Alexya Salari

Alexya Salari: Perdersi dentro nuovi universi | Intervista

Alexya Salari  ha un viso angelico anche se si presenta vestita da Cyper-Hippie sopravvissuto ad una apocalisse atomica. Dolce, ma anche agguerrita, agitata da spirito battagliero e rivoluzionario. Senza dubbio artista intrigante e da scoprire.

Il suo primo Ep, Saltiamo in aria, pubblicato a inizio Aprile presenta diverse sfaccettature. Il pezzo omonimo che da il titolo anche all’album è caratterizzato da feroci rime rap che arrivano velocemente, quasi a togliere l’aria e simulare addirittura un attacco di panico.

Mi aspettavo quindi un concept basato su questo, magari con altri brani rabbiosi e provocatori, invece sono rimasto piacevolmente sorpreso.

Un esempio è Back in town che ha influenze reggae e descrive città lontane a noi sconosciute ma legate quasi per magia alla nostra anima.

Esplorando l’universo creativo di Alexya Salari entriamo in collisione con dolci ballate amorose, ricordi di quando era bambina e risvegli difficili.

Non solo rap quindi per una giovane artista (classe 1998) che dimostra la capacità di confondere, ammaliandoci tra atmosfere oniriche che possono sembrare talvolta sogni o incubi.

INTERVISTANDO ALEXYA SALARI

Che ragazza è Alexya Salari al di fuori delle sue canzoni?

Se mai ci incontreremo lo scoprirai.

Sei una persona abitudinaria o hai sempre bisogno di nuovi stimoli?

Non posso che risponderti presentandomi a te come una conchiglia costretta ad interfacciarsi costantemente tra due mondi. Sulla battigia non è semplice riposarsi al sole senza che le onde o le intemperie mi gettino nuovamente tra i flutti. A ciò si aggiungono i mille suoni (ma anche input tattili, olfattivi, gustativi e soprattutto visivi) degli esseri civilizzati e della metropoli i quali mi hanno sempre reso impossibile concepire l’idea di un foglio su cui tracciare una linea retta. Direi che il mio percorso si frammenta schizofrenicamente tra le mille possibili realtà che cerco di assaporare. Questo discorso ovviamente si riflette tanto sul mio modo di mangiare, camminare, conoscere persone e luoghi nuovi quanto sul mio approccio allo studio di cantante. Di fatto mi sono sempre innamorata di tutti i modi di fare musica a cui io mi sia mai avvicinata (pop, jazz, gospel, neo soul, lirico…).

Alexya Salari

Saltiamo in aria racconta paure nascoste?

Non canta di paure  nascoste, ma di realtà. Questa canzone la scrissi più di un anno fa e la mia ispirazione venne proprio dal mio punto di vista sul mondo: un mondo che mi appariva cieco ai dolori e alle angosce che silenziosamente continuavano a crescere nel suo ventre. Chi poteva pensare che i miei abituali attacchi di panico sarebbero andati poi a coincidere in modo così calzante con la realtà che per via del Covid19 tutti siamo costretti a vivere? Incredibile. Nella canzone c’è anche un lato “positivo” e risiede nella mia speranza che, di fronte ad un bivio, ci si fermi tutti a respirare e a riprogettare un nuovo modo di affrontare la realtà non solo in quanto individui, ma come collettività. Una collettività che ha bisogno di abbattere i confini illusori che abbiamo creato e di ridefinirsi come costituita da “cittadini del mondo”. Da questa riflessione è derivata proprio la scelta su come realizzare il video di Saltiamo in aria, facendo partecipare quante più persone possibili e di ogni nazionalità, rendendo il nostro messaggio quanto più universale possibile.

Se paragonassi la tua musica ad una città quale sarebbe e perché?

Senza dubbio la mia musica è Milano. Da piccolina ho sempre odiato questa città per via delle sue forme e manifestazioni caotiche. Crescendo ho sinceramente imparato ad apprezzarla. Durante gli anni del liceo credo di aver sviluppato una specie di relazione sentimentale conflittuale con lei. Ho sempre amato perdermi tra le vie, per ritrovare la strada di casa seguendo l’intuito. Ho fatto questo gioco parecchie volte da sola ritrovandomi anche in situazioni assurde. Così ho praticamente conosciuto il 90% dei miei amici più stretti, ma anche parecchie persone corrose dall’abbandono che aspettavano solo qualcuno con cui parlare.

