PH: Alessandro Conti

Dominic: “Sincerità e verità sono terrificanti” | Intervista

Secondo un celebre proverbio, la verità sta nel vino e Dominic è sicuramente d’accordo con questo modo di dire dato che ha chiamato il suo nuovo brano  “Vino Veritas”.

Non è facile spogliarsi e tirare fuori le proprie emozioni, in maniera diretta, senza troppi giri di parole. Ci vuole coraggio per accettare i propri limiti, fare a pugni con le aspirazioni e trovare la forza di accettare la realtà anche quando questa ci piomba violenta in faccia, come quando finisce la relazione che abbiamo scambiato per amore della vita.

Ogni coppia stabilisce il proprio equilibrio tramite un tacito accorto implicito, attenzione però a non fidarsi troppo perché tutto può finire, lasciando qua e la frammenti di cuore. Comunque vada bisogna sempre confidare in se stessi, non perdere la speranza e guardare il futuro sempre con un pizzico di speranza.

INTERVISTANDO DOMINIC

Le sbronze emotive fanno più danni di quelle alcoliche?

Assolutamente sì! Le sbronze alcoliche hanno una durata molto limitata che ti porta a concentrare i danni in una sola notte, mentre quelle emotive persistono per periodi molto più lunghi, sono soggette a continui sbalzi, ti portano in alto a toccare il cielo con un dito e a precipitare nell’abisso subito dopo commettendo un errore dietro l’altro senza mai poterti giustificare dietro al “bicchiere di troppo”. Senza contare il fatto che la sbronza alcolica poi ti stende a letto dove non puoi più fare guai, quella emotiva invece ti tiene iper-attivo.

Il pensare troppo fa perdere autenticità?

Molto recentemente sono stato “tacciato” di essere uno che pensa troppo e lo riconosco, sono un “overthinker”! Però non credo che questo mi faccia perdere di autenticità, semmai posso perdere di spontaneità, cerco di soppesare, ponderare e in un certo senso “calcolare” le mie azioni per evitare il più possibile di farmi male o fare male agli altri, ma fondamentalmente rimango sempre molto autentico rispetto ai miei sentimenti e le mie intenzioni.

PH: Alessandro Conti

“Vino Veritas” è dedicata anche a te stesso?

È soprattutto dedicata a me stesso, anche se non si direbbe! Con “Vino Veritas” ho proprio cercato, appunto, di non pensare troppo, di lasciarmi andare alle mie sensazioni e ai miei pensieri, dei quali spesso mi sono sentito vittima. Forse il tentativo di respingerli, di controllarli o manipolarli, non fa altro che amplificare il potere che essi hanno su di me. Quindi ho voluto prendere queste cose che ritenevo mi rendessero debole e vulnerabile e lasciarmene attraversare completamente; lasciare andare per controllare, sembra un paradosso, ma per ora funziona!

Le relazioni cambiano a seconda dell’età in cui si vivono?

Si può vivere una relazione adolescenziale a quarant’anni, come si può vivere una relazione matura e profonda a vent’anni. La differenza la fanno le persone, i loro bagagli emotivi, la chimica che si crea, l’intensità dei sentimenti e la voglia di mettersi in discussione, non c’è una regola in questo gioco ed è questo che lo rende il gioco più stimolante e intrigante del mondo!

PH: Alessandro Conti

La sincerità fa paura?

La sincerità e la verità sono tra le cose più terrificanti al mondo, ho sempre tratto più vantaggi dalle bugie o dalle “verità edulcorate” che non dalla sincerità! Le persone spesso reclamano maggior onestà, sincerità e verità, ma poi quando le metti di fronte a queste cose se la fanno sotto, e sai perché? Perché le metti nella posizione di dover fare altrettanto.

Hai mai avuto la sensazione di vivere una tempesta personale?

Eccome! Ho scritto un intero album su questo tema! Credo però che le tempeste personali siano cicliche, che non esista uno stato di perpetua quiete, e che a renderci frustrati sia la convinzione che le cose possano assestarsi nel lungo termine. In realtà, secondo me, ci sono solo pause tra una tempesta e l’altra. È come noi decidiamo di danzare sotto la pioggia, che fa la reale differenza!

PH: Alessandro Conti

La follia più grande che hai fatto per la musica?

Forse proprio questa, decidere di scrivere e pubblicare un pezzo come “Vino Veritas”, dove più che mai mi metto a nudo col mondo (e anche qualche persona in particolare). Potrebbe sembrare che c’entri poco, ma io credo che sia proprio questa la più grande follia che si possa compiere per la musica: mettersi completamente in piazza e mostrarsi esattamente per ciò che si è, nel bene e nel male – sottoporsi al giudizio, all’interpretazione e al gusto del pubblico mostrandomi “emotivamente nudo come un verme”. Qui, mi sto veramente giocando il tutto per tutto. E perché farlo se non per l’amore della musica?

Per provare a capire il senso dell’amore quali canzoni consiglieresti?

Ce ne sono veramente tantissime, e soprattutto ci sono così tanti “tipi di amore” che è difficile individuarne solo alcune, ma andrò con le mie preferite in assoluto: “I Can’t Help Falling In Love With You” di Elvis Presley, “Io Che Amo Solo Te” di Sergio Endrigo, “Ne Me Quitte Pas” di Jacques Brel, “La Cura” di Franco Battiato, “At Last di Etta James”… 

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