AlterEdo: “Non si può sempre rincorrere il tram” | Intervista

Un nickname che rimanda all’alter ego, ma una personalità che indica tutt’altro. Se per “alter ego” si intende, infatti, una persona esterna da noi, ma che in qualche modo ci rappresenta, AlterEdo non è una persona diversa da Edoardo Pepe, giovane cantautore classe ’96. È semplicemente uno dei tanti lati della sua personalità, sfaccettata come quella di tutti noi.

Sebbene sia da relativamente poco sulla scena, AlterEdo ha già moltissimi ascoltatori e i suoi brani sono già all’interno di playlist molto gettonate tra i giovani. Il suo ultimo singolo si chiama “Tram” e, tra giochi di parole e metafore, spiega quanto sia facile perdersi nella frenesia della quotidianità e di quanto sia bello, ogni tanto, vivere senza farsi troppe domande.

La parola è la vera passione di AlterEdo che, oltre a realizzare brani per sé, è anche autore ed è un’abilità che vorrebbe sviluppare quanto più possibile.

INTERVISTANDO ALTEREDO

Ciao! Quanto è importante, secondo te, crearsi degli “alter-ego”?

Secondo me non è fondamentale crearsi degli alter-ego quanto lo è invece mostrare diverse sfaccettature della propria personalità in maniera sincera e autentica. “AlterEdo” non è altro che un lato di me: non eclissa gli altri, ma quasi li enfatizza.

Da poco sulla scena, ma già presente nell’ascoltatissima playlist “Generazione Z”. Cosa contraddistingue, secondo te, la tua generazione? E quanto ti ci rivedi?

Io mi sento a metà. Sono nato nel 1996, quindi non sono completamente immerso in questa generazione, però come loro posso essere considerato ancora un nativo digitale. Trovo che gradualmente ci sia sempre più apertura mentale e predisposizione al cambiamento. In questo mi ritrovo abbastanza, avendo anche studiato Psicologia all’università.

Come mai non possiamo essere sempre “quella persona che rincorre il tram”?

Rincorrere il tram è un’immagine della realtà di oggi, sempre più frenetica e movimentata. Mi piace il movimento e la ricerca verso nuove strade ed inizi, in alcuni casi è anche bello essere però seduti nel tram e godersi la città!

Scrivi tutto tu, sia musica che testo?

Io scrivo il testo e la parte melodica, anche se spesso mi confronto con il mio produttore Simone Lavezzi su quest’ultima. Lui è invece creatore della base dei brani.

In “Un solo secondo” ti affianchi a Lorenzo Sonego e al momento sei anche autore della giovane cantante Noemi Bendato. Qual è il processo creativo dietro ad un featuring e come sono nate queste due collaborazioni?

Sono due collaborazioni molto diverse, con Lorenzo si parla di un’amicizia nata ormai 18 anni fa, ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni con lui per scherzo ed è stata una delle persone che ha spinto di più verso la mia crescita artistica. Per quanto riguarda Noemi Bendato (Tempesta), il processo è stato diverso. Noemi mi ha colpito fin da subito per la delicatezza e fragilità della sua voce. Quando si è presentata in studio, dopo poche chiacchiere abbiamo iniziato a collaborare. È davvero bello e interessante calarmi all’interno del suo mondo come autore e devo dire che è un ruolo che continuerò ad espandere sempre di più.

Puoi anticiparci qualcosa sull’EP che hai in cantiere? Hai altri progetti per il prossimo futuro?

Sto continuando a scrivere come autore per Noemi e presto usciranno molti brani, per quanto riguarda il mio percorso sto lavorando a due nuovi pezzi che potrebbero chiudere l’ EP, ma è ancora presto per parlarne. Potrebbero esserci nuove collaborazioni, chissà…

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