LE ONDE BAND

Le Onde | Intervista Indie Italia Mag

Di Gabriele Lupino

Oggi Indie Italia Mag intervista un gruppo, o meglio un duo che ha ricevuto feedback positivi da parte di tutta la community. Stiamo parlando de Le Onde, un duo composto da Yuri (piano) il piano e Andrea (chitarra). La band ha da poco rilasciato nuovo singolo “Sabato Notte”, un brano che parla di una storia che sta per finire, ma senza che il protagonista se ne faccia una ragione. Ha suoni cupi, dalla chitarra elettrica che segue la ritmica della voce a quella acustica nella seconda strofa, che dà ancora più corpo al brano. “Sabato Notte” evoca una sensazione in cui molti di noi potrebbero rivedersi: non accettare un amore che sta finendo, non accettare la solitudine a cui si può andare incontro.

Su Spotify inoltre hanno anche “Samurai”, un singolo fortunatissimo, che senza una chiara strategia di marketing riesce a fare 10 mila ascolti su Spotify. Ma ora andiamo a conoscerli.

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INTERVISTANDO LE ONDE

Ciao! Volevo partire da due curiosità. Come è partito il progetto LE ONDE e come vi siete incontrati? Mi sembrate molto in sincronia, vi ispirati entrambi allo stesso genere musicale e stessi artisti?

Ciao! Il progetto Le Onde è partito ufficialmente nel mese di giugno 2017, con l’uscita del primo singolo “Questi Locali”. Io e Yuri, però, ci conosciamo ormai da diversi anni. Io (Andrea) ero il chitarrista di un gruppo Rock, i Daymler, improntato al sound e all’immagine degli anni ’90 e del brit pop. Nel 2014 eravamo alla ricerca di un cantante e così, dopo vari provini, è spuntato in sala prove (un garage in zona nomentana) proprio Yuri e ci siamo accorti da subito di condividere la passione per gli stessi generi musicali. Eravamo molto ispirati agli Oasis, con l’arrivo di un nuovo batterista anche ai Kasabian, ma le nostre canzoni erano tutte in italiano e avevano una loro identità.

Il gruppo si è sciolto dopo qualche anno, sai come vanno queste cose tra studio, lavoro, università, diventa sempre più difficile gestire il tempo per le prove, le serate ecc. Io e Yuri, invece, abbiamo continuato a crederci e un po’ per passione un po’ per necessità ci siamo avvicinati al mondo dei computer/synth e abbiamo allargato notevolmente i nostri orizzonti musicali verso la house music, in particolare deep e tropical, le nuove band “indie” italiane, se così vogliamo chiamarle, ma anche verso il rap e la trap. Anzi, proprio questi due generi, per i quali inizialmente incontravamo una grande difficoltà all’ascolto, credo che siano quelli che, nell’ultimo periodo, ci abbiano sicuramente influenzato di più. Non c’è solamente rock e pop nelle nostre playlist, ascoltiamo anche artisti come Salmo, Noyz Narcos, ma anche Coez che se vogliamo è stato uno dei primi a lavorare in entrambi i campi, con grande successo tra l’altro.

Il singolo “Samurai” conta 10 mila ascolti, senza una promozione assidua! Ritenete sempre importante la comunicazione e promozione, o ci possono essere più spesso casi come il vostro che senza grandi sponsor avete fatto un buon risultato?

Il risultato è stato davvero inaspettato. Il video, interamente ideato e realizzato da Paolo Raeli, che ringraziamo sempre per la passione e la grande professionalità che ha messo nel progetto, ci ha dato sicuramente una spinta su YouTube. Siamo rimasti felicemente sorpresi, però, dalle persone che non si sono fermate alle immagini ed hanno iniziato ad ascoltarci assiduamente anche al di fuori della piattaforma. In tantissimi ci hanno cercato su Spotify ed hanno iniziato a seguirci, salvando le nostre canzoni nelle playlist. È stato inaspettato anche perchè, ancora oggi, non riusciamo a curare con costanza le nostre pagine social. Non siamo decisamente un gruppo social, ci viene molto più facile produrre una canzone che pubblicare un post, eppure trovarsi taggati nelle IG stories della gente e sapere di aver fatto parte di un piccolo momento della vita di una persona, grazie a una canzone, è stato emozionante. È quello per cui lavoriamo, in fondo. Ci ha convinti del fatto che dobbiamo essere più social. Lo saremo, promesso 🙂

