New Indie Italia Music Week #199

“Volevo fare una poesia che non parlasse che di te, con un pennello sopra i muri scritto avrei. Che cosa sei per me? Volevo dire per la strada alla gente che non ride mai, che sei diversa, che sei vera
e che col tempo tu non cambierai ma tu non sei con me!”

E allora? Io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo date, e nel frattempo, mentre cerco di sopravvivere alla canicola estiva, ascolto il meglio dell’indie italiano della settimana scelti e recensiti dalla redazione di Indie Italia Magazine.

Cinque canzoni (Album)

Nuovo appuntamento con la musica di Oratio che pubblica il suo nuovo EP intitolato “Cinque canzoni”.

Questo nuovo disco risente di influenze musicali diverse e perfettamente amalgamate che dalle vibrazioni funky dei ’70 (Federico, Quarantenni senza figli), passando per ballad mistiche (Un Angolo), o siparietti demenziali (Mio cugino). Non ci si risparmia code psichedeliche, fiati vecchio stile, cori come da tradizione della colonna sonora italiana ‘60.

Oratio rimane un cantautore in fuga, un compositore vivace di brani che non vogliono rimanere confinati ad un unico modello, un esploratore di mondi a volte dimenticati.
L’EP vede tra i musicisti la partecipazione del siciliano Renato D’amico (tastiere chitarre) con il quale è stato scritto il brano Federico, dei fiorentini Samuele Cangi (basso e fiati), Andrea Cian (chitarre), Elia Ciuffini ( batteria e percussioni), Costi’ (basso), Ilaria Rastrelli (cori), Giuliano Nicchiarico (sax) e del sempre presente Oliviero Lopes (synth e tastiere)

Oratio: 8

MI HAI VISTO PIANGERE IN UN CLUB (Album)

Il primo EP di RIZZO è composto da 8 tracce, tra singoli già pubblicati e quattro inediti. È stato anticipato dai brani “CASSA FORTE”, in cui la dolcezza della linea vocale della cantante trova un’alchimia unica con il beat potente ed ipnotico di Greg Willen, “Fuoritempo ;(”, pubblicato lo scorso febbraio e prodotto da OkGiorgio, dal sound avvolgente, e “Bonjour Adieu”, in cui RIZZO racconta una relazione finita, che ora lascia spazio solo a rimorsi e speranze, creando un netto contrasto tra il testo e il mood del pezzo.

Tra gli inediti della tracklist: “X1MILLY”, “SCIVOLANDO”, “100 ANNI” feat. gIANMARIA e Mostro, “STO IMPAZZENDO” feat. Atarde e “<MOR3”.

“MI HAI VISTO PIANGERE IN UN CLUB” nasce dall’ispirazione che RIZZO trova nella vita di tutti i giorni e nelle esperienze della sua generazione, offrendo una panoramica emotiva complessa e coinvolgente attraverso diverse tematiche, a partire da quelle più intime e autobiografiche, fino all’amore, raccontato in tutte le sue sfaccettature, e alle emozioni che ne derivano. L’artista presenta così un racconto autentico e profondo della Gen Z, che naviga tra speranze e delusioni, alla ricerca del proprio posto nel mondo e sempre in costante evoluzione. Ogni traccia dell’EP è un vero e proprio viaggio, caratterizzata da sonorità diverse che RIZZO ha cercato di unire in maniera coerente, spaziando dal pop all’urban, con influenze hard techno, ma anche afro, dando al contempo grande importanza alla parte melodica attraverso l’uso del pianoforte e degli strumenti acustici. “MI HAI VISTO PIANGERE IN UN CLUB” rispecchia in maniera intensa le gioie, le insicurezze, le sofferenze e le contraddizioni che ciascuno vive, facendo emergere Rizzo come una voce potente e rappresentativa della sua generazione.

