moka quartet

Moka Quartet | Intervista Indie Italia Mag

Di Nicolò Granone

I Moka Quartet propongono brani inediti in lingua italiana il cui genere spazia dal rock al folk, dal blues al pop creando quell’atmosfera intima da falò sotto le stelle. La band è formata da quattro musicisti della provincia di Reggio Emilia: Nicola Barbieri cantante e autore dei testi, Stefano Botti alla batteria, Davide Notolieri alla chitarra e Kosma Ugolini al basso.

Grazie al crowfounding nel 2015 è uscito il primo album “Dalle case al marciapiede” e nel giugno di quest’anno è stato pubblicato il secondo album “Libera i tuoi passi” composto da otto brani inediti. Recentemente è uscito il nuovo singolo “Solo così”, una poesia in musica dedicata alla gioventù. Abbiamo scelto di intervistarli per soddisfare la nostra voglia di ribellione, amore e libertà.

INTERVISTANDO I MOKA QUARTET

moka quartet

Moka Quartet deriva dall’amore per il caffè in compagnia?

Hahaha, potremmo anche sembrare 4 amici al bar, infondo Moka (Nicola Barbieri) e il quartet (Davide Notolieri, Stefano Botti e Kosma Ugolini) siamo una miscela artistica, d’inchiostro su tela, di parole e arrangiamenti. Perchè no?

Quanto è stato importante per voi il crownfounding?

E’ stato abbastanza importante, come avere mezzo serbatoio pieno prima di partire. Quando si decide di untilizzare questo canale si fa pensando anche sull’impatto pubblicitario di una campagna di crowdfunding oltre che mera economica. Riteniamo che sia uno strumento valido per chi comincia, per chi ha progetti molto costosi ma anche che il suo utilizzo eccessivo possa essere dagnino a lungo andare.

Si può restar per sempre giovani?

Certamente! Con un grande cuore, tanto amore e pazienza. Merce rara di questi tempi ma assolutamente alla portata di tutti, basta solo volerlo.

Quale vostra canzone consigliereste a chi non vi conosce?

“Scommetti che corri” canzone dinamica e con un giusto connubio d’intensità e profondità. Secondo noi è quella giusta per entrare nel nostro mondo, nella nostra “testa di cane”.

Da dove nasce l’idea di fare una versione spagnola di “Sotto al portico”?

E’ una dedica a una persona davvero speciale, compagna di vita, madrelingua spagnola. Diciamo che era un desiderio chiuso in un cassetto quello di poterle cantarle il cuore anche nel suo idioma.

“Storia di un fuorilegge” è ispirata all’atmofsera dei film western?

“Storia di un fuorilegge” non è altro che la nostra versione di “Ballad of Billy” di Bob Dylan. Fa parte della colonna sonora del film western “Pat Garrett & Billy the Kid” ma l’ispirazione è venuta sopratutto dal nostro debole verso i dannati, rinnegati, braccati, emarginati, poveracci etc… un debole nato e coltivato nella piccola comunità di Castellarano (R.E.), paese dal quale veniamo, e dalle storie bizzarre come i suoi personaggi che abbiamo vissuto o ci sono state raccontate.

Siete cresciuti a pane e Modena City Ramblers?

No, no… noi come probabilmente anche i Modena City Ramblers siamo cresciuti più a pane, lambrusco e salame. Apprezziamo tantissimo i MCR, sopratutto il loro primo album “Riportando tutto a casa” ma le nostre influenze italiche son più i classici Dalla, De Gregori, Tenco, Conte, de André e compagnia.

A chi è dedicata “A Fra” ?

“A fra” è una cara canzone, scritta sopra un tetto di Cordoba (Argentina) in compagnia delle stelle e dentro ci sono tante cose, io, gli amici/fratelli, i nostri sogni, le nostre speranze. E’ una canzone dove pensiamo tutti si possano riconoscere.

Cos’è la felicità per un “Musico Fallito”?

Starsene di fronte al mare, come i cani. Un “Musico fallito” la felicità la trova nelle cose semplici, solo così si sente appagato e ricco, riempendo e svuotando continuamente la sua anima, come fa il mare appunto, con le sue onde, muto e potente.