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Dalo: dismettiamo la maschera della quotidianità | Indie Italia Mag

Di Flora Miceli

Dalo, giovane cantautore livornese, è entrato a far parte della playlist di Indie Italia Mag da meno di un mese ma conosciamo già il suo album a memoria!

Ibrido è un disco accattivante: ad un primo, superficiale, ascolto ci si lascia prendere dal sound ritmato, a tratti vivace. Successivamente ci si immerge nei testi introspettivi e ironici di Dalo e ci sembra quasi che siano stati scritti per noi e alla fine ci ritroviamo a cantare “Nel bene e nel male” senza sapere quando ne abbiamo imparato le parole.

Per questo motivo abbiamo deciso di fargli qualche domanda:

Il tuo primo disco da solista si intitola Ibrido. Da cosa nasce questa scelta? E’ una caratteristica che attribuisci all’album o è un riferimento al testo della canzone Dolorifico?

La scelta di intitolare il disco Ibrido è stata abbastanza naturale. Nella canzone Dolorifico lo lancio come slogan, è vero, ma in realtà l’aggettivo Ibrido era ciò che secondo me rappresentava di più la fase della mia vita in cui sono nate le canzoni. Hai presente quando ancora hai un casino constante in testa su tutti i fronti ? Quando un giorno costruisci certezze su delle convinzioni ed il giorno dopo queste sono completamente cambiate ? Oppure quando al momento di guardare al futuro vedi tutto appannato ? Ecco, la canzoni sono nate nel bel mezzo di questi trip mentali, che poi son quelli che passiamo tutti prima o poi.

In Autocad dici che hai il “posto fisso” ma che vorresti cantare tutto il  giorno. La pubblicazione di Ibrido quanto ha inciso sulla tua vita lavorativa? E’ stato semplice riuscire a conciliare il Dalo artista con il Davide lavoratore?

La pubblicazione di questo disco ha portato ad avere molti più impegni dal punto di vista musicale, ma ancora non riesco a mangiare con il progetto Dalo. Quindi sto continuando, per quanto ancora non so, a far convivere la carriera artistica con quella da “lavoratore normale”. In più da settembre ho aperto un mio studio di produzione con il quale sto cercando di orientare sempre di più il mio futuro nell’ambito musicale. E’ faticoso conciliare tutto, ma ne vale la pena.

Dalla tua biografia scopriamo che hai fatto parte di diversi gruppi musicali. Quale differenza o cambiamento hai notato passando ad una carriera solista?

La differenza principale è che tutto dipende dalla tua visione e dalle tue scelte. Se nella band i vari componenti non remano tutti allo stesso modo c’è rischio che il progetto possa rallentare, che si creino attriti ed altre problematiche simili. Come solista non ci sono questi problemi, vai dritto per la tua strada. Anche se a volte mi manca vivere “da band”.

In Autostop rivolgi una critica alla società contemporanea, che definisci “superficiale e in cattedra”. Quanto è forte, per te, il legame tra arte e politica (intesa in senso ampio)?

Credo che ci sia una stretta relazione tra le due cose poiché la politica influenza la condizione sociale di un paese. Spesso l’insofferenza dell’artista è legata al sentirsi inappropriato in certi contesti sociali e ad esprimere il proprio disagio tramite l’opera d’arte, che sia essa una canzone, un quadro, una poesia… Detto questo non credo che un’artista debba per forza schierarsi politicamente o criticare attivamente la società. Credo che alla base di tutto ci debba essere la necessità di scrivere e questa può essere dovuta ai più svariati motivi.

Dopo l’uscita dell’album hai fatto molte date live. Com’è il tuo rapporto col pubblico? Ti dispiace che il tour estivo sia finito?

Eh si, dopo tanti anni in studio finalmente ho avuto la possibilità di suonare in giro. Ogni live è stata una bella esperienza e iniziare a vedere persone sotto al palco che cantano le tue canzoni è un’emozione forte, ti da la forza di continuare. Il tour estivo è terminato, adesso avrò un ultima data per la chiusura del disco e dopo di che entrerò in studio per registrare le nuove canzoni. Sono impaziente.

Infine: la copertina dell’album. Minimale ma di grande impatto grafico. Chi è l’artista che l’ha realizzata e cosa rappresenta esattamente?

L’artista che ha realizzato la copertina del disco è Maddalena Carrai, un’illustratrice livornese già affermata a livello internazionale. Mi innamorai di alcuni suoi lavori e le chiesi se aveva voglia di aiutarmi in questo progetto. L’illustrazione presenta una maschera donna che sorride, ma che allo stesso tempo versa una lacrima. Queste sono le componenti che secondo noi caratterizzano l’album: la voglia di essere se stessi ad ogni costo spogliandosi da tutte le maschere che siamo abituati ad indossare, il contrasto sorriso-lacrima rappresenta la tragicomicità della scrittura dei testi nei quali affronto anche tematiche forti senza però perdere l’auto-ironia, ed infine la componente femminile poiché è stato un ingrediente fondamentale, nel bene e nel male, del periodo di vita in cui ho scritto Ibrido.

Puoi ascoltare Dalo nella nostra playlist Spotify