Rizzo: 8

Né soldi né tempo

“Chiediti perché son cinica”; “se spari bevo proiettili, però so che non scappo da ‘sto cinema”.
Kawakami esplode per raccontare l’implosione, il cinismo forzato, la corazza che s’è costruito chi riceve i colpi di quest’epoca, che lascia intrappolati in una bolla strettissima. Il mondo va veloce e lascia l’illusione di farci salire a bordo, ma alla fine ci tiene a correre in una ruota da criceti, crivellandoci con proiettili carichi di senso di inadeguatezza perenne.
Si subisce e si combatte, si resiste, con solo noi stessi a difenderci, ad avere la dignità di non scappare da questo manicomio. Il ritmo dance/pop/elettronico è incalzante e ballabile. È il grido di chi soffre ma danza per ridere orgogliosamente durante la tortura.
(Stefano Giannetti)

Kawakami feat. Kaizén: 7,5

Domani

“Magari domani è una scusa per rimandare quel giorno”.
Domani è solo la classica procrastinazione oppure il volersi dare una speranza, nel caso di una relazione che non ha funzionato fino a ieri? Allora, se una o ambo le parti sanno che oggi qualsiasi tentativo di ripartire e trasformare le cose fallirebbe, forse si illude/si illudono che domani una nuova storia sarà possibile.
Essere disposti a cambiare, ad andarsi più incontro, non sembrerà impossibile come oggi, che magari non siamo pronti. Che magari non vogliamo esserlo. Perché soffrire di nuovo insieme domani fa paura. O fa più paura, domani, “ritrovarsi da soli”?
(Stefano Giannetti)

VV feat. Nashley: 7,5

Tokyo 20 / Spirito

Stoicismo o mancanza d’attenzione per se stessi, fare finta di nulla, sperando che domani il futuro sarà migliore? “Tokyo20” è una meditazione che ci porta a conoscere la seconda canzone, “Spirito”, una piccola incoscienza che si nasconde all’interno di noi, lucida follia pronta non a scombussolare possibili piani, ma proprio a mandare tutto in frantumo per seguire illusioni e magia.

“Sei come quel dente che non togli, per il sapore che ti da, lasciandolo lì a dondolare e dire a tutti che cadrà.”

Lamentarsi con costanza, provare a resistere davanti agli urti della vita prendendosela con gli altri è una soluzione che va di moda nel mondo di oggi, peccato che bisognerebbe agire molto di più sul personale e non indossando una semplice personalità.

Generic Animal regala ai suoi fan questa doppia traccia fatte di lotte e resistenze, anticipando l’uscita di un nuovo disco.                                                                                                                                                                                              (Nicolò Granone)

Generic Animal: 8

tilt

Quello raccontato da Parrelle è un amore all’apparenza banale e monotono, che diventa sorpresa e magia quando anche i difetti si trasformano in pregi, il problema che ormai è passato troppo tempo ed è finita quell’occasione. È un difetto comune apprezzare molto di più quello che non si ha, forse guardandolo un po’ più da lontano e di conseguenza poi possono nascere corto circuiti emotivi e si va in Tilt.

La semplicità delle piccole cose è un valore che non si dovrebbe sottovalutare.                                                                    (Nicolò Granone)

Parrelle: 7,5

Punk 2003

Un punk che riporta i nostalgici a quello degli anni 90, dei primi anni 2000 (non a caso) ma che non invecchia di un giorno, nel 2024. La malinconia per i frammenti che restano degli inizi di questo secolo si sente forte, specie per chi è stato adolescente in quel periodo. Ma la giovinezza è come un’opera d’arte: fa il ritratto di un’epoca e la trasforma dove può, e al tempo stesso ne viene contaminata. Così come sono gli strascichi e le cicatrici di una storia d’amore datati 2003 per alcuni, saranno quelli del 1999 o del 2015 per altri. I ricordi sono così, diventano migliori dei giorni nostri a prescindere, al di là di come le cose siano andate a finire. Così ogni canzone, ogni spot in tv, i gradini dove ci siamo seduti la notte e abbiamo bevuto birra, fumato e litigato, i parchi con le altalene rotte, sono tutti tasselli di un monumento granitico, eterno. Come ogni opera d’arte che si rispetti. Come un brano punk energico, triste e arrabbiato, dalla voce sottile e roca, pura e profonda, cristallina e sporca al tempo stesso. Un grido che scuote cuori e orecchie dal 2003 ad oggi.
(Stefano Giannetti)

