Andrea Sacchetti

Quando il tempismo è tutto | Recensione Album “Tempisticamente” – Folcast

Folcast è un cantautore romano classe ’92  da sempre vicino alla musica e a tutte le sue sfaccettature. Inizia suonando batteria, chitarra, basso e pianoforte da autodidatta, e non si ferma più. Laurea al conservatorio Licinio Refice di Frosinone con il suo primo, grande amore: la chitarra. Gli esordi di un progetto artistico che coniuga più generi musicali: funk, soul, blues, rock e una spolverata di rap.

Il primo EP nel 2015, seguito a 2 anni di distanza dal primo album “Quess“, e successivamente i due singoli “Narcolessia” e “Cafu“.

Folcast non si ferma mai, e nel 2020 è uno dei 6 vincitori di Sanremo Giovani: accede alla 71esima edizione di Sanremo nella categoria Nuove Proposte e arriva a podio con “Scopriti”.

Un artista a tutto tondo, che si occupa di testi e musica, con collaborazioni di grandissimo spessore artistico (Roy Paci e Davide Shorty su tutti): la sua musica è flusso, e al suo flusso piega diversi strumenti. Archi, trombe, organi, chitarre, voce precisa, dolce, a tratti sognante. Un flow particolarissimo, una padronanza delle sue melodie impressionante, e tanta, tantissima voglia di sperimentare e di mettersi in gioco.

“Tempisticamente”, il suo nuovo album, è il risultato di tutto questo lavoro e di tanto altro che noi non sappiamo, ma una cosa l’abbiamo capita: Folcast non ha nessuna intenzione di fermarsi – da aprile 2022 partirà il suo “Live Club Tour”, prodotto e organizzato da OTR – e noi non possiamo che goderci tutto il suo mondo. Che è grande, colorato. Completo.

Come ci dice lui stesso nelle sue canzoni:

“Ho passato la notte a girarmi nel letto

Disegnando con gli occhi le strade di un mondo perfetto.”

INTERVISTANDO FOLCAST

  1. Ciao Daniele, bentrovato.  E’ uscito il tuo nuovo disco, Tempisticamente. Ho avuto la fortuna di sentirlo in anteprima, e la cosa che più mi ha colpito è stata la grande coerenza con la tua idea di musica, considerando che il tuo è un genere complesso. Avere un’identità così forte, nella musica di oggi, è un dono molto raro. Come ti senti quando riascolti il tuo lavoro per intero?

Ti ringrazio molto per quello che hai scritto. Sono contento che la percezione sia stata questa. Riascoltandolo, sono convinto e felice di quello che sento. Ci sono canzoni che mi caricano, altre in cui mi metto a nudo e che non avrei pensato mai di pubblicare. Credo sia normale perché la realtà e la coerenza di cui parli sono frutto di un lavoro cresciuto con me, ogni canzone è una fotografia di alcuni momenti vissuti negli ultimi tempi. Altre sono appelli che lancio a me stesso in primis per cercare di costruire un futuro lucente.

  1. Le collaborazioni illustri non mancano di certo: Davide Shorty, Roy Paci (con cui hai scritto anche “Senti che musica”). Tutti artisti di grandissimo spessore. Com’è stato lavorare con loro? C’è stata qualche proverbiale notte di lavoro fino alle 5 del mattino?

Si! Con Davide Shorty siamo stati in studio fino a tarda notte. Eravamo con Tommaso Colliva, il produttore del disco, nel suo studio (Laboratori Testone) e lì è scattata la scintilla che ci ha fatto restare sul brano fino alle 3 di notte. Ognuno ha messo il suo e quando c’è un lavoro di gruppo si sente poi nel risultato. Con Roy ci sentivamo da tanto tempo e Senti che musica è nata subito dopo Sanremo. Di nuovo in studio da Tommaso, stavolta insieme ai Selton abbiamo registrato la strumentale e i ritornelli per poi dedicarci alle strofe. In entrambi i casi vedo amici/persone/artisti coraggiosi e incredibili che portano in giro una musica pura priva di secondi fini. Se vuoi ognuno di loro è anche un po’ rappresentante di generi musicali che in Italia potrebbero essere considerati distanti. Ma è proprio grazie a loro se oggi abbiamo roba di qualità che apre il cuore e elimina tutti i confini.

  1. Il podio tra le Nuove Proposte di Sanremo 2021, la partecipazione al concerto del Primo Maggio a Roma, gli openings ad artisti come Carmen Consoli, Daniele Silvestri, Max Gazzè. Hai detto che per questo lavoro ti sei fatto prendere dalla tua terra e dalle tue radici, ma forse mai come prima in quest’ultimo anno hai viaggiato e hai visto tantissime cose diverse. Quanto è stato difficile trovare un equilibrio tra questi due mondi?

Viaggiare mi è sempre piaciuto e la mia terra è talmente vasta che non ho ancora capito sinceramente in modo preciso dov’è che finisce. Il 2021 è stato un anno da incorniciare per me nonostante tutte le difficoltà, e forse proprio perché era raro poter fare tutto quello che io ho potuto fare. Le mie radici musicali sono fatte anche dagli artisti con cui ho avuto il piacere di lavorare quest’estate, porto con me le esperienze di quei palchi e cercherò di ricordarmene quando ritoccherà a me salire insieme al mio gruppo sul palco.

  1. Parliamo un attimo di “Tempisticamente”, il titolo dell’album. Ho visto nei testi di tutte le tue canzoni un livello veramente alto: si parla d’amore, della fine del mondo, di rabbia. Ogni volta che leggevo o ascoltavo le tue canzoni mi veniva un gran senso di immediatezza: quanto della tua musica esce fuori di slancio, e quali sono le cose che devi preparare con più attenzione?

Grazie grazie grazie! I testi sono la cosa che mi fa scervellare forse più di tutto il resto. Spesso le canzoni dell’album sono nate di getto, in una notte magari. Ci sono anche casi in cui è stato bello riaprirle e rimetterci mano, ma in generale sì, sono uno che scrive immediatamente come risposta a un’urgenza di espressione.

Ph: Andrea Sacchetti
  1. Dulcis in fundo: il “Live Club Tour”. Ci sono città importanti, e posti importanti. Dal Locomotiv di Bologna a Spazio 211 di Torino. Che tipo di eventi hai in mente? E considerando la grande ricchezza musicale dei tuoi lavori – ci sono archi, trombe, chitarre elettriche e acustiche – ci dai qualche anticipazione su come hai pensato di organizzare i tuoi live?

Siamo carichissimi! Le date di aprile porteranno me e la band in giro per l’Italia a suonare e credo sia una delle cose che mi piace più fare nella vita. Suoneremo su palchi molto importanti di club che in questo ultimo periodo non se la sono vista per niente bene, quindi mi auguro davvero che queste date andranno in porto. La formazione di base è composta da 4 elementi, ma cercheremo di suonare come fossimo un’orchestra intera (per quello che è possibile). Andrea Fusacchia, Stefano Rossi, Riccardo Adamo sono dei musicisti pazzeschi e punteremo a fare un live dinamico, con i brani di Tempisticamente e non. L’intento è di emozionare e ad emozionarci. Le due cose sono strettamente collegate.

E saremo a vederlo in prima fila, per emozionarci e vederlo emozionato.

TRACKLIST

  1. Come no
  1. Cosa ci faccio qui (feat. Davide Shorty)
  1. Scopriti
  1. Tempisticamente
  1. Senti che musica (feat. Roy Paci)
  1. Lifting
  1. Emisfero
  1. Scopriti – live session (feat. Rodrigo D’Erasmo)