Crivens: “Indie è libertà” | Intervista

Non è facile incontrare un giovane che sappia esattamente dove si trova, cosa vuole dire e come dirlo. Soprattutto se si tratta di un cantautore “indie”. Manuel Crivellaro, in arte Crivens sembra avere le idee molto chiare su se stesso e sulla fase musicale che sta vivendo.

Ha fatto proprio il lifestyle nord europeo e lo ha riportato in Italia, usando un linguaggio libero da schemi e stereotipi, perché l’Indie, secondo Crivens, è proprio questo: anticonformismo musicale.

“Spritz”, il brano inserito nella playlist ufficiale di Indie Italia Magazine su Spotify, è uno stream of consciousness in cui tutti incappiamo, nel bene o nel male, dopo un paio di cocktail. Il brano è contenuto in “Caldo/Freddo” , il primo album dell’artista.

INTERVISTANDO CRIVENS

Ciao! Sei molto giovane ma hai già vissuto fuori, a Dublino per l’esattezza. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza?

Ciao! Diciamo che Dublino mi ha ampliato il modo di percepire il “tutto”. Partiamo dal presupposto che io mi considero una persona molto profonda, e in quanto tale amo imparare da ogni situazione ed esperienza per completarmi sempre più in termini di coscienza. Dublino è una città super cosmopolita e si comporta in maniera completamente diversa da una Torino o una Milano. Le persone vivono la loro vita nel completo mood Nord-Europeo e per abituarmi al loro lifestyle mi ci è voluto un pochino, ma nel giro di un paio di mesi ho iniziato ad integrarmi tranquillamente. L’essere così affascinato da questa città mi ha permesso di scrivere la maggior parte delle tracce del mio nuovo album “Caldo/Freddo”, in uscita il 5 Maggio. Ad oggi credo che l’esperienza all’estero mi abbia lasciato una visione del mondo più completa, una consapevolezza maggiore del fatto che non tutto il mondo funziona come l’Italia in termini di quotidianità.

Sempre nonostante la giovane età, hai sperimentato molto giocando con i generi e le collaborazioni. Come descriveresti la tua fase artistica di adesso? 

Allora, attualmente credo di essere nella prima vera fase artistica seria della mia vita. Io penso che tutto il mio percorso musicale dal 2009 al 2019 sia stato solo un lungo allenamento per arrivare ad oggi, per arrivare a questo album, che considero la vera e propria partenza. Oggi mi sento veramente pronto ad esprimermi, noto di aver finalmente un’identità definita, so chi sono e chi voglio essere, so cosa voglio dire e come farlo. Ovviamente, come ho già detto, questa è solo la partenza, ma è una partenza coerente con il mio modo di essere in questa vita e credo che la mia musica si avvicini molto alla concezione di “indie”. Io e il mio producer I FLY non cerchiamo di restare all’interno di un genere, ma piuttosto di creare ciò che il momento, le emozioni e le situazioni ci portano a creare.

Il tuo ultimo singolo “Spritz” si potrebbe definire come il flusso di coscienza tipico di quando si è fuori a far serata?

Assolutamente sì. Si potrebbe definire tale. Credo che ogni persona si possa rispecchiare in “Spritz” perché parla di una “serata tipo” in compagnia dei soliti buoni amici, della solita “presa a male” e della voglia di vivere il momento. Tutto è possibile con un po’ di Spritz e dei buoni amici con cui condividerlo. Alla fine è una canzone che sta bene in ogni contesto, sia che tu voglia fare serata e non pensare a nulla, sia che tu voglia ascoltare un pezzo profondo, perché se la ascolti bene capisci che non è una traccia superficiale (ma solo se la ascolti prima del terzo Spritz).

Da cosa parti, di solito, nella composizione di un brano?

Allora, la prima fase è quella dell’ispirazione, che solitamente si presenta subito dopo aver ascoltato qualche nuovo brano su Spotify, oppure dopo una giornata piena di stimoli. A mio parere è una fase importante, perché determina l’andamento successivo del brano. A quel punto scrivo ad I FLY e in base al modo in cui intendo comporre quel brano inizia a produrre la bozza della strumentale. Una volta che la bozza della strumentale è pronta inizio a scriverci sopra e quando il testo è completo, I FLY leviga la bozza della strumentale fino al completamento di essa, curando ogni dettaglio, e alla fine riesce sempre a stupirmi creando la perfetta correlazione tra la melodia e ciò che intendo esprimere. Una volta in studio, con la demo pronta, aggiungiamo ulteriormente dettagli alla strumentale e alla traccia vocale fino a sentire perfettamente il messaggio che vogliamo trasmettere.

Che impatto ha avuto, sulla tua musica, questa situazione così particolare che stiamo vivendo?

Non so se rispondere “negativo” o “positivo”. Diciamo che, inizialmente, il lockdown mi ha un po’ abbattuto artisticamente. Il fatto di non poter più uscire e vivere situazioni sicuramente ha giocato un brutto scherzo all’ispirazione, come dicevo sono una persona che conta molto sugli stimoli per poter scrivere. In più, a Marzo 2020, ero nel pieno “momento scrittura” del disco, quindi mi sono trovato a dover fronteggiare la situazione e a ricercare l’ispirazione utilizzando altri metodi, come ad esempio l’ascolto di brani su Spotify. Ma ad oggi, mi viene quasi da dire che non ha avuto solo un impatto negativo, perché ho avuto modo di sperimentare una nuova situazione e trasmettere le emozioni provate in essa nell’album, in quanto la metà del disco è stata scritta nel periodo Covid.

Cosa significa “Indie” per te?

Beh, Indie significa “musica libera” o perlomeno, questa è la mia visione. Secondo me l’Indie non è e non deve essere lo stereotipo di se stesso. È un approccio alla musica libero dai vincoli dei flussi di genere. È un’alternativa a tutto ciò che può essere categorizzato, un modo di sentirsi liberi nella propria espressività. È l’anticonformismo fatto musica. E se ancora non è chiaro il concetto, ascoltate il mio nuovo album: quello si che è Indie.

Ascolta Crivens nella playlist di Indie Italia Mag!