Namida: 7,5

k.o.tt

Quando mai andrà tutto ok? Con questa domanda retorica Saphe riflette sull’impotenza e sulla mancanza di speranza. Siamo immersi nel lato oscuro della vita , esploriamo la rabbia repressa e il tormento che può attanagliare ogni animo umano.

Il testo di k.o.tt. è crudo e senza filtri, emerge tutta la verità, come un grido disperato, senza addolcimenti. Quando va tutto male e tocchiamo il fondo, non ci resta che urlare liberamente le proprie preoccupazioni, è proprio così che fa Saphe.

“Non riesco mai a tirarmi su con le forze del mio corpo, corpo morto, corpo storto.”
Siamo all’interno di una visione pessimistica in cui l’artista si aggrappa alla musica come terapia. La canzone è un grido di aiuto, una condivisione del proprio dolore.                                                                                                    (Benedetta Rubini)

Saphe: 8

Quante volte ci è capitato di sentirci impotenti nella vita? Ecco, al centro di questo nuovo brano ritroviamo proprio la tematica dell’impotenza nei confronti di una vita che sfugge al nostro controllo . Il tema è però trattato in maniera coinvolgente e sperimentale, nel brano ritroviamo un sound caotico e stravagante che cattura l’ascoltatore.
Il testo evidenzia una lotta interiore e una ricerca quasi disperata, grazie anche all’utilizzo di metafore che aggiungono un tocco di mistero. “ I’m looking for life, All I need it…/ Are tears on fire that burning in me”
Giulia Impache nel brano ci invita a riflettere sulla nostra esistenza, sulle sfide che incontriamo e gli ostacoli da superare.                                                                                                                                                                                (Benedetta Rubini)

Giulia Impache: 7,5

Blu-Settembre

Blu- Settembre di Ainè si apre come un diario intimo dopo l’accettazione di un distacco, come un viaggio verso la rinascita. Musicalmente vengono mescolate sonorità jazz e soul con un beat incalzante in cui le parole si intrecciano con le melodie.
Ainè ci invita a lasciarci trasportare dalla leggerezza di un nuovo inizio, catturando però l’intensità di un amore ormai passato.
“Uscirà qualche storia su di noi, e mi sento teso se mi guardi dentro…/Per ogni istante che non ritorna più.” C’è della profonda nostalgia, si vuole bilanciare il ricordo di un amore perduto con la necessità di andare avanti.
L’utilizzo del Blu è interessante, può rappresentare sia la tristezza che la speranza, l’artista sembra muoversi tra queste due estremità.                                                                                                                                                          (Benedetta Rubini)

Ainè: 7,5

Pistole ad acqua

Alessia Torcasio, in arte Matís, è tornata su tutte le piattaforme il 12 luglio con il suo nuovo singolo “Pistole ad acqua”. Il brano nasce dalla collaborazione con Renato Faggiano, in arte solorenato, che ha composto il pezzo e si esibisce in duetto con Matís, con cui é coautore del testo. Sono entrambi lametini. 

La scelta del nome è particolarmente azzeccata rispetto al periodo di uscita del brano. Chi non ha mai giocato d’estate in spiaggia con una pistola ad acqua?

Tuttavia questo oggetto diventa una metafora per esprimere in chiave indie-pop un qualcosa di più profondo.  “Non mi salverai, mi sparerai nel petto. Con una pistola ad acqua mi perderai”, questa citazione del brano esprime bene la chiave di lettura con cui bisogna approcciarsi al testo.

