Yuman: 8

Cattivo Presagio

Paolo Alneon ci fa ascoltare un brano cupo, una filastrocca alienante che ci lascia un senso di inquietudine. 

Il tema è quello dell’infantilismo e della favole, ma non quelle con un lieto fine, non le classiche favole per bambini. Ci ritroviamo in una spirale buia, dove l’atmosfera è resa ancora più tesa dall’utilizzo di synth ipnotici e beat martellanti che creano un clima quasi spettrale.

La notte diventa un tema ricorrente: “La notte non mi chiami…/la notte non mi ami.” L’oscurità alimenta l’atmosfera tetra e andando avanti il testo diventa sempre piú angosciante : “la volpe adesso è triste, l’uva disinibisce…/salutami i tuoi cari.” Quest’ansia che si insinua nell’ascoltatore è voluta d’artista, che vuole rompere gli schemi trasportandoci quasi all’interno di  un’allucinazione. Se siete pronti a fare un viaggio verso l’ignoto, questa è la canzone giusta. 

(Benedetta Rubini)

paolo.alneon: 8

DV6

Il brano crea una combinazione di emozioni contrastanti:  la malinconia di un amore perduto e la vivacità del ritmo incalzante. Le onde del mare, seducenti   e pronte  a  rapirti,  creano un contrasto con la disperazione di chi perde l’amore.

La relazione e le emozioni   sono  centrali  in DV6, a volte appaiono però complesse ed effimere. La domanda “Dove sei?” si ripete  in maniera  martellante nel testo,  forse  è un richiamo  rivolto  ad una persona che non risponde  o ad un amore perduto ; oppure  è un grido di dolore.   Infatti  il dolore  e la nostalgia  sono  evidenti: “ Te ne vuoi andare  a far l’amore  in riva al mare,  con uno scemo  sconosciuto.  in un locale,  io che ti chiamo e non rispondi al cellulare.”

È evidente il marchio  di Malpelo , si mette a nudo  e diventa vulnerabile , ci vuole dire che è possibile lasciarci alle spalle le cose che ci fanno soffrire,  anche con le lacrime agli occhi.

(Benedetta Rubini)

Malpelo: 8 

Maracaibo

Lucy ci regala un  nuovo bravo estivo “Maracaibo”,   che si ispira all’omonimo successo, ma reinterpretandolo   con  uno stile originale  e in maniera personale.  La melodia  e il ritmo ci trasportano di un mondo di leggerezza, dove ci sentiamo  spensierati,  con la testa tra le nuvole  e il mare.

L’artista  non si ferma però alla spensieratezza,   dietro la superficie  si nasconde  un’anima  profonda , infatti  le parole rilevano sentimenti forti.   “Ma senti il mio cuore che scrive poesie…/ sono sempre attiva, chiamami sul cielo…/Sei come il cocco d’estate, come dei baci rubati” Queste parole ci evidenziano  tutta la creatività  di Lucy,  che invita gli ascoltatori a ballare tra le note.

Il brano è un viaggio musicale che ci fa sorridere, proprio come una giornata d’estate. 

(Benedetta Rubini)

Lucy: 7,5

Waterloo

“Waterloo” è il nuovo brano indie-pop di VILLA che ci parla delle strategie nelle relazioni e di tutte le battaglie personali perse, prendendo come ispirazione la storica battaglia di Napoleone. Con sonorità che ricordano la scena anglosassone degli anni ’80, come The Smiths e Cure, VILLA mescola armoniosamente influenze internazionali con la tradizione cantautorale italiana. “Waterloo” ci invita ad affrontare le sfide della vita e dell’amore con un approccio un pochino più strategico e consapevole.

(Ilaria Rapa)

Villa: 7,5

Felice a metà

“Mi chiedi se sono felice, rispondo felice a metà”

A volte ci si sente “Felice a metà”, perché nonostante noi possiamo stare meglio e fare quello che ci piace, una parte di noi non riuscirà a ignorare le contraddizioni del mondo, e (in questo caso), in particolare, le dinamiche del business musicale.

“Pistola” è il brano che va a concludere il breve ma densissimo EP di Cassio, un vero e proprio sguardo sulle cose, in cui dolcezza e nostalgia si mescolano dando forma a tre pezzi che sono come delle fotografie, che cercano di catturare una particolare sensazione, di racchiudere in pochi minuti una riflessione importante. Quest’ultimo pezzo, se messo a confronto con gli altri due è il più carico di rabbia e manifesta il desiderio di mettere in pausa tutto: inizialmente delicato esplode poi in un grido accompagnato da effetti amplificanti. “Stazione” è invece un pezzo dedicato alle persone ai margini e alla gente che aspetta o si perde e “Amore ti odio” un brano tenero scritto da una persona un po’ impacciata in amore.

Ciò che però accomuna tutti i brani è una sincera fragilità, la vera e grande nemica dei calcoli e delle statistiche del cieco mercato della musica. L’artista livornese traduce infatti il proprio vissuto in un linguaggio semplice, il miglior mezzo per esprimersi in maniera trasparente. L’intimità è data anche da una chitarra acustica, talvolta arpeggiata, che ci accarezza permettendoci di entrare davvero in connessione con l’anima del cantautore.

Possiamo dire a Cassio che a volte (quasi sempre) essere sinceramente se stessi, avere il coraggio di mostrarsi senza filtri, è l’unico modo per arrivare davvero alle persone.

(Giulia Silvestri)

Cassio: 8,5

Disordine

Chitarre distorte, estetica decadente e relazioni complicate: è tornato Visconti con il suo nuovo pezzo “Disordine”, che farà parte del suo futuro album “Boy di ferro”, in uscita il prossimo autunno.

