“Aurora”-il nuovo album de I Cani: dov’è finita la generazione X?(review)

“Aurora”-il nuovo album de I Cani: dov’è finita la generazione X?(review)

Da qualche giorno, I Cani hanno rilasciato il loro ultimo album dal titolo “Aurora”-il disco italiano più atteso dell’inizio del 2016  della band che negli ultimi 5 anni ha sconvolto i trend della musica indie in Italia.

I singoli “Baby Soldato”, “Il posto più freddo” e “ Non finirà” avevano fatto intendere un cambio di direzione marcato: da un elettro-punk dinamico e critico nei confronti della società media italiana, a  sonorità e tematiche più intime, meno impegnate. Questi cambiamenti hanno fatto storcere il naso al pubblico storico della band, intimorito dalla svolta pop dei suoi beniamini musicali.

 Al primo impatto può risultare banale, tuttavia, il cambio di tendenza verso un sound decisamente differente rispetto ai precedenti lavori (Il sorprendente album d’esordio de’ I Cani” e “Glamour”) risulta indubbio. L’esperienza, però, insegna che non bisogna mai giudicare un disco dalla copertina e che l’ascolto va ripetuto lentamente fino all’indigestione.

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Aurora è il segnale di un’involuzione propedeutica al cambiamento; ed è forse per questa ragione che  il disco appare monotono e ripetitivo a tratti.

E’ inutile ribadire le carenze strumentali di questa ultima fatica de I Cani, ma ciò che salta all’occhio è il miglioramento del vocalist Contessa, sia a livello testuale che tecnico. Con Aurora, la band romana ha sotterrato l’ascia di guerra nei confronti degli stereotipi della generazione X. Tuttavia, non mancano i riferimenti al passato; l’incipit di “Questo nostro grande amore”,  la “dance filosofica” di “Non finirà” o “Protobodhisattiva” e l’intimità struggente de “il posto più bello” e di “Aurora”. Interessanti anche  gli accenni alla neopsichedelia di “Finirà” e “Ultimo mondo”, sono infatti gli ultimi baluardi di un passato musicale rigoglioso che forse è meglio dimenticare.

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Di sicuro si poteva fare molto più, considerate le enormi potenzialità espresse dalla band e da Contessa. Manca la personalità espressa nei primi due album, sembra come se la band si fosse in qualche modo sottoposta a un processo di banalizzazione  non si sa se voluta o spontanea, le idee non mancano come ripetuto più volte sopra ma lo si poteva fare in modo diverso. Saranno forse segnali di una svolta pop sterile  maledettamente italiana?

Vi modo vi proponiamo i 3 brani più graditi dalla nostra giuria di qualità:

– Protobodhisattiva

– Aurora

-Finirà

Di Simone Sberna

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