Una relazione complicata in cui tra due persone non c’è molta comprensione diventa oggetto di una riflessione non proprio allegra, ma nemmeno melodrammatica. Anzi la melodia è fresca e orecchiabile e in questo sta la forza del brano.

Per parlare di concetti tristi non bisogna per forza piangersi addosso. Ironizzare è molto meglio.                          (Greta Nesci)

Matís feat. solorenato: 7,5

Nulla di te

“Nulla di te” è il nuovo pezzo di Acido. Collaborano al brano anche Giovanni Campeol con la composizione della musica e Giuliano De Angelis che si è occupato del testo.

“Scusami se non ho nulla di te, però quanto era bello esser piccoli”, queste parole evocano ricordi e nostalgia. Il tutto è accompagnato da un sound un po’ cupo, però comunque orecchiabile e profondo.

Acido vuole essere riflessivo ed è preciso nel descrivere la mancanza e l’allontanamento. Deve aver sofferto parecchio!

Se invece il brano è frutto di un esercizio speculativo va ad Acido un grande plauso. Il dolore è descritto in maniera così precisa che sembra proprio lo abbia vissuto in prima persona.                                                                                (Greta Nesci)   

Acido: 7

Sambo

Marco Santoro, anche conosciuto sotto il nome d’arte Mox, torna questo venerdì con un nuovo singolo in collaborazione con Serepocaiontas intitolato “Sambo”. Il brano esprime totalmente le sensazioni estive che si hanno e tutto ciò che l’estate rappresenta. Con un ritmo tenero e avvolgente, i due artisti mettono in risalto l’atmosfera estiva dipingendola come una nuova occasione per vivere, andando a realizzare le proprie aspettative e sogni, il tutto accompagnato da una voglia di vivere l’attimo e godersi tutte le nuove esperienze che si possono ottenere.(Andrei Lepadat)

Mox, Serepocaiontas: 8

Mille Notti

In seguito alla pubblicazione dal suo ultimo album “Ho conosciuto la mia ombra”, risalente a più di un anno fa, Fasma torna con il suo nuovo singolo intitolato “Mille Notti”. All’interno del brano, molto privato e sincero, il cantante romano racconta la sensazione di vuoto causata dalla perdita di una relazione d’amore, un amore inteso significativo e intenso.

Fasma esprime in maniera particolare la difficoltà che si prova quando si tenta di dimenticare una persona che per noi è stata importante e ha lasciato un segno all’interno della nostra vita. All’interno di questo contesto, la canzone racconta tutte le sensazioni che si provano: nostalgia, rimpianto, dolore. Ad accompagnare il messaggio della canzone, la melodia accompagna il testo creando un’atmosfera malinconica in cui è possibile sentire a pieno il dolore di una situazione straziante come questa.                                                                                                               (Andrei Lepadat)

Fasma: 9

Roccasecca (Album)

Dopo il successo del suo primo singolo uscito il 30 novembre 2023 “Hollywood”, seguito da “Benone e poi “Una come te”, il cantante Teseghella ha esordito questo venerdì con il suo primo EP intitolato “Roccasecca” contente cinque tracce, tra singoli pubblicati precedentemente e nuove canzoni: “Penso Penso Penso” e “Quando Roccasecca è vuota”.

Con “Roccasecca” Teseghella è andato ad omaggiare le proprie origini, non a caso infatti il nome d’arte dell’artista riprende il dolce tipico: le “tesechelle”. Questo progetto è possibile definirlo un come un misto di emozioni tristi e felici che lasciano all’ascoltatore un retrogusto dolceamaro in bocca, ma, nonostante ciò, l’artista è andato a sradicare la sua posizione posizionandosi tra le voci emergenti più interessanti a livello nazionale.