Di sera il rituale era trasformarmi in una specie di entità invisibile capace di vedere e parlare con “gli invisibili” ai molti sguardi distratti di Milano. L’ambientazione notturna delle mie canzoni dunque non è altro che lo scenario trasparente e silenzioso nascosto dentro a questa chiassosa città

Com’è svegliarsi dopo una Sbronza triste?

La sensazione è quella di risvegliarsi dentro un’ opera di Escher in bianco e nero o nel bosco insieme ad Alice nel paese delle meraviglie. Non riesci a credere che sia successo di nuovo. La voce della Sirenetta è stata nuovamente rinchiusa in una conchiglia da Ursula e ancora una volta l’incantesimo rimane infrangibile. Eppure non si sfugge, rimane da sperare che oggi andrà meglio.

Quali valori ti ha insegnato Capitan Harlock?

Capitan Harlock è l’ uomo stoico che lotta per la libertà portando avanti i suoi ideali con determinazione. Nonostante si presenti come un eroe invincibile e ribelle, Harlock manifesta sempre una grande umanità grazie alla quale si pone sullo stesso livello di tutti i suoi amici e nemici, dimostrando di essere un cittadino del mondo e schierandosi contro ogni possibile dittatore che utilizzi la paura per esercitare il suo potere. Lui e il suo equipaggio sono padroni di se stessi e combattono solo per ciò che ritengono giusto, senza nessuna bandiera. Il Capitano è sempre disposto a perdonare gli errori altrui ed è molto testardo,ma comunque sempre disposto ad ascoltare i consigli dei suoi amici per potersi migliorare.

Beh, ecco, diciamo che se Capitan Harlock vaga per lo spazio con la sua astronave Arcadia, io sono sulla terra che “con qualche filo di felicità” mi costruisco una piccola imbarcazione per raggiungere il suo livello.

Alexya Salari

Senza colla ci si sfalda, chi perde il corpo e vola via: Di quali ingredienti segreti è composta?

Senza colla è la canzone in cui più delle altre viene metto in luce “l’ingrediente fantasia”.  Di fatto descrive quel fare distratto dei bambini di tagliare ed incollare senza preoccuparsi troppo del risultato. L’immaginazione dunque diviene metaforicamente “colla”, elemento fondamentale per l’adattamento, ed il camaleontico adattarsi si fa paragonabile al diventare parte di un collage. La ricetta segreta è accettare il disagio ed entrarci. Raccogliere i tesori che nasconde e trasformare la paura in una graziosa perla che porterai sempre con te.

Secondo te, nella musica italiana c’è un problema di genere tra uomini e donne?

Credo che alcune delle barriere che in passato hanno impedito alle donne di entrare nel mondo della discografia si stiano effettivamente abbattendo, seppur molto lentamente, ma la differenza fra uomini e donne è ancora considerevolmente alta. Il problema non è solo italiano: ti suggerisco di curiosare sul profilo Instagram australiano @lineupswithoutmales ,nel quale vengono pubblicate le locandine dei festival musicali di tutto il Paese, cancellando i nomi di artisti uomini.

Alexya Salari

Potrai constatare anche tu che il risultato (locandine che diventano praticamente vuote). Beh è abbastanza inquietante e mi fa subito pensare al nostro Sanremo 2020  in cui si sono esibite solamente 7 donne su 24 artisti. Di statistiche che potremmo considerare comunque ce ne sono parecchie. Ad esempio uno studio finanziato da Spotify che ha considerato 800 canzoni nella Billboard Hot 100 Year-End Charts dal 2012 al 2019, rileva per il cantautorato un numero di donne leggermente superiore l’anno scorso, passato dall’11,6% al 14,4%, ma stiamo comunque parlando di percentuali molto basse. Lo stesso discorso vale per il numero ridotto di donne che lavorano come produttrici arrivando addirittura ad una percentuale di 2,6% rispetto agli uomini. Io mi ritengo molto fortunata a poter lavorare con Marina Pace, artista e fonica dello studio Noise Factory appartenente a questa minoranza femminile.

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