È un brano che affronta il tema della fine, in particolare parla di quando si spezza il filo che ci teneva uniti a una persona. Si concentra sul momento in cui si tenta di digerire ciò che è accaduto, quando, tra le macerie, si cerca ciò che può ancora essere conservato. Si ripensa alle litigate, a quando ci si attribuiva la colpa a vicenda: non resteranno che fragili promesse. Nonostante le rotture provochino tanto dolore, ci rendiamo conto che alla fine, quando le cose non funzionano, probabilmente “è meglio il disordine del tuo ordine” perché “forse risolverti è impossibile”.

Anche qui emerge la grande capacità di Visconti di dare spessore alle relazioni umane, che vengono dipinte in tutta la loro complessità, e di unire testi profondi, colmi di riferimenti culturali, a sonorità ricercate e innovative. Cantautorato e post-punk si incontrano: il tono inizialmente malinconico e attorcigliato viene spezzato da un ritornello energico e vivace.

(Giulia Silvestri)

Visconti: 8,5

Guai

“Guai” è il brano d’esordio dei Pianura. Emana un profumo di terra emiliana. Sa di strade percorse senza una meta, campi desolati e orizzonti velati dalla foschia. Racconta di quando esci di casa per cercare di capire il mondo ma non trovi risposte, di quando sei troppo infossato per riuscire a scappare.

Il sound ricorda l’indie-rock italiano anni ‘90, sull’onda degli Afterhours e dei Prozac+, esaltato però da aggiunte contemporanee. Una sensazione di freschezza a un certo punto ci avvolge durante l’ascolto, contrapponendosi alla mancanza di via d’uscita percepita all’inizio del brano, così da farci “respirare come il mare”.

Aspettiamo “L’Emilia nei suoi particolari”, l’ep a cui la band parmigiana sta lavorando e che uscirà prossimamente.

(Giulia Silvestri)

pianura: 8

Illy Noise

Nuovo pezzo del collettivo pugliese Picasso Cervéza, “Illy noise” ci trasporta tra i pub di provincia, le luci neon e i dischi sparsi a terra, attraverso un sound suggestivo e sognante. Neo soul e jazz dialogano tra loro, mescolandosi perfettamente a un testo di ispirazione cantautorale.

Dopo aver percorso strade senza una destinazione precisa in mente, ci ritroviamo in un bar di provincia. “Tenendo segreti i nostri rimedi allo stress della città”, stiamo seduti nell’angolino a osservare ciò che succede attorno per spezzare la noia. La solitudine è ciò che ci spinge a fantasticare con la mente: prendendo ispirazione dalle persone che ci circondano, di cui possiamo solo immaginare la vita, generiamo storie inventate.

Il brano è un vero e proprio flusso vitale che, soprattutto grazie al suono caldo e avvolgente del sax, ci fa fluttuare in una dimensione morbida e sensuale.

(Giulia Silvestri)

Picasso Cervéza: 8

Che vita

Questo “Che Vita” è il Lato A di un Ep che contiene anche “L’estate tutta a un tratto”. Due brani che puntano sull’operazione nostalgia con l’utilizzo di sintetizzatori che fanno subito anni Novanta. Un pop che segue il flusso del tempo e che cerca di camminare tra i ricordi dell’artista grazie al racconto a immagini della sua quotidianità. Tra le mani di un altro, il costume bagnato e il bucato fresco.

Masamasa sceglie le melodie synth-pop per due brani molto estivi, che hanno un gusto nuovo, ma con un pizzico di retrò che piace sempre. E sempre di più, come l’intro del secondo singolo.

(Lorenzo Ottanelli)

Masamasa: 7

Musica Especial

Un ritmo house ci porta nel mondo speciale, come la musica che dà il nome al singolo, di Elasi. Il brano parte con una ripetizione di “Mica male” e prosegue su un viaggio onirico, quasi lisergico, ma la droga in questo caso è la musica especial che, per l’appunto, non è “mica male”.

Un testo che è ironico, paradossale, per finire con l’espediente della ripetizione per far vivere la musica house di Sebra Cruz, che firma il brano con Elasi.

(Lorenzo Ottanelli)

Elasi: 7

Come ti chiami

Le relazioni possono avere diversi nomi a seconda di chi le vive. E no, non è solo una combinazione dovuta al fatto di essere persone diverse che creano qualcosa di nuovo e unico ogni volta che scelgono di conoscere l’altro, aprirsi al confronto, costruire qualcosa e poi sparire o distruggere il castello immaginario giorno dopo giorno.

“Come ti chiami”, il nuovo brano di Anxiety è una domanda rivolta all’amore, ma anche a tutto ciò che ci si aspetta da questo dono o maledizione. Per stare bene è fondamentale essere complementari, capirsi fino in fondo, riuscendo a migliorare ogni piccolo difetto, ma alla fine è davvero complicato riuscire a creare un rapporto che funzioni senza se e senza ma.

Anche quando le cose non vanno secondo le aspettative bisognerebbe avere la capacità di accettare il vissuto e la mancanza di ciò che non c’è più, trovando in primis un equilibrio interiore più forte di un rapporto con una persona esterna.

Molte volte sapere riconoscere certi comportamenti può servire ad affrontare le conseguenze di possibili scelte, come ti chiami quindi diventa il modo per presentarsi davanti ad una relazione con curiosità, consapevolezza e la possibilità di voler prendere dei rischi, perché potrebbe anche non funzionare e finire con tanta rassegnazione.

(Nicolò Granone)

Anxiety: 7