L’EP rappresenta per il cantante una nuova tappa del suo percorso artistico in crescita e noi siamo pronti ad osservare ogni sua tappa, incuriositi dal talento che sta emergendo di volta in volta.                                              (Andrei Lepadat)

Teseghella: 10

croci

Marco De Lauri, anche conosciuto come Sethu, questo venerdì torna sulla scena con il suo nuovo singolo “croci” in collaborazione con Sally Cruz, una delle più promettenti artiste emergenti della scena urban, collocato all’interno della tracklist del suo scorso album “tutti i colori del buio” risalente al 17 maggio di quest’anno.

Nel brano si racconta la difficoltà che si riscontra nell’attraversare e superare i ricordi di una storia amorosa che è arrivata al proprio termine in un contesto di attacchi di panico e momenti di smarrimento. La salute mentale è una tematica ricorrente nella discografia di Sethu, infatti, il cantante stesso si è espresso sul proprio percorso di terapia e sull’importanza di prendersi cura del proprio benessere fisico e mentale, come ha ribadito durante la sua partecipazione all’evento del Milano Pride:

“Avevo dieci anni quando sono andato in terapia per la prima volta. Mi sentivo un alieno, diverso e incompreso dal mondo che mi circondava a causa del buio che avevo dentro. Ho capito così l’importanza della condivisione, del prendersi cura di sé e di quelle ferite che non sono visibili agli occhi. Ho imparato a conoscere le tante sfumature del mio buio e che non esiste alcuna causa persa, se non quella che abbandoni. […] Per chiunque si trovi in un momento di difficoltà, non c’è vergogna nel chiedere aiuto. I pregiudizi spesso ci fanno pensare che non c’è qualcuno qua fuori pronto a tenderci una mano. Dimostriamo il contrario”.

Dall’ascolto è possibile subito percepire come la voce di Sally Cruz con il relativo stile ha dato quel tocco di dolore mancante alla canzone e come lo stile si sposi benissimo con l’oscurità di Sethu.

Sethu, Sally Cruz: 9

Surf

“Surf” è il nuovo singolo di WISM, che anticipa l’EP che uscirà prossimamente. Il brano si presenta come un critica sociale, nei confronti di un sistema che porta le persone a vivere una corsa sfrenata. Corriamo da una parte all’altra, presi costantemente dalla fretta di raggiungere qualcosa (“la città feroce mangia”). È una verità che viene esposta in maniera diretta, in tutta trasparenza.
Dal punto di vista sonoro siamo coinvolti in una calma passeggiata, su un sound fra l’hip hop sperimentale e l’indie, in cui vi sono talvolta delle increspature. Il ritmo molleggiato viene però interrotto a tratti da sonorità quasi psichedeliche, un po’ alla Tame Impala. E proprio in queste sperimentazioni consiste l’aspetto innovativo.
Come negli altri brani Gabriele dimostra una particolare attenzione nella scelte delle immagini da richiamare, sempre ad hoc per esplicitare al meglio i nuclei concettuali. Qui in particolare adotta una sorta di escamotage e decide di raccontare di un incidente stradale, che accade appunto perché chi vive in una città metropolitana è troppo preso da quello che fa e non vive davvero nel presente. Allo stesso tempo l’incidente è probabilmente l’unica cosa che può risvegliare chi surfa sulle cose della vita con troppa leggerezza mettendo in luce i rischi che comporta la frenesia.
Smettiamola di ripiegarci su noi stessi e proviamo a connetterci un po’ di più con gli altri
(Giulia Silvestri)

