Bricklane | Intervista Indie Italia Mag
Di Gabriele Lupino
Eccoci per un’altra intervista. Oggi intervistiamo i Bricklane che dopo un anno di silenzio hanno rilasciato un nuovo singolo dal titolo “La Nevrosi di Virginia”, in collaborazione con Pernazza (Ex-Otago e Magellano). Di cosa parla la canzone? Andiamo a chiederlo direttamente ai Bricklane!
INTERVISTANDO I BRICKLANE
Ciao! Il vostro singolo “La Nevrosi di Virginia” è la copertina della società odierna, in cui si tratta appunto di una ragazza con l’ossessione dei social e l’ossessione di apparire. Sono importanti i social, soprattutto per voi cantanti, ma possono essere un’arma a doppio taglio?
I social per una band oggi giorno sono importantissimi. Crearsi un seguito sulle piattaforme social aiuta poi ad avere anche un buon seguito nell’attività live e per tutto il resto. Ovviamente come tutte le cose se vengono usati in maniere eccessiva e non ponderata, possono essere dannosi. Al giorno d’oggi sembra quasi più importante condividere che vivere davvero le cose. Poi i social possono essere uno specchio per le allodole. E’ sempre tutto perfetto nelle stories su Instagram. Dietro però nessuno sa come stanno davvero le cose.
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Un anno di silenzio deve essere stato molto lungo. Cosa avete fatto durante tutto questo tempo?
Abbiamo finito di scrivere i pezzi e gli arrangiamenti del nuovo album. Poi un po’ di concerti live in giro per l’Italia e il featuring con Pernazza che ha dato vita appunto al nostro ultimo singolo “Le Nevrosi di Virginia”.
Raccontateci di Pernazza. Com’è stato lavorare con lui? Che impatto ha dato al vostro brano?
Alberto è un grande, oltre che un ottimo professionista del rap. Fosse per noi ascolteremmo i suoi vocali su whatsup tutto il giorno, ha una voce ipnotica (ride). Scherzi a parte volevamo collaborare con Pernazza da tempo. Il rap era qualcosa che volevamo mettere nei nostri pezzi da tanto e Alberto in poche barre è riuscito a riassumere perfettamente il senso della canzone. Poi girare il videoclip è stato davvero divertente. Lo abbiamo fatto rappare in una cella frigorifera di una macelleria a -5 e aveva appena avuto la febbre. Insomma è nata una bella amicizia.
Un singolo con una forte presenza del synth, una batteria in quattro quarti, suoni moderni. Volete rivoluzionare il vostro modo di suonare e di far suonare i vostri brani?
Diciamo che ci è piaciuto sperimentare cercando di restare al passo coi tempi. I Bricklane nascono nel 2009 e dopo 10 anni di musica abbiamo avuto la necessità di cambiare qualcosa, sia nel nostro sound che nei contenuti della nostra musica. Questo ha comportato l’iniziare a scrivere in italiano e di conseguenza la virata verso suoni più sintetici. Però le canzoni parlano sempre di noi e di quello che ci capita intorno. Insomma siamo sempre i Bricklane, solo un po’ più maturi. E poi nella musica c’era chi diceva che se non ti evolvi, muori.
Avete già idea di quando uscirà il vostro nuovo album? Ci potete dire qualcosa in anteprima?
L’album uscirà nel 2019 ma non sappiamo ancora bene quando. Ci sono un po’ di variabili in ballo e qualcosa speriamo di bello che bolle in pentola. Sarà un album completamente in italiano con brani sulla falsa riga de “Le nevrosi di Virginia”. Parlerà di noi e più in generale della vita dei giovani d’oggi.
Il titolo?! Non ve lo sveliamo ancora ma vi diamo un indizio. Richiama il lontano oriente e Alberto lo nomina nelle barre di rappato dell’ultimo singolo.
In bocca al lupo per i progetti futuri! Ma una curiosità toglietecela! Da dove deriva il nome Bricklane?
Crepi il lupo! Beh Bricklane è una delle zone più caratteristiche e affascinanti di Londra ma anche la meno inglese di tutte. Noi cerchiamo di essere così: affabili e caratteristici a nostro modo per il mondo della musica pur sapendo di non essere dei grandi musicisti rispetto ad altri. Insomma giochiamo in serie B ma la cosa non ci dispiace (ride).
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