Nel pezzo “Nuovi Radical”, fate ironia sull’essere indie, cosa rappresenta questo genere che c’è da sempre, ma ora sta prendendo davvero il piede?

È stato molto piacevole lavorare a “Nuovi Radical”, sicuramente la produzione con la quale ci siamo divertiti di più. L’intenzione era quella di uscire con un singolo estivo che descrivesse in maniera pungente la scena musicale dei giorni nostri. In questi ultimi anni, come sai, abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione che fino a poco tempo fa era assolutamente impensabile. C’è una forte voglia di cambiamento nel pubblico che forse è annoiato dagli artisti in fotocopia che gli vengono proposti da radio e tv. Questo ha aperto la strada a tante nuove proposte indipendenti che abbiamo ascoltato e studiato con attenzione. Nuovi Radical è tutto questo: è Calcutta che racconta a parole sue il video di Riccione dei Thegiornalisti. Il risultato è una canzone forse più trap che indie, ma ci piace lo stesso. Ci ha fatto capire che i confini tra i due generi sono molto più sottili di quanto non sembri. Per il resto, la canzone non ha un significato ben preciso e non vuole essere una critica a niente e nessuno. È semplicemente una fotografia di quello che abbiamo ascoltato e visto su YouTube negli ultimi anni. Alla fine siamo grandi fan di tutti gli artisti che abbiamo citato nel pezzo.

Sabato Notte” come scritto nell’intro dell’intervista, parla di questa “non” accettazione dell’amore che sta finendo, ci sono tantissimi casi in cui è davvero difficile vedersela con la solitudine che ti fa star male dopo una storia. La solitudine “post-amore” può essere davvero così dolorosa o può essere utile per scoprire di più se stessi?

Sabato Notte, il nostro ultimo singolo, può essere sicuramente interpretato come canzone d’amore, soprattutto nel ritornello e nel ripetuto “ti prego non andare via” che sembrerebbe alludere ad una relazione che sta finendo. Il tema principale della canzone, però, è quello del tempo e del rapporto che abbiamo con il suo scivolare via: il rapporto che abbiamo con tutte le cose che vorremmo durassero per sempre e, invece, finiscono inevitabilmente. Tra queste cose ci può essere sicuramente l’amore, ma non solo. C’è anche la bellezza, l’amicizia, la spensieratezza, ci sono tutte le emozioni delle prime volte. È una canzone triste che parla del tempo, delle distanze e degli allontanamenti da tutto quello che consideriamo veramente importante. Spesso non abbiamo tempo per le cose e le persone alle quali teniamo di più. Ci illudiamo che ne avremo in futuro. Con Sabato Notte volevamo scusarci con quelle cose e con quelle persone.

Un altro tema è poi quello della solitudine. Abbiamo spesso paura di rimanere soli, ma la solitudine può rappresentare anche un’occasione per scoprire qualcosa di più su noi stessi. A volte siamo spaventati dalla solitudine e, invece, dovremmo imparare a sfruttarla per conoscerci a fondo.

Prima di salutarvi, vorrei chiedervi una curiosità che chiedo spesso a tutti gli artisti che intervisto! Da dove avete preso il nome della vostra band?

Le Onde nasce dopo mesi di travaglio. Mille nomi e idee durante una passeggiata domenicale in centro a Milano. Alla fine le sonorità Tropical House di alcuni pezzi e il riferimento alle onde sonore ci hanno fatto optare per questo nome.

Ascolta Le Onde nella TOP 20 della playlist Spotify di Indie Italia Mag