WISM: 9

Presi bene

È una medicina per combattere le brutte giornate il nuovo brano di Marco Russo, è quella canzone di cui avremmo bisogno ogni giorno per liberare la mente dai pensieri e da ciò che ci preoccupa. “Segui il moooood, presi bene” ed è infatti impossibile non farlo, non lasciarsi andare quando ci si immerge nell’ascolto.
È il racconto delle sensazioni che si provano mentre ci si allontana dalla città, e quindi dalla monotonia, e ci si lancia in una nuova avventura, quella di un viaggio in macchina. Molte immagini che ci ricordano l’estate vengono evocate dal brano, restituendoci un senso di leggerezza: il sapore di una birra al tramonto, la sabbia sulla schiena, ballare fino a sera a piedi nudi. La morbida e brillante voce di GIGLIO, che accompagna il cantautore calabrese, contribuisce a rendere il brano energico e vivace.
Tra il pop e il funk, con sfumature rap, ci trasporta immediatamente lontano dagli schemi e dai programmi. È una ventata d’aria fresca.
(Giulia Silvestri)

Marco Russo: 8

Fermo

Qual è la ricetta per sentirsi più leggeri e rarefatti? Per essere più spensierati?
Edoardo Nocco, cantautore indie-pop, se lo chiede nel suo nuovo singolo “Fermo”. Sentirsi immobile, quasi paralizzato: questa è la sensazione iniziale, da cui ci si vuole liberare. “Sono fermo sul pavimento, non c’è nessuno in città”. Alla desolazione e alla solitudine si aggiunge la mancanza di punti fermi: si gravita nel vuoto, non c’è nulla a cui appigliarsi.
Un po’ alla “Waiting for godot”, si attende qualcuno o qualcosa che ci possa strappar via da queste catene e offrirci la soluzione. Ci si rivolge a un essere superiore, un Dio, affinché possa proteggerci e darci un po’ di serenità, liberarci dalle inquietudini. Mentre si aspetta si ammazza il tempo gettando sassolini nell’acqua, ci si sofferma sulla superficie e si ammira il rimbalzo.
È un testo nudo e crudo, che viene però ammorbidito da un sound pop e leggero. Non è infatti un urlo disperato, ma un grido ispirato dalla voglia di trasmettere a tutti l’importanza di prendersi cura di sé. È il desiderio di trovare un equilibrio, di stare bene con se stessi.
(Giulia Silvestri)

Edoardo Nocco: 8,5

Erasmus

Scappare via non risolve i problemi, e chissà quante relazioni hanno maledetto un Erasmus. Ci sono situazioni che diventano più forti con la lontananza mentre altre si sfilacciano a causa di qualche km in più. All’interno delle dinamiche di una coppia però ci sono gli individui con tutto un loro microrganismo e una lingua a volte incomprensibile anche dentro stessa persona. Molte volte il dolore che si sente non si vuole comunicarlo al partner, facendo finta di percepirlo  silenzioso fino a quando non è esplode di colpo portando a scoppiare e a vivere delle vere crisi. “E non ne voglio sapere di tutto il male che mi fai”

Siamo essere complicati, ricchi di sfumature, capaci di influenzare il luogo dove viviamo sentendoci a casa anche senza saper dove ci troviamo o pesci fuor d’acqua all’interno del nostro mare di amicizie e affetti.                          (Nicolò Granone)

DiMeglio: 7

J’Pleure

Provoca una certa tristezza questo brano nato dalla collaborazione tra Panache! e Melancholia, in un dualismo franco italiano basato sul fatto di piangere come modalità per respirare sofferenza, sentire disagio esistenziale e allo stesso tempo riuscire a seminare una certa gioia. All’interno di “J Pleure” rinasce quindi un dualismo tra dolore e felicità. come se uno fosse parte perfetta dell’altro, elementi capaci di esistere solamente in funzione dell’altro.

Vergognarsi di esprimere certi sentimenti è un autocensura che limita le nostre emozioni, andando a intaccare un sistema di valori perfetti solo all’apparenza però diversi dalla realtà delle cose.

Sentire cantare i Melancholia nella loro lingua madre potrebbe essere un indizio per avere l’idea di come evolverà questo progetto che ha sfruttato la popolarità di Xfactor per presentarmi ad un pubblico più generalista.          (Nicolò Granone)

Panache! feat Melancholia:8,5